Riceviamo e pubblichiamo da parte del Comitato in Difesa del Diritto alla Salute Lunigiana
Dieci anni fa la Regione Toscana promulgò la legge regionale 28/2015 che prevedeva l’accorpamento delle 12 Asl toscane in 3 mega AUSL di aree vaste. La legge fu fortemente contestata da Cittadini, Sindacati, Movimenti, Partiti, Associazioni oltreché dagli stessi operatori sanitari con la richiesta di Referendum Abrogativo (accolto dal Collegio di Garanzia) e la successiva raccolta di firme di 56.000 cittadini toscani in due soli mesi. Firme regolarmente depositate il 4 Novembre del 2015.
Purtroppo, il Referendum non si è tenuto, perché la Giunta modificò la Legge.
Dieci anni dopo, lo stesso Comitato referendario ha deciso di riaprire il dibattito sulle aree vaste.
Quelle che erano le nostre preoccupazioni, si sono puntualmente avverate ed ora sono sotto gli occhi di tutti
Le tre AUSL sono strutture elefantiache ed IL GIGANTISMO ORGANIZZATIVO in sanità non paga: aumenta la complessità organizzativa e finanziaria, diminuisce la capacità di controllo sul funzionamento dei servizi e la trasparenza, aumentano le distanze tra il livello decisionale e la partecipazione democratica e si riducono quasi a zero le possibilità di influenza dei sindaci e delle comunità locali che subiscono scelte dall’alto.
Sono state le province più piccole ed i territori marginali ad aver pagato il prezzo più alto, con ospedali svuotati e servizi sempre più distanti. I corridoi ed i reparti ridotti dei nostri ospedali sono desolanti.
I lunghi tempi di attesa associati al fenomeno delle Agende chiuse (oggetto di forte critica da parte della stessa Corte dei Conti) nonché le proposte al CUP di sedi lontane dalla residenza all’interno dell’Area Vasta, hanno prodotto eproducono migrazioni di massa verso il settore privato, soprattutto se questo mette sul mercato prestazioni low cost. Dietro una Richiesta di Prestazione e successiva Prenotazione c’è una Persona (talvolta una famiglia) ma nella realtà il tutto è gestito come NUMERO e poco importa a questo SISTEMA sempre più distante dal cittadino se quel numero riceve una risposta (quando è fortunato e la riceve!) lontano dalla residenza. I disagi ed i costi ricadono sui cittadini che spesso, sono costretti a ricorrere al privato più vicino ed economico, oppure a rinunciare alle cure. Secondo fonti ISTAT (anno 2023) sono oltre 200.000 i Cittadini Toscani che hanno rinunciato a curarsi.
I promotori del Referendum, quindi, chiedono alla politica tutta, una riflessione sul sistema Sanità toscana ed un ritorno alle ASL su base provinciale.
Siamo consapevoli che ci siano eccellenze e che i nostri operatori sanitari stiano dando il massimo ed è grazie ai loro sacrifici che il sistema regge, ma è necessario rimettere al centro la Sanità pubblica, garantire servizi equi a tutti i territori, riportare i bisogni dei cittadini e delle fasce più deboli attraverso una Conferenza dei Sindaci che possa aver voce in capitolo.
Il quesito referendario è stato pubblicato sul BURT del 19 maggio. Abbiamo sei mesi di tempo e ci siamo dati fino al 30 settembre per raccogliere 30.000 firme. Se riusciamo nell’obiettivo, sarà la prima volta che si terrà in Toscana una consultazione di questo tipo (non è previsto il quorum per i referendum consultivi) e il nuovo Consiglio Regionale sarà obbligato a discutere nel merito del quesito referendario.
A Fivizzano sarà possibile firmare presso l’ufficio anagrafe del Comune dalle 9 alle 12 dal lunedì al sabato. Cercheremo di organizzare anche tavoli di raccolta firme anche in altri comuni della Lunigiana con i Consiglieri comunali/provinciali, Assessori, avvocati che si renderanno disponibili ad autenticare le firme e che invitiamo a contattarci (comitatoreferendumconsultivo@gmail.com)
Riprendiamoci la Sanità Pubblica!