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Tassi Usa, incertezza sui mercati

La settimana dei mercati è partita con qualche incertezza. Negli Usa, infatti, l’inflazione si combina con i dati “troppo” positivi sul mercato del lavoro, dimostrando che oltreoceano si possono tollerare nuovi aumenti dei tassi di interesse senza contraccolpi per l’economia reale e questo non piace ai mercati.

In Europa assistiamo al ritorno dell’obbligazionario. In Italia i Btp hanno superato il 4% prima delle elezioni, per poi attestarsi sul 3,75%, a dimostrazione che la dinamica dei buoni del tesoro (lo spread è ora sotto quota 190) è indipendente dall’azione dell’esecutivo e dalla manovra finanziaria.

Preoccupa l’aumento del prezzo del gas. Seconda la nuova, bizzarra, trovata della Ue, l’aiuto di stato alle imprese sarebbe ammesso solo per i paesi che se lo possano permettere, in contrasto con i principi europei di solidarietà.

Il petrolio resta stabile (75- 85 dollari al barile). L’indebolimento della valuta americana favorisce i prezzi dei combustibili e ha contribuito a rilanciare l’oro.

Riguardo alle criptovalute, ha fatto scalpore l’articolo (Bitcoin’s last stand) apparso sul blog della Bce, in cui l’attuale rimbalzo dei bitcoin è descritto come “un ultimo sussulto” della moneta virtuale “prima di avviarsi all’irrilevanza”. Un giudizio molto netto che si discosta dai toni paludati della Bce.

Lo strumento è sempre stato opaco, e ad alto rischio, e sta trascinando nelle sabbie mobili investitori e stati sovrani, come El Salvador, primo paese al mondo ad adottare il bitcoin come valuta nazionale (insieme al dollaro), e ora a un passo del default. L’ingente debito pubblico sembra sarà acquistato dalla Cina, in un accordo di libero scambio che porterà probabilmente El Salvador nell’orbita di Pechino. Perché in economia ed in politica niente è gratis.

L’ influenza cinese sull’Europa aumenterà, probabilmente, quando il vecchio continente smetterà di produrre automobili endotermiche, virando su quelle elettriche. L’Ue ha infatti dovuto ammettere l’assenza di tecnologia e di imprese europee specializzate in questo campo. Come abbiamo già sottolineato, la conversione all’elettrico è una decisione miope. Meglio sarebbe puntare sulle auto a idrogeno, finanziando un settore veramente ecologico ed economico.

Nel mentre, la Svizzera starebbe per annunciare l’alt alle auto elettriche in tutto il suo territorio, per limitare il consumo di energia.

In Italia ha fatto scalpore l’intervista dell’HuffPost ad Alberto Clò che ha dichiarato che lo stato sta tornando nell’economia. Se fosse vero (e i segnali ci sono tutti) le dinamiche di intervento pubblico dovranno essere differenti da quelle sperimentate fino a metà degli anni Novanta

Per questo motivo, è lecito vedere con favore il ritorno di alcune infrastrutture sotto il controllo statale, soprattutto se sono strategiche per il paese. Se un’azienda pubblica è gestita bene, dà ottimi risultati: basti pensare ad Eni ed Enel, che macinano utili a vantaggio delle casse pubbliche.

(di Carlo Vedani, amministratore delegato di Alicanto Capital)

Carlo Vedani
Carlo Vedanihttps://alicantocapital.com/
Collaboratore. Amministratore delegato di Alicanto Capital
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