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Confesercenti Carrara: "Rinviare la demolizione del ponte "Giovan Pietro" nel centro storico di Avenza

Con una lettera al presidente della regione Toscana Enrico Rossi e al sindaco  di Carrara Francesco De Pasquale, il presidente di Confesercenti Carrara Nando Guadagni chiede il rinvio della demolizione del ponte “Giovan Pietro” sul Carrione nel centro storico di Avenza.
“A seguito della drammatica alluvione del 5 novembre 2014 la Regione ha dato incarico all’Università di Genova di realizzare uno studio idrogeologico al fine di individuare le criticità che il torrente può incontrare lungo il suo tragitto e che possano essere eventuale causa di malaugurate future esondazioni – scrive Guadagni – Le conclusioni dello studio hanno individuato alcuni interventi necessari per la mitigazione del rischio idraulico del torrente, tra i quali la demolizione e la successiva ricostruzione del ponte ad Avenza. In alternativa era stato però considerato anche l’allargamento della sezione idraulica in corrispondenza del ponte di via Covetta, situato a valle, che non comprendiamo per quale motivo tale ipotesi sia stata scartata. Stiamo parlando di un ponte costruito meno quindici anni fa, che non presenta fortunatamente criticità, senza dimenticare che l’intervento costerà alle casse regionali la cospicua somma di 700.000 euro”.
Guadagni contesta non solo l’intervento ma la scelta di aprire il cantiere in questo periodo di piena emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. “E’ del tutto evidente che il tessuto commerciale e produttivo del centro storico di Avenza, messo duramente alla prova dalla lunga fase di lockdown, attualmente si trova in una condizione economico finanziaria assolutamente critica, ed è ancora alle prese con la programmazione di una riapertura che presenterà notevoli difficoltà – insiste il presidente di Confesercenti Carrara – La successiva interruzione della viabilità, a seguito della demolizione del ponte, di collegamento al centro storico di Avenza, per un periodo almeno di sei mesi (ipotesi di durata del cantiere), inevitabilmente determinerà la chiusura definitiva della maggior parte delle attività imprenditoriali del centro storico che stoicamente hanno resistito finora. Per questo come associazione – è la conclusione – chiediamo di valutare le possibili alternative alla demolizione e al rifacimento del ponte. E nel frattempo di rinviare l’inizio dell’esecuzione dei lavori quanto meno al 2021, nell’auspicio che nel frattempo possa essere ripristinata una parvenza di normalità e le attività abbiano avuto il tempo necessario per recuperare un minimo di liquidità e per adattarsi ai nuovi comportamenti dettati dalla coesistenza con il virus”.

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