venerdì 21 Febbraio 2025

Malanga e il 5G (via radio)

Era una mattina come tante, il sole sorgeva pigro sulle antenne del 5G, ignare del loro destino di strumenti di controllo planetario, progettate con il solo scopo di renderci degli zombie telecomandati. Corrado Malanga, con l’ardore di chi ha scoperto la vera realtà dietro le quinte del grande spettacolo dell’umanità, ci ha illuminati con la verità assoluta (dalle non frequenze di Radio Elle). Non quella banale, basata su dati scientifici, studi verificati e noiosi articoli peer-reviewed. No. Qui parliamo della verità che non vogliono che sappiamo, quella che è così potente da dover essere sussurrata nei bar di periferia tra un caffè corretto e una sigaretta accesa con lo sguardo sospetto.

Negli ultimi anni, mentre tutto era fermo e i cantieri chiusi, gli operai del 5G lavoravano di nascosto, giorno e notte, per installare antenne ovunque. Nessuno li ha mai visti, nessuno sa come abbiano fatto, ma sono lì. Un vero mistero degno di una spy story. Forse indossavano tute dell’invisibilità o forse il 5G stesso ha il potere di renderci ciechi di fronte alla sua espansione. Le antenne crescevano silenziosamente, come funghi radioattivi, mentre il resto della popolazione era troppo impegnato a disinfettare la spesa o a fare il pane in casa per accorgersene.

5G 5G | antenne | nutria cattiva

Il 5G, dice Malanga, non è semplicemente una tecnologia per migliorare la connettività. No, amici miei, sarebbe troppo semplice. In realtà, è un’arma di distruzione di massa travestita da progresso. La sua radiazione è progettata per sterminare tutto ciò che è biologicamente vivo attorno. Non solo alberi e api, ma probabilmente anche la vostra piantina di basilico sul balcone o i testaroli appena cotti e conditi nel piatto. Non è un caso se ultimamente il vostro bonsai sembra sofferente: è stato preso di mira dal 5G, poveretto. Se poi siete andati a correre e vi è venuto il fiatone, non è colpa dell’età o della dieta a base di fritti, no: è il 5G che vi sta lentamente spegnendo.

In Toscana, a Pisa, racconta Malanga, c’è un’apicoltura dove le api, una volta abili e industriose, ora vagano confuse, incapaci di trovare la strada di casa. Muiono a sciami, e con loro il 75% dei prodotti alimentari sparirà per sempre. Cosa mangeremo? Nessuno lo sa, magari non più scatolette di tonno o gelato (impollinati dalle api) ma sicuramente Big Pharma avrà la soluzione pronta, magari un integratore sintetico al gusto di miele. Per non parlare degli agricoltori, che dovranno impollinare a mano ogni fiore, armati di cotton fioc e una pazienza da certosini.

Ma il disastro è solo all’inizio: secondo Malanga, tra 5-6-7 anni (o forse 8-9-10-cinquina-tombola), il 30% della popolazione mondiale sarà morta. Non sappiamo perché proprio in quell’arco temporale, forse il 5G ha un timer segreto. E il restante 70%? Malato e a completa disposizione delle multinazionali farmaceutiche, pronte a vendere pastiglie 5G-friendly a prezzi esorbitanti. Nessuna cura, ovviamente, perché la malattia dovrà essere cronica e redditizia. Se pensavate di sfuggire con una dieta equilibrata e una vita sana, mi dispiace: le onde vi raggiungeranno ovunque, anche se vivete in una grotta in cima a una montagna.

E i poveri topini da laboratorio? La loro flora intestinale è stata devastata dalle onde del 5G. La scienza è chiara: se il 5G distrugge i batteri dei topi, figuriamoci quelli degli esseri umani! E poi, ricordiamolo, l’uomo è un organismo molto meno resistente di un topo. Malanga ce lo assicura. Dunque, a meno che non siate roditori da esperimento con un addestramento speciale (come me, Nutria), siete spacciati. Potrebbe anche essere il momento di rivalutare lo stile di vita dei topi: piccole tane, dieta equilibrata e soprattutto lontani dagli smartphone.

