A pochi giorni dal termine ultimo per l’invio delle osservazioni al Comune di Lerici sul progetto Vallestrieri, abbiamo parlato con Eleonora Landini, presidente – dal 2021 – del Parco Regionale Montemarcello Magra Vara, anche a seguito delle sue recenti dichiarazioni.
Come riassumerebbe questi primi anni da Presidente?
«Questi primi anni sono stati “faticosi”, ero abituata alle difficoltà da superare nel lavoro ma certo non credevo, pur conoscendo bene la realtà del Parco ed il suo territorio, di trovare una situazione tanto “complessa”. Da subito mi sono resa conto che, se da una parte la situazione ambientale, con le sue criticità note a tutti, legata alla preoccupante perdita di biodiversità e ai cambiamenti climatici, rende i Parchi fondamentali per il raggiungimento di obiettivi ambientali necessari per il benessere di tutti, dall’altra, anche oggi le attività e le scelte dei Parchi risultano poco comprese. Credo che ci sia da fare ancora tanto lavoro in termini di comunicazione, sensibilizzazione ed educazione ambientale».
Quali sono i principali obiettivi del suo mandato?
«I miei obiettivi? In generale cercare di migliorare la funzionalità della struttura del Parco, far passare il concetto che il Parco ha delle funzioni specifiche differenti dagli altri Enti e che deve sottostare a norme di tutela ambientale spesso, ahimè, ancora poco conosciute. E poi credo che sia fondamentale, finalmente, far passare il concetto che per svolgere certe funzioni siano necessarie professionalità specifiche e competenze documentate. Quello che vorrei fortemente è portare avanti il nuovo Piano di Parco Integrato, ma credo che nel contesto attuale non sarà facile. Integrato appunto con i Piani di Gestione delle quattro Zone Speciali di Conservazione (ZSC) di cui siamo Ente Gestore, che garantirà piena coerenza tra strumenti, superando anche i problemi attuali in casi come quello di Vallestrieri».
Sul caso Vallestrieri ha preso posizione, anche pubblicamente: quali criticitĂ vede?
«Le criticità che vedo su Vallestrieri sono sostanzialmente legate al rispetto delle norme comunitarie che hanno portato all’istituzione della Zona Speciale di Conservazione; dalla documentazione di progetto alcuni degli interventi previsti (ad esempio il taglio del bosco) risultano in contrasto con le norme comunitarie che impongono il mantenimento in buono stato di conservazione degli habitat e specie di interesse comunitario individuate. Dall’analisi ambientale dell’area risulta una accertata presenza di questi valori ambientali che non possono essere alterati: pertanto, come già detto, è onere del proponente, attraverso uno “Studio di Incidenza Ambientale” secondo i contenuti previsti nella norma, dimostrare la “non incidenza”. La trasformazione del bosco è vietata e su questo credo che non ci siano più dubbi, per alcuni interventi proposti invece la compatibilità ambientale deve essere dimostrata attraverso lo strumento della “valutazione di incidenza”, che a mio parere porterà il progetto ad essere sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS)».
Cosa può fare/farà il Parco?
«L’Ufficio tecnico del Parco farà le sue valutazioni secondo norma ed io continuerò ad affermare che la questione in questo caso non è legata agli usi passati dell’area di Vallestrieri ma piuttosto alle norme che ci impongono di valutare l’area per come si presenta oggi. Tale valutazione è stata svolta e sarà svolta anche in futuro da coloro che hanno la professionalità e quindi le competenze tecniche per farlo».
Sino al 26 settembre era possibile inviare osservazioni al Comune di Lerici: cosa succederà adesso che è passato questo termine?
«Di solito l’Autorità competente, in questo caso il Comune, recepisce le osservazioni ed i pareri degli Enti ed attraverso una valutazione complessiva stabilisce come proseguire il procedimento (VAS sì o VAS no?). La Valutazione Ambientale Strategica potrebbe essere l’occasione per realizzare approfondimenti di indagine ed arrivare quindi ad una maggiore conoscenza e consapevolezza nella comunità locale sui fattori in gioco, a cominciare dalle prescrizioni delle Misure di derivazione europea».
In generale, com’è il rapporto con le istituzioni e realtà locali, comunità comprese?
«Fino ad oggi il rapporto con gli Enti e le Comunità locali, soprattutto, in generale, attraverso il mondo dell’Associazionismo, è stato sempre ispirato all’ascolto e alla collaborazione. Non mi sottraggo mai al confronto, anche con coloro che la pensano diversamente da me. Fino ad oggi ha funzionato bene, vedremo nel futuro come andrà ».
PiĂą specifico, quali rapporti avete – se ne avete – con la societĂ che ha acquistato il terreno? Cosa si può dire rispetto alle economie del progetto e alle eventuali ricadute sul territorio (e sulla comunitĂ ) in cui insiste?
«Io personalmente non ho rapporti con la Società che ha acquistato il terreno e non ho informazioni circa gli aspetti economici del progetto; diversi mesi fa (4 aprile 2024) ho incontrato, su richiesta, due dei tecnici che hanno partecipato alla redazione del progetto ed in quel frangente abbiamo affrontato soltanto il tema dalla procedura amministrativa a cui il progetto doveva essere sottoposto e del ruolo del Parco nella procedura stessa: in quella sede non mi sono espressa in alcun modo non avendo ancora esaminato la documentazione disponibile. Oggi dall’esame della documentazione non mi pare che si possano avanzare valutazioni precise circa le ricadute economiche del progetto sul territorio e sugli eventuali vantaggi (per chi? e per cosa?), lasciamo fare agli economisti il loro mestiere».