L’imponente Palazzo Ducale nella centrale piazza Aranci di Massa aprirà le porte alla mostra introspettiva De Anima dell’artista Raffaella Angeli, che sarà visitabile dal 26 ottobre al 9 novembre.
La mostra ha ricevuto il plauso dall’Assessora regionale Alessandra Nardini e la concessione degli spazi espositivi dal Presidente della Provincia Gianni Lorenzetti. L’esposizione pittorica dell’artista lunigianese si offre al pubblico nella Sala degli Svizzeri, ricca sala edificata al tempo di Carlo I, dagli affreschi prospettici e cassettoni ben conservati del pittore Giuseppe Luccini. Dialogo stretto tra forme d’arte di epoche diverse, con linguaggi apparentemente dissimili, si ritrovano e si riconoscono in un unicum espositivo discreto e profondo, teso alla riflessione e alla ricerca del sé, nella natura, nell’altro, nelle azioni.
“Sono stata colta da profonda gioia e gratitudine nel poter essere ospitata qui, tra queste mura antiche e solenni di Piazza Aranci – dichiara l’artista –-. Tutto richiama arte e bello: satiri e sirene dalla grotta accompagnano il visitatore nel procedere sugli ampi gradoni, sotto l’occhio vigile del Nettuno. Arrivati al piano superiore, la maestosa Sala degli Svizzeri affascina e intimorisce. Un pensiero ha attraversato la mia mente in una delle mie visite al palazzo, sentendomi una pellegrina nel sentiero dei pellegrini; percorrendo la Via Francigena, infatti, dalla terra che conserva le mie radici sono giunta alla 25^ tappa, Massa, dove ho potuto far sosta con le mie opere”.
E forse è proprio qui il sunto di tutto, il pellegrinaggio dell’anima nella vita dell’uomo. Nella ricerca del significato dell’io, dell’anima e della coscienza di sé si inaugura De Anima. Titolo che rimanda nell’immediato all’opera di Aristotele, un filo sottile che unisce la filosofia al racconto delle opere, frutto di una profonda riflessione sulla condizione umana e sul ruolo di questo nel mondo.
Classe 1991, Raffaella Angeli fa capolino sul palcoscenico massese dopo essere stata conosciuta in città come Milano, Mestre e Bayreuth, in Germania.
La sua tecnica mista richiama un’eco fiamminga, le immagini chiare nascondono significati molteplici e ogni opera invita alla riflessione.
Incuriosisce il suo stile realistico che va al di là dell’immagine fotografica.
“Realizzo ciò che mi si pone davanti: la natura per prima suggerisce messaggi, metafore e lezioni di vita. In un giorno d’estate di qualche anno fa, ad esempio, davanti ai miei occhi si era rannicchiata un’ape. L’ho osservata a lungo fino a rubarne l’invisibile. Ne ho creato un mito rovesciato racchiuso nelle varie parti dell’ insetto; rifacendomi al mito orfico della creazione del mondo, ho stravolto la narrazione, rappresentando una fecondità stremata, incapace di generare ancora”.
Sarà quindi una mostra dai contenuti difficili?
“La lettura delle opere è sempre personale, non per dovere calzante con l’interpretazione dell’autore ma certamente ci sono spunti di riflessione che portano lontano”.
Possiamo dire di più sulla mostra, come si sviluppa, ad esempio?
“L’esposizione è organizzata secondo un percorso scandito in tre momenti: in una prima parte è rappresentata la natura che lascia in seguito il posto ai ritratti, parte centrale della sala…”.
Infine?
“Infine dal 26 ottobre al 9 novembre potrete soddisfare ogni vostra curiosità. La sala sarà aperta dalle ore 15 alle 18 tutti i giorni con ingresso libero”.