Ma non è finita: il 5G fornisce spazzatura elettromagnetica, un’invisibile pioggia tossica che ci circonda costantemente. Ci nutriamo di onde velenose, respiriamo impulsi radioattivi e probabilmente presto inizieremo a brillare al buio, come neon ambulanti. Almeno non avremo più bisogno delle torce.

E se credete che tutto questo sia solo una questione sanitaria, sbagliate. Il 5G è anche un’arma di guerra! Secondo Malanga, se vogliamo davvero eliminare le guerre, dobbiamo eliminare le armi, e il 5G è un’arma a livello tecnologico altissimo. Insomma, abbattere le antenne potrebbe equivalere a distruggere un arsenale nucleare. Qualcuno informi la NATO, Trump, Putin, l’Iran e Israele.

Ma la questione si fa ancora più preoccupante. Noi esseri umani siamo stati creati con una vibrazione in sintonia con il pianeta. Peccato che il 5G abbia una frequenza 10 miliardi di volte superiore (seee, non è mica vero), pronto a scuotere il nostro DNA fino a trasformarci in esseri biogeneticamente modificati. Preparatevi: tra qualche decennio potremmo avere 15 braccia, 12 occhi e un’abilità innata nel digitare su smartphone multipli contemporaneamente.

E non dimentichiamo i veri nemici: i politici. Malanga ci ricorda che un parlamentare guadagna 17 mila euro al mese, mentre un europarlamentare arriva a 26 mila. Non è chiaro come questi numeri si leghino al 5G, ma è certo che il complotto passa anche dai loro stipendi.

Ma la distopia non si ferma qui. La famigerata città 2030 è alle porte: non potremo più superare i 30 km/h e saremo confinati in un raggio di 15 minuti di spostamento. Il tutto, ovviamente, per il nostro bene. E, dulcis in fundo, i pagamenti non avverranno più con il denaro, né con la carta, né con il chip. No, basterà guardare il codice a barre con gli occhi. Esatto: un battito di ciglia e avrete acquistato il pane, un altro e avrete prenotato un’auto. Ma occhio agli sguardi distratti, potreste trovarvi proprietari di un condominio in periferia senza neanche accorgervene.

In fin dei conti, tutto questo è parte di un piano più grande: creare una società di zombie. Non quelli da film horror, con le braccia tese e il passo barcollante, ma quelli moderni, dipendenti dal 5G, telecomandati da un’élite oscura che vuole annientare ogni traccia di autonomia umana.

E allora, che fare? Rinunciare al progresso e rifugiarsi in una capanna senza elettricità al passo della Cisa? Forse. O forse semplicemente ricordare che, tra scienza e paranoia, c’è un abisso colmabile solo con un pizzico di pensiero critico e la sana consapevolezza che, nella vita, non tutto è un complotto. Neanche il 5G. Ah, dimenticavo! Stranamente, in tutto questo discorso, non viene citato neanche uno studio scientifico. Ma in fondo, chi ha bisogno di prove quando si ha la verità assoluta dalla propria parte?


Debunking: perché è tutto assurdo

1. Non esiste alcuna prova che il 5G sia pericoloso per la salute

• Gli studi scientifici seri non hanno mai trovato correlazioni tra 5G e danni alla salute.

• Le radiazioni del 5G sono non ionizzanti, cioè non possono danneggiare il DNA o le cellule.

2. Non ci sono dati che mostrino che alberi e api muoiono per il 5G

• Le api orientano il loro volo con il campo magnetico terrestre, non con il 5G.

• Gli alberi vicino alle antenne non mostrano segni di danni specifici dovuti alle onde radio.

3. Il 5G non è un’arma di guerra

• È semplicemente una tecnologia per la trasmissione dati a banda larga.

• Nessun esercito al mondo usa il 5G come strumento bellico.

4. Il microchip nel cervello è fantascienza

• Nessun governo ha mai proposto di impiantare microchip nei cittadini.

• I sistemi di pagamento con riconoscimento facciale esistono già, ma sono volontari.

5. Le città da 15 minuti non sono una prigione

• Sono un’idea urbanistica per migliorare la qualità della vita e ridurre il traffico.

• Nessuno impedisce di uscire dalla propria città.

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