L’Azienda USL Toscana nord ovest è costantemente impegnata in questi giorni per assicurare risposte adeguate agli anziani, alle persone fragili e con ridotta mobilità in un periodo di grande caldo che, al di là del maltempo di questi giorni, potrebbe caratterizzare anche il prossimo mese di agosto.
In realtà è già presente una rete di servizi in grado di garantire una presa in carico appropriata in caso di bisogno. In questo mese di luglio e in agosto, si sta rafforzando questo sistema, che ha come fulcro le attività territoriali.
A livello aziendale sono state intraprese alcune azioni per rendere ancora più efficace la risposta alle richieste di assistenza per l’emergenza caldo.
“Stiamo potenziando la rete territoriale – evidenziano la direttrice del dipartimento Sanità territoriale Antonella Tomei, la direttrice del dipartimento di Medicina generale Maria Stella Adami e il direttore del dipartimento Professioni infermieristiche e ostetriche Andrea Lenzini – grazie alla collaborazione dei professionisti presenti: medici di medicina generale, medici di continuità assistenziale e infermieri di famiglia. In particolare gli infermieri di famiglia, in integrazione con la medicina generale, potranno svolgere un’azione proattiva sui pazienti più a rischio di deterioramento delle condizioni di salute, attraverso un monitoraggio con visite in presenza o contatti telefonici. Si potrà così anche consolidare l’educazione sanitaria sui corretti comportamenti tesi a combattere le ondate di calore.
Abbiamo anche coinvolto la Medicina generale, attraverso il dipartimento, per incrementare gli accessi al domicilio.
Stiamo poi promuovendo, nei territori in cui sono presenti le Case della Salute, gli orari di apertura di queste strutture, che possono rappresentare un punto di riferimento per i cittadini.
Prevediamo inoltre, laddove non vi siano particolari carenze di medici di continuità assistenziale, il rafforzamento della Medicina generale attraverso ambulatori affidati dal lunedì al venerdì ai medici della continuità assistenziale.
Da sottolineare che attualmente, in prossimità delle strutture di Pronto soccorso degli ospedali di Piombino, Cecina, Pontedera, Livorno, Lucca, Versilia e Massa, lavorano complessivamente 30 medici di continuità assistenziale cui è affidata la gestione dei codici a bassa priorità.
Tutte le azioni intraprese verranno comunicate alla cittadinanza in maniera puntuale e capillare”.
I riferimenti specifici per la Lunigiana
Questi i riferimenti specifici per i cittadini della Lunigiana in ordine di priorità:
“Il primo riferimento – spiega il direttore della SdS Marco Formato – è il proprio medico di medicina generale nei giorni feriali e il medico della continuità assistenziale (ex guardia medica) la notte e nei giorni festivi e prefestivi.
Le persone fragili già in carico agli infermieri di famiglia hanno a disposizione il numero di telefono dell’infermiere di riferimento. Si prevede, come avviene in tutto il territorio aziendale, un’ulteriore azione proattiva proprio da parte dell’infermiere di famiglia sugli assistiti in carico per verificarne lo stato di salute. Inoltre la Società della salute ha scritto ai medici di medicina generale invitandoli a segnalare eventuali necessità di prese in carico di pazienti disidratati o che abbiano bisogno di vigilanza sullo stato di idratazione agli infermieri territoriali.
In questo particolare periodo, ad integrazione del rafforzamento previsto la SdS ricorda che è attivo a livello nazionale, il numero di telefono 1500, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20. Rispondono operatori altamente qualificati e formati, sulla base delle Linee guida formulate dal gruppo di esperti del Ministero, diffuse a Regioni e Comuni, in grado di soddisfare le richieste di informazione di base, e anche dirigenti sanitari (medici, veterinari, farmacisti, chimici, biologi e psicologi), per soddisfare le richieste più complesse cui i cittadini possono rivolgersi per segnalare situazioni di difficoltà: sarà così possibile orientare la richiesta nell’ambito dei servizi disponibili sul territorio a valenza socio-sanitaria”.
