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UIL: "Discriminati i lavoratori delle cooperative in appalto ASL, per loro niente mascherine, tamponi o analisi"

La denuncia del referente Uiltrasporti Massa Carrara, Angelo Lieti: "Una sola mascherina data due settimane fa. Mandati alla guerra, dove ci sono reparti Covid19, con le 'scarpe di cartone'. Inaccettabile"

“Tutti i lavoratori dovrebbero essere uguali di fronte all’emergenza ma, evidentemente, alcuni lavoratori sono più uguali degli altri. E altri meno”. Angelo Lieti, referente Uiltrasporti per il settore delle cooperative che operano nelle strutture sanitarie dell’Usl Toscana nord ovest, non ci sta a restare impassibile di fronte a una evidente discriminazione fra quelli che sono i dipendenti diretti dell’azienda sanitaria e gli operatori delle cooperative in appalto. “

In questa fase di emergenza, diverse decine di lavoratori delle cooperative sono ancora in servizio fra Noa, distretto di via Bassa Tambura, Aulla, Montignoso, Pontremoli, Fivizzano e Monoblocco di Carrara. Insomma decine e decine di dipendenti. Non sono dipendenti Asl – prosegue Lieti -, non sono profili sanitari ma alla fine lavorano direttamente per l’azienda sanitaria, all’interno delle sue strutture a contatto diretto con il pubblico, con medici, infermieri, Oss e tutti gli altri. Eppure non hanno le stesse tutele da parte dell’Asl. Sono lavoratori che operano ai Cup, delle cooperative Rekeep (ex Manutencoop) e Cooplat. Alcuni prestano servizio persino in radiologia, in altri reparti diagnostici ed inseriscono richieste e documentazioni. Sono dentro all’ospedale, vicino ai reparti Covid19 ma non vengono considerati e tutelati come gli altri”.

E qui il referente Uiltrasporti incalza e ci va giù duro, mostrando tutti i limiti della gestione attuale: “Allora, partiamo da un dato di fatto. Agli operatori del Cup  via Bassa Tambura, Noa e Carrara hanno consegnato una sola mascherina a testa. Sapete quando? Il 24 marzo. Più di due settimane fa. Poi basta. Ognuno si è dovuto arrangiare come ha potuto. Qualcuno dirà che non ci sono mascherine ma sbaglio oppure anche a Massa diverse aziende hanno iniziato a produrle e venderle? Qualcuno magari potrebbe dire che non sono a norma o autorizzate e via dicendo. Ma quale sicurezza può dare una mascherina messa per quindici giorni? Hanno predisposto un protocollo che prevede di fare tamponi e analisi del sangue a tutto il personale Asl ma non agli operatori delle cooperative. Ma stiamo scherzando? Questi lavorano fianco a fianco, negli stessi ambienti, con i dipendenti Asl. Devono essere tutelati, controllati come gli altri in una fase di estrema emergenza. E invece niente. Non hanno neppure mascherine o Dispositivi di protezione individuale, non gli fanno i tamponi o le analisi. Come la dobbiamo chiamare se non discriminazione vera e propria? E ora – conclude – la ciliegina sulla torta. Alcuni di questi lavoratori sono stati chiamati a entrare in servizio al Monoblocco, dove da sabato diventerà operativo un reparto Covid19. Mandati alla guerra con le scarpe di cartone. Non è accettabile questa discriminazione da parte dell’Asl”.

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