Si conclude con la fine del 2019 il mandato del Consiglio direttivo del Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. L’attività del consiglio uscente è iniziata il 26 gennaio 2015 con la conferma a direttore di Giuseppe Vignali e l’elezione a Vice Presidente di Pier Romano Mariani nella prima seduta. Da allora l’attività è stata intensa e ha affrontato numerose sfide e argomenti, con successi che sono bene e sinteticamente rappresentati dall’eccellente ultimo bilancio approvato, il preventivo 2020.
Il bilancio 2020, lasciato in eredità al Consiglio direttivo entrante, è un risultato straordinario. Partendo da un contributo annuale per il funzionamento dell’Ente del ministero dell’ambiente di 1,6 milioni nel 2020 sono state reperite risorse per 10,3 milioni,provenienti da diversi canali finanziari. L’indebitamento è zero, le spese di funzionamento sono sotto il 5% del totale.
Un risultato così importante è stato costruito negli anni grazie alla bravura di amministratori e dipendenti,ma anche e soprattutto alle molte collaborazioni, a partire da comuni,unioni, regioni, associazioni,consorzi,usi civici,e molte imprese: in tal senso si può affermare che questo bilancio appartiene ai molti che hanno lavorato insieme al Parco Nazionale.
Dentro il preventivo per il 2020 c’è veramente di tutto: dalle azioni per sostenere lo sviluppo compatibile delle attività umane alla conservazione della biodiversità e al contrasto al cambiamento climatico. Quasi tutte le azioni sono esperienze innovative e pilota (5 progetti Life in corso).
Un grande risultato conseguito in questo mandato è stato il riconoscimento Unesco nel Giugno 2015, la proclamazione della Riserva della biosfera dell’Appennino tosco emiliano nel giugno 2015. La proposta è stata pensata e sostenuta dal Parco nazionale ed ha consentito di realizzare tutt’intorno al parco un’area dedicata alla sostenibilità di circa 230.000 ettari compresi nelle province di Parma, Reggio Emilia, Massa Carrara, Lucca e Modena. La Riserva Unesco è uno strumento nuovo,dinamico,molto adatto al contesto dell’Appennino tosco emiliano ed ha avuto un’ottima accoglienza da parte delle comunità locali.
Nel settore agrosilvopastorale sono state sostenute le produzioni tipiche con numerose iniziative che hanno coinvolto l’intera filiera: dalla sistemazione dei pascoli, alla conservazione delle razze in via d’estinzione (gemellaggio delle tre pecore), fino alla commercializzazione e alla gastronomia (progetto Upvivium- biosfera gastronomica) che ha avuto risonanza internazionale e che ha coinvolto decine di imprese agricole edi ristorazione e soggetti come Coldiretti e Alma scuola internazionale di cucina italiana. Ultimo nato in agricoltura è il progetto Life-agriCOlture che sostiene l’utilizzo di pratiche agricole volte a conservare la fertilità dei suoli e incrementare la loro capacità di conservare carbonio.
Le foreste, che coprono circa il 70% dell’intera superficie del parco, sono state oggetto di consistenti finanziamenti reperiti sui piani di sviluppo rurale e altri strumenti finanziari. L’insieme delle risorse per questo solo settore reperite nel quinquennio superano i cinque milioni di euro ed essendo ad alto tasso di manodopera, hanno occupato molte maestranze. I lavori prevalentemente hanno riguardato l’incremento della resilienza delle foreste soprattutto in relazione ai cambiamenti climatici, la difesa contro gli incendi e nuovi speciali misure per migliorare le foreste a livello di ecosistema (progetto Life eremita). Molto importante è stata l’alleanza con consorzi forestali e usi civici. L’azione è culminata con l’istituzione del “centro uomini e foreste” che ha come finalità la gestione condivisa ed equilibrata degli ecosistemi forestali favorendo la crescita della biodiversità, la capacità di contrasto e adattamento al cambiamento climatico, la valorizzazione delle proprietà comuni e il rafforzamento della relazione fra le comunità e le foreste. La sfida avrà un ulteriore salto di qualità nel 2020 quando, grazie ai fondi del Ministero dell’ ambiente, sarà rafforzata e migliorata l’azione di adattamento e contrasto al cambiamento climatico.
