martedì 15 Aprile 2025

Ottanta anni dalla Liberazione di Carrara, ecco le celebrazioni

11 aprile 1945-11 aprile 2025: sono passati 80 anni, Carrara non dimentica e celebra la l’anniversario della sua Liberazione.

Venerdì 11 aprile, alle 10.45 verrà deposta una corona al cippo commemorativo della Medaglia d’Oro al Merito Civile della Città di Carrara in Piazza 2 Giugno.

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Alle 11.00 è convocato a palazzo civico il Consiglio comunale in adunanza straordinaria “aperta” e in forma solenne. Dopo i saluti del Presidente del Consiglio comunale Cristiano Bottici e della Sindaca Serena Arrighi, i lavori saranno  dedicati alla figura del partigiano carrarese Jacopo Lombardini. Interverranno Almarella Binelli Presidente di ANPI Carrara e Alberto Pincione dell’Associazione Mazziniana Italiana sezione di Carrara.

E’ possibile seguire i lavori del Consiglio in diretta live all’indirizzo magnetofono.it/seduteonline/carrara/index.php?list=live

Nato a Gragnana il 13 dicembre 1892, Jacopo Lombardini morì a Mauthausen il 24 aprile 1945, Medaglia d’argento al valor militare alla memoria. Cresciuto in una famiglia di cavatori di marmo di tradizioni repubblicane, come si legge sul sito di A.N.P.I., conseguì il diploma di maestro. Durante la Prima guerra mondiale fu incaricato della propaganda tra i militari. Più volte colpito dagli squadristi negli anni del fascismo nascente, Lombardini non cedette mai. Convertitosi al protestantesimo, nel 1924 si laureò in teologia a Roma e, tornato a Gragnana, si diede alla predicazione evangelica, testimoniando sempre contro il fascismo. Nel 1940, trasferitosi a Torino, fu istitutore in un Convitto valdese e si prodigò per far nascere l’organizzazione del Partito d’Azione e le prime formazioni di “Giustizia e Libertà” delle quali entrò a far parte, subito dopo l’armistizio, come commissario, col nome di battaglia di “Professore”, della V Divisione alpina “Sergio Toia”. Lombardini, che non impugnò mai le armi, fu catturato dai nazifascisti il 24 aprile 1944 a Bobbio Pellice (TO).  Fu sottoposto per più giorni a brutali pestaggi, fu quindi portato a Torino, poi trasferito nel Campo di Fossoli (MO), a Bolzano-Gries e quindi, il 5 agosto 1944, la partenza per il campo di sterminio di Mauthausen, dove resistette otto mesi alle privazioni e ai maltrattamenti, prodigandosi per sostenere materialmente e moralmente i suoi compagni di deportazione.  Alla vigilia della liberazione fu ucciso nelle camere a gas del lager. Alla sua memoria, a Gragnana hanno dedicato una lapide e la scuola; un Centro evangelico porta il suo nome a Cinisello Balsamo (MI).

Redazione
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