Il Gruppo Praticamente Democratici di Pontremoli prende posizione sul Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà nel fine settimana a Verona, con un comunicato.
“Il Congresso Mondiale delle Famiglie previsto a Verona costituirà ‘un momento di riunione per dimostrare che si è formato un potere forte a livello internazionale, che fa riferimento a movimenti di destra sessisti, omofobi, razzisti e anti-femministi” con l’obiettivo di “unire e far collaborare leader, organizzazioni e famiglie per affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società’.
Il Congresso Mondiale delle Famiglie sarebbe, secondo Michela Nacca (avvocata della Sacra Rota), ‘un’occasione per contarsi partendo dall’Italia dove, in questa fase storica, è in atto un esperimento sociale per riaffermare un movimento che sembra avere molti punti in comune con la destra fascista, il cui fulcro è tornare indietro rispetto ai diritti delle donne’.
Come PD non possiamo sostenere idee complottiste ma vogliamo evidenziare che nella confusione generale di questo periodo storico entrano al centro del dibattito dei personaggi che fino a ieri non avevano spazio politico culturale, questo almeno in Italia e nell’Europa occidentale. Situazione diversa negli USA dove il KKK ed altre sette suprematiste lo spazio se lo sono preso nel passato e dopo la stagione dei diritti civili sono tornate in auge. In fondo, nelle elezioni presidenziali del 2008, Sarah Palin fu scelta come espressione di quel mondo politico / religioso.
Il tema della famiglia, dunque, sarebbe solo ‘un pretesto per arrivare alla creazione di un partito o un movimento esplicito di massa popolare a livello internazionale’.
Da Democratici sosteniamo la legittimità dell’operazione politica condotta dal ministro della Lega Lorenzo Fontana e dal senatore Simone Pillon in collaborazione con le associazioni pro-vita e anti-LGBT nonché personaggi che esprimono idee medievali e oscurantiste contro l’interruzione volontaria di gravidanza, contro il divorzio, contro l’emancipazione femminile e contro le unioni civili.
Da Democratici è altrettanto doveroso opporci politicamente a questa visione repressiva delle libertà civili e delle conquiste sociali, che minaccia direttamente la libertà delle donne e la libertà di amare, con lo spostamento indietro delle lancette dell’orologio della storia italiana ed europea di un paio di secoli.
Persino la Chiesa ha preso le distanze nonostante il Congresso si richiami al tema della famiglia caro alla Chiesa e nonostante gli organizzatori esplicitamente sostengano di essere animati da principi e valori cattolici.
Per la nostra formazione politico/culturale progressista riteniamo che le famiglie siano tutte uguali, siano esse tradizionali e arcobaleno, con figli o senza figli.
Tutte chiedono allo Stato di avere serie ed efficaci politiche familiari, e dunque asili, sussidi familiari ove necessario. Tutte chiedono alle forze politiche la capacità di includere nell’agenda politica il tema famiglia. Ed allora ad una difesa della famiglia e della vita impostata sulla limitazione dei diritti acquisiti, almeno in occidente, di donne e minoranze proponiamo in alternativa una comune convergenza sul sostegno alle famiglie qualunque esse siano, parlando il linguaggio del welfare e dei servizi. Naturalmente – concludono – questo tipo di politica è difficile perché, alla facile individuazione del capro espiatorio nella figura delle donne e del diverso, oppone una visione strategica e valoriale per la valorizzazione degli stessi.”