Nei cinque anni appena trascorsi è stato sostenuta la dimensione etica e spirituale della conservazione della natura, delle comunità umane e della fruizione responsabile del territorio attraverso l’impegno nel recupero dell’eremo di Bismantova,dedicato al messaggio dell’ enciclica “Laudato si” e la realizzazione di percorsi e vie storiche e religiose,di livello nazionale ed europeo come la Via del volto Santo e Matildica del volto Santo (progetto Por Fesr Emilia Romagna). Sono queste strumenti importanti per mettere in rete il patrimonio e i valori culturali diffusi e a volte dispersi nei territori,cui si è prestata attenzione anche attraverso l’istituzione di un apposito tavolo di confronto per i beni archeologici, culturali e paesaggistici. Le vie storiche sono solo una parte della promozione turistica, perseguita con azioni sui centri visita, le cooperative di comunità, la fruizione della neve (neve natura), il turismo escursionistico (ristrutturazione de bivacchi e rifugi, convenzione con il CAI, completamento dell’ Alta via dei Parchi), la ciclabilita’, il turismo gastronomico, l’escursionismo, la collaborazione tra gli operatori (Parco Appennino Turismo), ecc.. Il passaggio del demanio della regione Emilia Romagna al Parco Nazionale (di due anni fa) ha consentito di far convergere su questi beni, che sono il vero cuore di natura dellAppennino, investimenti per conservare la natura, ma anche per favorire la fruizione sostenibile del crinale (progetto Interreg Ceeto).
L’istituzione della Riserva Unesco ha favorito un ancor più intenso e diffuso rapporto con le scuole del territorio che hanno dato un notevole impulso alle attività di educazione ambientale e turismo scolastico. E’ proseguita l’attività dell’Atelier delle acque e delle energie, attualmente in fase di ristrutturazione e che grazie a un contributo di Enel, dovrà diventare utilizzabile anche d’inverno. È stato raggiunto un altro importante risultato grazie alla convenzione con il reparto Carabinieri biodiversità per la gestione della gestione dell’accesso alla Riserva dell’Orecchiella, iniziata nell’estate 2019 e che ha dato importanti risultati come afflusso turistico e che consentirà di rendere più sinergiche le attività della Riserva dell’Orecchiella e del Parco nazionale soprattutto nel campo dell’ educazione ambientale e del turismo sostenibile (Carta europea per il turismo sostenibile). Negli atti di Consiglio di questi cinque anni si trova traccia di molte altre azioni importanti come il rafforzamento del reparto Carabinieri Parco, le azioni sulla valorizzazione del patrimonio geologico (Life gypsum, frana di Corniglio, cartografia impronte glaciali), le numerose collaborazioni con le Università italiane che coinvolgono più di 20 giovani ricercatori in 8 diverse università,la importante pubblicazione dell’Atlante dell’Appenino ,in collaborazione con Symbola,il simposio sul legno di Sillano,l’utilizzo dell’emblema e immagine coordinata del Parco nazionale da parte di oltre 20 imprese,tra cui latterie e prosciuttifici, la redazione dei piani di gestione e misure di conservazione di molti SIC e ZPS,gli originali progetti Parco nel mondo e Orizzonti Circolari, il coinvolgimento nella promozione turistica in Lunigiana della cooperativa Sigeric, l’istituzione della prima scuola per il paesaggio del parmigiano reggiano, e molto altre ancora.
In poche parole questo quinquennio ha fatto onore e ha fatto bene all’Appennino nel suo insieme e ha fatto dell’attività del Parco Nazionale un patrimonio comune, vissuto e partecipato da moltissimi, persone imprese, associazioni, enti pubblici, ben oltre il perimetro e le competenze dell’ente. Al termine dei cinque anni di mandato svolto con questi risultati è doveroso ringraziare, Pier Romano Mariani, Roberto Cavalli, Giuliano Cervi, Luigi Fiocchi, Mauro Massa, Martino Dolci, Sauro Petazzoni e Fernando Spina per il grande contributo di intelligenza idee, impegno, collaborazione.