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Scandalo caserme, si va a giudizio

Un impianto accusatorio granitico quello che ha consentito il rinvio a giudizio di 28 persone per lo scandalo delle caserme lunigianesi. Si presenteranno il prossimo 10 giugno sul banco degli imputati, 27 carabinieri e un cittadino extracomunitario.
Il procuratore capo Aldo Giubilaro nel commentare il provvedimento, si dichiara per nulla sorpreso della decisione del Gup Federico Garofalo. Ben 11 magistrati infatti, dal tribunale del riesame alla Cassazione, dopo aver provveduto al vaglio degli argomenti difensivi, hanno avuto modo di esaminare la tesi accusatoria confermandone la solidità.
Giubilaro si dice persuaso che anche chi ha manifestato dubbi e scetticismo sul lavoro svolto dalla procura vorrà, a questo punto, ricredersi.
L’Indagine, condotta dai sostituti Alessia Iacopini e Marco Mansi, aveva messo in luce comportamenti gravissimi tenuti dai militari e perpetrati fino a divenire modus operandi all’Interno delle caserme coinvolte. “Un profondo odio razziale”, il leit motiv, secondo gli inquirenti dei pestaggi, delle minacce e delle violenze sessuali.
Il gup, con lo stesso provvedimento, ha dichiarato il non luogo a procedere per i capi di cui agli artt. 6, 66, 149, 150, 151 della richiesta di rinvio a giudizio. Si tratterebbe di due episodi a carico di Fiorentino Alessandro, un episodio a carico di Benedetti Amos, uno a carico di Nobile Ian Charles, e dell’unico episodio contestato a Mascia Mario.
Assoluzione per l’osteopata Riccardo Contigliani accusato di porto abusivo d’arma.
È invece stata condannata a un anno e quattro mesi, per il reato di corruzione, la quarantenne di origini marocchine, Amal Sedef. Entrambi avevano scelto il rito abbreviato.
Aldo Giubilaro, anche in questa occasione, non ha mancato di esprimere apprezzamento nei confronti dell’Arma e il profondo rammarico per i fatti accaduti.
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