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"Non riusciamo a trovare personale", parla il presidente Serinper che ha aperto una sede anche ad Aulla

“Non riusciamo a trovare personale. E non capiamo perché. Noi facciamo quello che deve fare un’azienda sana”.
“Assumiamo a tempo indeterminato, paghiamo regolarmente gli stipendi e diamo ai nostri dipendenti la possibilità di programmare il futuro: chiedere un mutuo, comprare la casa, mettere su famiglia. Certezze e garanzie che a quanto pare non interessano più, soprattutto fra i più giovani, affascinati e conquistati dal mondo dei social e degli influencer, attratti dai soldi facili ottenuti con la visibilità”.
A raccontare l’ennesimo paradosso tutto italiano è Enrico Benassi, responsabile del personale della cooperativa Serinper, società che dal 2010 si dedica al servizio di persone con disagi sociali, relazionali ed affettivi di tutte le età con 13 strutture aperte nelle province di Massa Carrara e Lucca fra comunità educative e terapeutiche, case famiglia e gruppi appartamento. Un settore estremamente delicato per chi ci lavora, questo è certo, sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello psicologico, con i dipendenti chiamati a relazionarsi con soggetti fragili, anche minorenni. Ma è pure un ambito che continua a espandersi e dove non mancano le proposte di assunzione.
Serinper oggi conta un centinaio di dipendenti ma da alcune settimane ha avviato le procedure per assumerne altri 30 per l’apertura di una nuova struttura in Lunigiana, ad Aulla. “Si tratta del progetto de ‘I numeri complessi’, due moduli dedicati ai ragazzi adolescenti, nelle fasce di età fra i 10 e 14 anni e dai 14 ai 18 anni – prosegue Benassi -. Abbiamo bisogno di educatori, tecnici della riabilitazione psichiatrica, operatori socio sanitari, infermieri e animatori di comunità. Le candidature sono aperte dalla seconda metà di marzo, abbiamo ricevuto circa 300 curricula ma ben pochi cercano realmente lavoro”.
Nessun legame con il ‘Reddito di cittadinanza’: “Non è quello che spinge le persone a non cercare lavoro. C’è chi sembra spaventato, ragazzi giovani che si presentano ai colloqui con i genitori più terrorizzati di loro. Molti non vogliono responsabilità e giocano il ruolo di Peter Pan fino a 30 anni e oltre. Sembra – sottolinea ancora il responsabile del personale di Serinper – che la società si sia involuta evolvendosi. Una volta i giovani cercavano l’autonomia, oggi inseguono idoli e modelli immateriali, hanno sogni alienanti: media manager di se stessi, influencer sui social. Sognano di vivere e guadagnare facendosi fotografie e mancano spesso di studi, esperienza e preparazione in qualsiasi ambito”.
Un paradosso nel paradosso che riguarda in particolare la provincia apuana, quella dove, secondo le statistiche, la fame di lavoro sarebbe più grande e forte che altrove. “E la cosa ancor più triste – ribadisce Benassi – è che non si trova personale formato in un settore come il nostro che offre aiuto alle parti deboli della società. Così le selezioni sono ancora aperte, basta inviare il proprio curriculum vitae via email a [email protected], ma crediamo che sia necessario fare qualcosa in più”.
Benassi lancia un appello alle istituzioni, alle associazioni di categoria, alla Camera di Commercio: “Investiamo in questo settore che è in crescita, come dimostra la nostra società. C’è evidentemente bisogno di fare della formazione specifica per superare lo scollamento fra gli studi scolastici e universitari e il mondo del lavoro, per colmare il vuoto fra teoria e pratica che incute timori e paure. Creiamo un polo professionale di formazione, magari nei locali del vecchio ospedale, mettendo insieme pure la scuola infermieri, capace di creare posti di lavoro e personale specializzato che troverà sicuramente un posto e un futuro, anche fuori regione”.

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