venerdì 25 Aprile 2025

Tam Cai Massa: “Basta negare, le cave inquinano”

La Commissione Tutela Ambiente Montano del Cai di Massa interviene e lancia un grido di allarme sull’impatto ambientale delle attività estrattive sulle Apuane.

“Passano gli anni e aumentano le prese di coscienza della popolazione che ogni giorno si rende consapevole della necessità di porre attenzione alle tematiche ambientali. I nuovi mezzi di comunicazione e l’impegno costante di molte associazioni ecologiste stanno evidenziando il vero volto della contraddizione ambientale in atto sulle Apuane”, afferma la commissione in una lettera.

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“Come Tam Cai Massa abbiamo sempre cercato di mettere in primo piano questa contraddizione convinti che quello che i nostri soci ci raccontano ogni volta che calpestano un sentiero delle Apuane corrisponda a situazioni oramai non più sostenibili, situazioni che mettono in pericolo l’intero ecosistema di cui donne e uomini fanno integralmente parte. La relazione di Arpat uscita in questi giorni sui dati del “Progetto Cave” confermano i nostri timori: sulle nostre montagne le cose stanno peggiorando. Peggiora la condizione delle nostre acque, Frigido e Carriona prima di tutto, peggiora la situazione ad Equi. E perchè peggiora? Perché, e sono i dati raccolti a dirlo, ‘le attività di estrazione marmifera, in particolare in termini di gestione delle acque e della marmettola, hanno ancora un impatto sulla qualità ecologica dei fiumi dell’area apuana‘.


Eppure troviamo non di rado qualcuno ancora che prova a negare tutto questo, prova a sostenere tesi smentite dai fatti, prova spesso a contrapporre lavoro e ambiente, sviluppo e ambiente, creando conflitti sociali pur di salvaguardare i propri personalissimi interessi e distogliere l’attenzione dal vero problema: le cave inquinano. Dalla parte di chi non vuole ammettere l’impatto inquinante delle attività estrattive troviamo spesso anche le amministrazioni pubbliche che nelle migliori delle ipotesi si girano dall’altra parte e nelle peggiori favoriscono, anche con la loro inerzia, l’inquinamento del nostro territorio.


Noi crediamo – conclude il Tam Cai di Massa – che sia arrivato il momento della responsabilità per tutti, nessuno escluso: chi non vuole vedere quello che accade sulle nostre montagne e continua a difendere l’indifendibile o continua a erodere fette di beni comuni e di ambiente risponderà alle giovani generazioni del danno alla salute che sta loro provocando e del danno all’ambiente che sta diventando irreversibile. Non è più questione di “coscienza ambientale”, ma solo di “coscienza”.

Redazione
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