28 Marzo 2024, giovedì
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Santo Stefano Magra, allevamento canino senza autorizzazioni e partita Iva: scattano 15 sanzioni

I carabinieri forestali del nucleo Cites e del Nipaaf (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) di La Spezia, insieme con il personale veterinario Asl 5 e del comune di Santo Stefano Magra hanno effettuato un controllo in un allevamento di cani in loc. Pratolino pubblicizzato anche su internet e su Facebook.

Nell’allevamento sono stati contati 105 cani, di cui 49 cuccioli e 56 adulti dei quali almeno 20 erano fattrici. Tutti i cani rinvenuti sono di razza pregiata, quali chihuahua, pomerania barboncino toy, chin, papillon, bulldog francese e american bully e molto richiesti sul mercato degli animali.

Dagli accertamenti effettuati l’allevamento è risultato che i titolari non avevano mai presentato comunicazioni di inizio attività al comune e dunque l’attività non risultava essere iscritta alla Camera di Commercio, per cui non era stata aperta alcuna partita Iva e la vendita degli animali avveniva senza l’emissione di fatture.

Da verifiche documentali è risultato che durante gli anni la titolare e i suoi familiari hanno avuto intestati all’anagrafe canina ben 773 esemplari, poi nel tempo venduti a vari clienti ad un prezzo medio di circa 1000 a esemplare.

Nell’allevamento erano presenti anche 20 cani provenienti dall’Europa dell’Est per i quali non era stato rilasciato alcun documento fiscale di vendita.

Sono state quindi elevate 15 sanzioni amministrative per le numerose violazioni accertate durante i controlli per un importo complessivo superiore ai 5.000 euro.

PRECISAZIONI / ERRATA CORRIGE

Riceviamo e pubblichiamo alcune precisazioni in merito al comunicato stampa riportato qui sopra:

In primo luogo, quanto alla paventata vendita “in nero” dei cuccioli, si specifica che l’impresa agricola in oggetto è specificamente abilitata alla vendita di animali vivi e iscritta alla Camera di Commercio della Spezia. Del tutto infondata, quindi, l’affermazione secondo cui la stessa non abbia mai aperto una partita I.V.A.. Risulta conseguentemente errata la ricostruzione del presunto schema di vendita dei cani, che nei numeri viene comunque tendenziosamente ingigantito non tenendo conto degli animali tenuti solo a scopo d’affezione, di quelli ceduti a titolo gratuito, di quelli impiegati in progetti di pet therapy e di quelli negli anni deceduti.

Nell’articolo si allude a una ristretta quota di cani provenienti dall’estero, ma manca qualsiasi riferimento alla circostanza per cui gli stessi sono esemplari adulti acquistati dalla proprietaria a scopo d’affezione e tenuti come animali da compagnia. Prova ne sia il fatto che durante il sopralluogo sono stati rinvenuti in casa e non conteggiati come riproduttori.

Si comunica infine che l’accertamento effettuato non ha evidenziato né carenze né irregolarità in merito alle modalità di detenzione degli animali presenti e al livello di benessere animale garantito.

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