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Massa Carrara, 3000 PMI non riapriranno senza aiuti concreti, è crisi nera di liquidità

3.000 imprese artigiane non riapriranno dopo il lockdown senza aiuti concreti. È crisi di liquidità. A denunciare quanto sta accadendo è Paolo Bedini Presidente di Cna Massa Carrara che chiede una spinta ulteriore in vista degli ulteriori provvedimenti di restrizione del Governo. “Nella nostra provincia – spiega il Presidente di Cna – abbiamo un altissimo tasso di micro, piccole e medie imprese. Stiamo parlando di migliaia di attività del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi, interi comparti del settore economico che sono in difficoltà già a fine marzo, figuriamoci dopo. Molti, probabilmente, al termine di questa emergenza non riapriranno. Ci sono 3000 aziende che rischiano di scomparire…”.
Cna è consapevole problema sanitario e sociale. “La nostra associazione – prosegue Bedini – si è esposta direttamente per la richiesta di una chiusura totale ancor prima che fosse fatta, ma con la stessa lungimiranza e responsabilità siamo altrettanto consci che le attuali misure varate dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus non siano sufficienti”. Secondo un sondaggio di Cna il 87% degli imprenditori ritiene che i provvedimenti presi siano poco o per niente adeguati, mentre solo il 13% ritiene che siano mediamente  efficaci. A preoccupare le imprese è soprattutto l’impatto dello stop prolungato sulla propria attività e sull’economia in generale. Il 41% degli intervistati non esclude la possibilità di non riaprire più, mentre un ulteriore 37% ritiene di essere a rischio se la sospensione dell’attività dovesse durare ancora a lungo. Il 50% si dice spaventato soprattutto da una possibile recessione economica, una quota praticamente identica a chi è preoccupato maggiormente dall’emergenza sanitaria (49%).  Il 90 % si dice convinto del mancato incasso dei pagamenti in sospeso da ricevere.
I primi provvedimenti governativi, relativi alle moratorie di mutui, leasing e finanziamenti, hanno alleggerito le preoccupazione primarie delle aziende, così come l’accesso agli ammortizzatori sociali, per garantire i dipendenti. “Purtroppo – analizza Bedini – di fronte ad una emergenza che ogni giorno che passa pare destinata a prolungarsi ulteriormente, questi provvedimenti risultano non risolutivi. Non possiamo pensare di rispondere alle esigenze delle imprese semplicemente spostando le scadenze dei pagamenti tributari e contributivi, oppure con il credito d’imposta sulle locazioni o con qualche ritocco di tasse locali. La situazione della liquidità di queste imprese, soprattutto dopo la scadenza di fine mese di marzo, inizia a configurarsi come drammatica; sono stati segnalati un gran mole di insoluti e le imprese ricevono lettere sempre più numerose da parte di clienti che annunciano mancati pagamenti legati all’emergenza. Giustificazione che, in qualche caso, rappresenta solo un indegno pretesto, se teniamo in considerazione che vengono respinti i pagamenti di servizi, vendite, prestazioni e trasporti relativi al mese di gennaio”.
Cna fa il quadro della situazione. Molte aziende vivono dei ricavi giornalieri che reinvestono nella loro attività immediatamente. Con il prolungamento della serrata al 13 aprile, queste imprese non saranno in grado di riprendere con i loro mezzi. Ecco perché c’è bisogno di un intervento massiccio per dare liquidità. Uno sforzo straordinario, che tenga conto dell’effettiva perdita di fatturato delle imprese, rispetto agli anni precedenti, per dare loro la possibilità di rilancio. C’è bisogno di un intervento ampio a favore di tutte quelle aziende che, a seguito dell’emergenza virus, hanno visto loro attività azzerare o dimezzare i loro ricavi. Solo con un intervento di questo tipo potremmo pensare che dopo l’emergenza sanitaria non ci troveremmo a chiudere per quella economica.
Cna produrrà un documento da inviare alla Regione Toscana. “Seguiamo attentamente le problematiche sulle modalità di rilascio di liquidità alle imprese e in alcuni casi, la soluzione potrebbe essere più semplice di quello che si pensa. – prosegue ancora Bedini anticipando le linee guida del documento – In primo luogo, se si decide di passare dal sistema bancario, bisogna attenuare la rigidità del sistema di rating, valorizzare un soggetto in grado di calmierare il mercato dei tassi, come ad esempio e soprattutto se si decide di finanziare grandi aziende va verificato che le stesse onorino il pagamento verso le filiere della subfornitura, altrimenti ci troveremmo per assurdo ad avere aziende con le casse piene ed aziende con le casse vuote. Per questo motivo si potrebbe pensare a misure immediate per quelle imprese che avendo già delle linee di credito ed essendo già censite e valutate, potrebbero trovarsi automaticamente aumentate del 50% le linee già precedentemente approvate. Con il vantaggio di avere a disposizione subito una buona parte di liquidità da restituire magari gradualmente in 36 mesi, garantita dallo Stato. Allo stesso modo ci sono diverse aziende che vantano nei confronti delle pubblica amministrazione pagamenti di fatture già emesse e giacenti per i vincoli di bilancio, vincoli che ora posso essere superati. Questi pagamenti rappresenterebbero una immediata liquidità che peraltro l’azienda aveva magari anche finanziato con apposite linee di credito su cui paga interessi. Fondamentale sarebbe poi avere finanziamenti a tasso zero e con garanzia totale dello stato, proporzionati ai fatturati degli anni precedenti, senza escludere una parte a fondo perduto relativa al periodo di chiusura imposto”.
Nel frattempo, per una certa tipologia di imprese, grazie ad accordi con Artigiancredito Toscano, Cna sarà in grado di erogare finanziamenti diretti alle imprese socie per importi da un minimo di 5.000 euro e fino ad un massimo di 25.000. “Misura di Microcredito che avevamo studiato per un contesto economico normale ma che diviene fondamentale in questa situazione, soprattutto perché non implica l’apertura di nuovi conti correnti ma utilizza quello esistente dell’impresa, indipendentemente dall’Istituto di Credito. Mentre per altre tipologie di imprese – conclude Beedini – grazie allo strumento di Artigiancassa, aprendo rapporti con BNL, il limite dei finanziamenti  sarà di 50.000 euro. Aspettiamo comunque fiduciosi le misure del Governo e consigliamo alle imprese di valutare attentamente tutti i prodotti bancari che vengono proposti”.

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