giovedì 19 Dicembre 2024

Officina di Carrara lavorava in nero, sorpresa dai Carabinieri

Nella scorsa settimana, militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Massa Carrara, in collaborazione con gli Ispettori tecnici dell’Ispettorato del lavoro, sede di Carrara, coordinati funzionalmente dalla direttrice dell’ITL di Lucca – Massa Carrara , dott.ssa Venezia Anna Maria, hanno provveduto a ispezionare ad effettuare un controllo presso un’officina di autoriparazioni a Carrara.

L’attività è stata svolta in seguito ad alcune segnalazioni di cittadini che lamentavano l’impossibilità a pagare con bancomat o altro sistema tracciato riferendo che il titolare richiedeva il pagamento in contanti senza accettare alternative.

È stata ravvisata un’altra anomalia nel contesto di queste segnalazioni, riguardante l’impossibilità di ottenere alcuna ricevuta documentale degli interventi effettuati alle vetture anche ai fini fiscali.

A tal proposito è stato quindi svolto un servizio di osservazione e all’interno dell’officina sono stati notati due meccanici, ognuno impegnato a effettuare interventi al motore di 2 autovetture. Avendo conferma dell’attività di autoriparazione in funzione, i Carabinieri hanno proceduto al controllo dei due meccanici richiedendo la documentazione attestante la regolarità di tale attività commerciale.

Dai primi accertamenti svolti, è emerso che l’attività di autoriparazione era abusiva in quanto non era stata costituita alcuna impresa e non era stato formalizzato alcun adempimento riguardante i contratti di lavoro del dipendente, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in materia di gestione dei rifiuti derivanti da lavorazioni meccaniche. 

L’attività sembrava comunque fiorente in quanto nell’area antistante l’officina vi erano diverse auto parcheggiate in attesta di intervento e, durante il controllo sono stati notati diversi automobilisti avvicinare il responsabile dell’officina che sbrigativamente li congedava.

Di fronte alla totale inosservanza di regole e il contesto in cui si trovava l’officina, cioè all’interno di altra attività dedita alla distribuzione di carburanti e a un deposito temporaneo di bombole gpl, gli uomini dell’arma hanno proceduto al sequestro preventivo, per la successiva convalida da parte del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Massa.

Sono subito state confermate le immediate contestazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro riguardanti la mancata valutazione dei Rischi, la mancata individuazione delle misure preventive e di protezione dei lavoratori, la mancata individuazione delle procedure e dei ruoli per la sicurezza all’interno dell’impresa, il mancato rispetto degli adempimenti relativi a formazione e verifica dell’idoneità sanitaria del lavoratore che prevedono ammende sino a euro 31.892 e venivano rilevate violazioni amministrative relative all’impiego irregolare del lavoratore che prevedono sanzioni per 3900 euro.

Al termine delle valutazioni di legge, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Massa ha convalidato il sequestro preventivo e ha disposto l’apposizione dei sigilli ai locali destinati all’attività di autoriparazione.

Al termine di questa prima attività, verranno svolti approfondimenti nei confronti del responsabile dell’attività e della clientela per quanto disciplina la normativa 122 del 1992 riguardante l’attività di autoriparazione che prevede sanzioni amministrative sia per il gestore sia per i proprietari di veicoli che si rivolgono ad autofficine non autorizzate.

Verranno altresì attenzionati gli aspetti fiscali e della gestione dei rifiuti debitamente rappresentati agli organi competenti.

Si sottolinea che la responsabilità penale dei soggetti sarà accertata solo all’esito del giudizio con  sentenza irrevocabile o per estinzione del reato connesso agli adempimenti posti in essere dagli indagati a seguito delle prescrizioni e al pagamento di ¼ dell’ammenda prevista. Nei confronti degli stessi vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.

Redazione
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