In ultima istanza ci sono poi sempre i servizi di Emergenza urgenza, 118 e Pronto soccorso, che in questo periodo hanno già fatto registrare un incremento di attività (interventi per 118, accessi per il PS) fino al 30-40%, soprattutto nelle località più turistiche e quindi interessate da un aumento estivo della popolazione residente.
In un quadro generale reso complesso dalle alte temperature e dalle conseguenze di questa situazione in particolare su alcune fasce della popolazione, certo non bastano i cosiddetti “decaloghi anticaldo”, che da anni, ogni estate, vengono diffusi anche attraverso gli organi d’informazione.
Le buone pratiche per evitare i colpi di calore sono però una buona base per evitare problematiche rilevanti.
Sono in particolare gli anziani a dover porre attenzione alle piccole azioni quotidiane per vivere i mesi più caldi dell’anno con maggiore serenità.
“Il primo consiglio – ribadisce il direttore del dipartimento delle Specialità mediche dell’Azienda USL Toscana nord ovest Roberto Andreini – è quello di ricordarsi di bere molta acqua. È vero che dovrebbero farlo tutti, ma per la popolazione anziana può essere più difficile in quanto il senso della sete diminuisce con il passare degli anni, un po’ come succede anche, ad esempio, con le ore di sonno. Non solo, alcune patologie (come quelle del tratto urinario) non aiutano a bere in maniera adeguata. Per citare un altro caso specifico, le persone che assumono diuretici per malattie cardiologiche devono bere una grande quantità d’acqua per compensare quella espulsa, in maniera da idratare bene l’organismo.
Per idratare il proprio corpo, è sempre bene bere acqua naturale, possibilmente a temperatura ambiente, mentre è altamente sconsigliata l’assunzione di alcool e di bevande gassate.
I prodotti di automedicazione a base di potassio e magnesio non sempre sono indicati per il rischio di gravi disturbi elettrolitici: prima di assumerli è consigliabile chiedere al proprio medico curante.
Un’altra buona pratica da seguire con il caldo torrido di questi giorni è quella di mangiare, salvo controindicazioni, tanta frutta e verdura. Sono infatti gli alimenti migliori per assumere la giusta quantità di nutrienti utili a controbilanciare il caldo.
In ogni caso è bene fare pasti leggeri: la digestione è per il nostro organismo un vero e proprio lavoro che aumenta la produzione di calore nel corpo.
Inoltre, bisogna evitare di uscire nelle ore più calde: durante le giornate in cui viene previsto un rischio elevato, deve essere ridotta l’esposizione all’aria aperta in particolare nella fascia oraria compresa tra le ore 11 e le 18.
Nel caso, è consigliato andare in posti ventilati naturalmente, mentre i luoghi con aria condizionata possono non essere ottimali.
L’aria condizionata deve infatti essere utilizzata con attenzione, evitando di regolare la temperatura a livelli troppo bassi rispetto alla temperatura esterna. Una temperatura tra 25-27°C con un basso tasso di umidità è sufficiente a garantire il benessere e non espone a bruschi sbalzi termici rispetto all’esterno.
La misura più semplice, in ambito domestico, è la schermatura delle finestre esposte a sud e a sud-ovest con tende e oscuranti regolabili (persiane, veneziane) che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria.
E’ poi importante vestire comodi e leggeri, con indumenti di cotone, lino o fibre naturali (evitare le fibre sintetiche) e scarpe comode. All’aperto è utile indossare un cappello leggero e di colore chiaro per proteggere la testa dal sole diretto.
In auto, è bene ricordarsi di ventilare l’abitacolo prima di iniziare un viaggio”.
“E’ inoltre necessario – chiude il dottor Andreini – evitare di camminare sotto il sole o di effettuare esercizi fisici nelle ore più calde della giornata. In ogni caso, ogni persona che fa attività fisica in questo periodo deve assumere molti liquidi”.
L’invito alla cittadinanza è poi soprattutto quello di occuparsi delle persone a rischio, controllando che non mostrino sintomi di disturbi dovuti al caldo. Si devono quindi controllare più spesso neonati e bambini piccoli. Particolare attenzione anche alle altre persone più suscettibili: gli anziani, i malati cronici, i disabili, le donne in gravidanza.