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Feneal UIL: "Marmo, tutti fermi un'altra settimana, non vanifichiamo quanto fatto di buono"

Il responsabile Feneal Uil, Daniele Marsili: "Il lapideo non è un settore essenziale e può contare sulla Cassa integrazione. Speriamo che chi ha lavorato in questi giorni non sia stato contagiato..."

“La battaglia contro il coronavirus sembra iniziare a dare i primi, timidi, segnali positivi. Questo perché la maggior parte delle attività sono ferme, le persone hanno cominciato a capire l’importanza dell’isolamento preventivo per evitare la diffusione del contagio. È per questo che chiediamo agli imprenditori del lapideo di adeguarsi al resto delle aziende dei settori non essenziali per proseguire lo stop di tutte le attività un’altra settimana almeno: dall’estrazione in montagna alle segherie ai laboratori del piano”.
A rilanciare l’appello rivolto alle imprese del marmo è il responsabile della Feneal Uil, Daniele Marsili. “Non vanifichiamo quanto di buono siamo riusciti a fare fino a oggi. Questo virus resta ancora un nemico tremendo e persino micidiale, è stato capace di aggirare le dovute precauzioni sanitarie e di mettere in profonda crisi il nostro sistema sanitario, pur all’avanguardia. Non possiamo permetterci di far ripartire ulteriori focolai. Quello che chiediamo come sindacato oggi a tutti gli imprenditori del lapideo è di monitorare ancora per qualche giorno la situazione, come già stanno facendo, e prolungare di un’altra settimana il fermo delle attività. Un piccolo gesto che permetterà di salvaguardare dipendenti e aziende perché il rischio di ritrovarsi con un contagio all’interno dell’organico è altissimo: questo provocherebbe chiusure e danni ben più gravi. Fermarsi per un’altra settimana è un atto di doveroso senso civico e nessuno ci rimetterà grazie anche all’ingente sostegno economico stanziato dal governo per la Cassa integrazione, anche in deroga. Il picco è previsto per la prossima settimana quindi attendiamo con pazienza e fiducia – conclude Marsili – e spero vivamente che non succeda niente a tutti quegli operai che hanno continuato a lavorare in questi giorni. E ringrazio, per concludere, tutti i giornalisti e gli organi di informazione che hanno dato voce alle nostre preoccupazioni, aiutandoci a tenere aggiornati tutti i dipendenti”.

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