Il Sindaco di Tresana e Assessore alla Protezione civile dell’Unione dei Comuni attacca il Consorzio di Bonifica Toscana Nord analizzando la situazione dei fiumi: “Nei tratti montani la situazione è migliore, ma scendendo a valle peggiora sensibilmente. A mio modesto avviso c’è un problema di approccio: si vede solo il rischio idraulico e si interviene con la realizzazione di opere e interventi sugli alvei invece che col riassetto del territorio”.
Motivo per cui i benefici degli interventi sarebbero pochi: “Probabilmente intervenendo così si rischia che il bacino idrualico diventi ancor più vulnerabile. Tutto ciò che modifica il sistema può determinare riduzione della capacità delle falde acquifere e, più in generale, una perdita di biodiversità e un danno alle attività che dipendono dalla qualità delle acque e dell’ambiente naturale, come la pesca, il turismo, l’utilizzo dell’acqua potabile a scopo agricolo”.
Mastrini traccia una linea che porterebbe a maggior benefici: “Se non si lavora sulla prevenzione non si fa il bene del territorio. Vediamo spesso interventi mastodontici e molto onerosi, quando sarebbe auspicabile una migliore manutenzione ordinaria con interventi meno invasivi. Al tempo in cui queste manutenzioni – precisa Mastrini – erano affidatile agli operai dell’ex Comunità Montana, c’era un maggior dialogo con il territorio e un sistema meno burocratico. Gli interventi erano frequenti e utilissimi, i tempi di risposta pressoché immediati e l’approccio preventivo”.
Poi l’attacco al modello dei consorzi: “Adesso invece abbiamo un soggetto parallelo all’Unione dei Comuni creato per gestire una funzione che è stata scorporata da un ente comprensoriale. Ce n’era bisogno? Per me assolutamente no. E per questo insisto sulla necessità di una riflessione per ripensare la funzione della bonifica, magari riportandola dov’era, ovvero al territorio”.