UE Pronta a sanzionare l’Italia e altri Paesi che impongono ai consumatori di accettare voucher invece di un rimborso in caso di annullamento del viaggio. Il Coronavirus ha costretto i consumatori a rinunciare ai propri viaggi e a recedere dai contratti già stipulati, essendo divenuto impossibile per causa di forza maggiore dare esecuzione alle prestazioni.
Il recesso del consumatore-viaggiatore in casi di circostanze eccezionali, come quella sanitaria, è protetto dalla legislazione Europea che da sempre ha messo al centro della sua tutela il consumatore in quanto contraente debole. Valga per tutti la direttiva 2008/122/CE che, recepita dal nostro paese stabilisce il diritto al rimborso del viaggiatore nel caso di viaggi annullati anche per “circostanze inevitabili e straordinarie”. Tuttavia, l’Italia con il D.L. n. 9-2020 prima e il D.L cura Italia n. 18-2020 poi, ha di fatto vanificato tale tutela. È stato previsto, infatti, che in caso di recesso da parte del consumatore l’organizzatore possa offrire un pacchetto alternativo, restituire il prezzo o emettere un voucher a favore del consumatore da utilizzare entro anno dall’emissione. Quindi, non rimborso automatico come imposto della UE, ma un ventaglio di possibilità in mano agli operatori. E i casi esaminati dai nostri sportelli parlano chiaro. Gli operatori offrono solo voucher e rifiutano qualsiasi rimborso. Scelgono loro e il voucher in questione, per giunta, se non utilizzato entro la scadenza viene perso e non è cedibile a terzi. Il consumatore è totalmente in balia degli operatori e non ha alcun potere. Adoc ha sollevato la questione a livello Nazionale poiché da subito è apparsa palese la violazione del principio di gerarchia delle fonti: la normativa Nazionale non può contrastare con quella Comunitaria. Ma di fatto così è stato lasciando prevedere uno scenario di futuri contenziosi. Le perplessità e i timori di Adoc sono stati pienamente accolti dall’UE che ha formalmente invitato l’Italia e altri paesi ad adeguare la propria normativa entro il 28 maggio ai dettami europei garantendo una tutela effettiva al consumatore. Questo significa che se non vorrà sopportare una vera e propria procedura di infrazione, il Governo dovrà rivedere le modalità di rimborso rimettendo innanzitutto la scelta tra rimborso e voucher direttamente al consumatore o rendendo i voucher più duttili. Ovvero, renderli cedibili a terzi, convertirli in rimborso qualora non utilizzati entro la scadenza e soprattutto garantirli in caso di fallimento dell’operatore che lo ha emesso.