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Opinioni – Ad Aulla l’assestamento di bilancio non concilia il nuovo Consiglio

Gli aullesi si aspettavano sabato un temporale ristoratore dopo tanta siccità. Invece, la tempesta è arrivata col sole alle 13:30 nell’aula consiliare. Fortuna ha voluto però che non fossero molti a finirci sotto, perché il consiglio comunale avrebbe dovuto iniziare alle 9, ma nessuno ha pensato di avvisare la cittadinanza del cambiamento, almeno non dal sito ufficiale del Comune. Noi, al contrario, l’acqua l’abbiamo presa tutta.

Lasciando la metafora, questo Consiglio sull’assestamento e il riconoscimento dei debiti fuori bilancio ci pareva interessante, perché aspettavamo un cambio di rotta rispetto al tenore della passata giunta, sostenuti per di più dalle dichiarazioni del sindaco all’avvio della nuova consiliatura.

E invece, come il vizio del lupo, veniamo a sapere dei soliti ritardi nella messa a disposizione dei documenti utili alla discussione e della mancanza di altri. Ma del resto, comunicazioni ufficiali inviate per whatsapp, conferenze di capigruppo senza verbale e ironiche carinerie emesse a mezza bocca, non potevano che essere la sostanza già annunciata dalla scarsa considerazione per i cittadini, tenuti all’oscuro della modifica di orario dovuta proprio ai ritardi di cui si è detto.

Ecco che dopo la lettura delle voci contabili per l’assestamento di bilancio, che pure ha offerto la sorpresa di una piccola devianza, cioè l’inserimento in bilancio di uno dei debiti che si sarebbe dovuto riconoscere in consiglio, si è passati all’esame dei due debiti fuori bilancio più discussi.

Il primo, dell’ammontare di poche migliaia di euro, riguarda una sentenza che ha condannato il Comune al pagamento delle spese di giudizio nella causa intentata da una donna straniera per l’attribuzione dell’assegno di maternità. Il secondo, invece, di 350.000 euro per accordo transattivo deciso dopo una precedente sentenza avversa per 180.000 euro già pagati, chiuderebbe la partita più che ventennale con Eni sulla pompa di benzina in piazza della Repubblica.

In entrambi i casi l’opposizione ha chiesto di valutare la sussistenza di un danno erariale, per responsabilità dirigenziale nel primo caso, per errata valutazione della maggioranza che ha agito senza informare l’opposizione nel secondo. Nel primo caso, infatti, non si capirebbe la scelta del comune di non costituirsi in giudizio per una vicenda che non impegnava le casse comunali ma quelle dell’INPS, quindi oggi l’esito è che l’istituto di previdenza non pagherà nulla e il comune aullese rimborserà le spese dei due giudizi.

Questo per una scelta originaria che forse poteva essere più meditata, visto che nella sentenza si legge che quello era l’orientamento della giurisprudenza già all’epoca dei fatti. per rigenerazione

Noi chiederemmo al sindaco e alla giunta tutta meno latinorum, che a distanza di qualche anno può far qualche scherzetto di correttezza grammaticale, e più attenzione a valutare attentamente strade che potrebbero far risparmiare qualcosa alle casse pubbliche.  

(Di Fabio Certosino)

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