Ultimo appuntamento stagionale qui all’Overlook Motel, siamo in procinto di chiudere con l’arrivo della stagione estiva. Ebbene sì, come avrete ormai imparato, il mondo del cinema è parecchio strano e quindi noi, che lo viviamo e lo raccontiamo, chiudiamo i battenti con l’arrivo dell’estate. Che ci volete fare? Le stanze sono ormai tutte vuote e solo un’ultima ospite non ha ancora preparato le valigie, la più giovane che abbia mai camminato per i corridoi di questo simbolico edificio.
Rosa Barbolini, classe 2006, è nata e cresciuta alla Spezia e ha frequentato dall’età di cinque anni il Centro Studi Danza di Loredana Rovagna, dove ha conseguito una solida formazione nell’ambito del teatro-danza, partecipando a vari seminari anche in contesti internazionali. Ha lavorato come attrice cinematografica in diversi progetti dall’età di tredici anni, tra cui il lungometraggio “Glassboy”. Nel 2025 ha realizzato il suo primo cortometraggio da regista.

Ciao Rosa, ad oggi sei l’ospite più giovane che abbia mai soggiornato all’Overlook Motel, visto che hai appena 19 anni. Come hai iniziato il tuo percorso come attrice?
Ho sempre avuto una grandissima passione per la recitazione, da quando ne ho memoria. Sin da molto piccola organizzavo recite casalinghe e improvvisavo scene coinvolgendo amici e parenti. Non ho mai frequentato un corso di teatro vero e proprio, dunque possiamo dire che il primo avvicinamento con quel mondo è avvenuto attraverso i laboratori scolastici e, in parte, con la danza, attività che mi ha da sempre accompagnata e ha insita una componente recitativa molto intensa.
In precocissima età hai avuto poi la possibilità di entrare nel mondo del cinema. Come è ti si è presentata tale occasione?
Da piccola non smettevo di insistere affinché i miei genitori mi presentassero ad un provino per poter realizzare il mio sogno, quello di diventare attrice. All’età di tredici anni, finalmente, mia madre ha trovato l’annuncio di un casting per un ruolo importante : mi sono presentata e ho conosciuto così, per la prima volta, il mondo del cinema.
Durante la lavorazione del film “Glassboy” ti sei relazionata con altri attori tuoi coetanei, come pure con interpreti navigati e un mito dello spettacolo italiano come Loretta Goggi. Come è stata l’esperienza del set?
L’esperienza è stata incredibile : ad oggi il ricordo più felice che porto con me. Mi sono ritrovata catapultata in una dimensione estremamente professionale, con tutta la disciplina e la serietà che implica, ma con una leggerezza, serenità e spontaneità del tutto conforme all’età che avevo allora. Gli attori adulti sono stati maestri e modelli da imitare, i miei coetanei invece compagni con cui condividere una grande emozione. Ho avuto anche l’enorme fortuna di conoscere un regista esemplare: Samuele Rossi è un artista estremamente umano, empatico, vitale e pieno di passione per quello che fa.
Dopo quel primo approccio con il mondo del cinema sono arrivati altri ingaggi e hai dato prosieguo alla tua carriera. C’è un progetto a cui sei particolarmente affezionata?
“Glassboy”rimarrà sicuramente sempre l’esperienza a cui riserverò il più sincero affetto. Tuttavia, sull’ultimo set nel quale ho lavorato, quello del film “L’amore sta bene su tutto”di Giampaolo Morelli, ho conosciuto per la prima volta un ambiente gravido di giovani menti, ragazzi poco più grandi di me con tante idee, progetti e visioni cinematografiche innovative. Questo mi ha consentito di condividere la mia passione e apprendere molto.
Prendere parte a progetti professionali ed essere contattata per i vari casting comporta anche relazionarsi con la propria agenzia. Quanto cambia rispetto a recitare senza averne una e che consigli daresti in merito a ragazzi della tua età in procinto di intraprendere una strada simile?
Ad un certo punto avere un’agenzia diventa fondamentale se si intende fare questo lavoro seriamente. Gestire autonomamente le convocazioni ai casting, i rapporti con le produzioni e gli impegni lavorativi non era più compatibile con la mia vita da studente. Io consiglio di trovare rappresentanza in agenti dei quali si abbia piena fiducia e con i quali ci si senta di poter parlare in un’ottica orientata al futuro, al proprio percorso di studi e agli obiettivi a lungo termine. Fiducia e condivisione sono fondamentali.

Adesso però possiamo rivelare che recentemente hai aggiunto alle tue esperienze come attrice anche la prima in qualità di regista. Che differenza c’è a stare dall’altra parte della macchina da presa?
La differenza è abissale: da una parte si studia, si interpreta e ci si adatta alle esigenze, dall’altra si plasma l’intero progetto e ci si assume la responsabilità di accompagnarlo fino alla sua completa realizzazione, curandolo in ogni dettaglio, non solo seguendo l’aspetto interpretativo. Io mi sento molto a mio agio nei panni del regista: il mio bisogno di creare e dirigere trova spazio. Tuttavia essere regista è molto impegnativo, e la mia prima esperienza mi ha fatto capire quanto sia fondamentale studiare questo mestiere.
Bene, siamo giunti alla fine di questa chiacchierata ma prima di salutarci non puoi lasciarci senza dirci quali saranno i tuoi prossimi passi in ambito cinematografico. Insomma, cosa prevede il futuro?
Intendo studiare regia all’università, è il percorso che più mi rappresenta e nel quale vedo il mio futuro. Sicuramente però, non abbandonerò la recitazione, infatti continuerò a lavorare come attrice per conoscere ogni aspetto del mondo del cinema e approfondire sempre più entrambe le spinte passionali che possiedo.
Che dire? Siamo affascinati dall’energia e dalle idee chiare di questa giovane attrice e, glielo auguriamo con tutto il cuore, futura cineasta. Noi continueremo a seguire con grande partecipazione il suo percorso mentre voi, per continuare a leggere noi, dovrete aspettare qualche mese. Nel frattempo ammazzatevi di settimana enigmistica sotto l’ombrellone. Buona estate a tutti!