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Lunigiana, i sindaci scrivono alle autorità regionali: "Venite a constatare la situazione. Abbiamo bisogno di dispositivi di protezione, tamponi e pulsossimetri"

I sindaci della Lunigiana, in considerazione della grave situazione Covid-19, si sono nuovamente rivolti alle massime autorità regionali – il presidente della regione Enrico Rossi, l’assessore alla Sanità Stefania Saccardi e la direttrice generale della Asl Toscana nord Ovest Letizia Casani – con una lettera aperta a firma di Roberto Valettini, sindaco di Aulla, Lucia Baracchini, sindaco di Pontremoli, Annalisa Folloni, sindaco di Filattiera, Camilla Bianchi, sindaco di Fosdinovo, Claudio Novoa, sindaco di Mulazzo, Carletto Marconi, sindaco di Bagnone, Cristian Petacchi, sindaco di Zeri, Filippo Bellesi, sindaco di Villafranca, Matteo Mastrini, sindaco di Tresana, Renzo Martelloni, sindaco di Licciana Nardi, Gianluigi Giannetti, sindaco di Fivizzano, Riccardo Ballerini, sindaco di Casola in Lunigiana, Antonio Maffei, sindaco di Comano e Marco Pinelli, sindaco di Podenzana.

“Carissimi – si legge nella lettera – la gravità della situazione ci impone di chiedervi, come è avvenuto altrove, di visitare i comuni che ci onoriamo di amministrare per comprendere, nel rispetto delle misure di sicurezza, l’esperienza che i territori si trovano a vivere. Le perdite non si contano più, intere generazioni stanno venendo a mancare, allineando i dati Covid-19 a quelli di Lombardia e Veneto:
– la casistica dei postivi al Coronavirus in Lunigiana risponde alla proporzione 1/300, la più alta della Toscana;
– il dato relativo ai comuni più colpiti, come Mulazzo, alla proporzione 1/84, la più alta della Toscana,
– in comuni dall’età media alta, dove sono allocate numerose strutture sanitarie per anziani, il Covid-19 si sta trasformando in una bomba sociale per cui è necessario un protocollo speciale per la prevenzione e la gestione delle strutture.

E’ evidente quindi come la Lunigiana debba essere trattata e gestita in maniera specifica, per adottare tutte le misure necessarie al contenimento del contagio. E’ altrettanto evidente che, proprio per questo motivo, in relazione all’Ordinanza n. 18 del 25 marzo 2020, debba essere considerata la possibilità di concedere anche ai medici di medicina generale, ai Pronto Soccorso e al Servizio di emergenza urgenza 118 la necessaria dotazione di mascherine e di eseguire, sul relativo personale.

I tamponi i dispositivi di protezione massimi devono quindi essere disponibili non solo nei reparti di rianimazione come riaffermato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso alla nazione;

– le disposizione del’ISS dovrebbero essere rivalutate alla luce della diffusione del contagio;
le Unità speciali per la continuità assistenziale, che stanno per essere avviate, hanno di fronte a loro un compito proibitivo per le condizioni attuali della Lunigiana, dove sono presenti pazienti positivi in dimissione dagli Ospedali e pazienti positivi domiciliari;
– la soluzione migliore per gestire tutti questi casi potrebbe essere la domiciliazione sanitaria con controlli programmati e supervisione da parte dei medici coadiuvati dalle unità speciali;
– i Medici di medicina generale devono essere considerati fondamentali e strategici per il contenimento del Covid-19;
i tamponi devono essere necessariamente eseguiti su tutto il personale sanitario;
– le dotazioni di pulsossimetri devono essere consegnate ai pazienti sintomatici affinchè possano monitorare l’ossigenazione del sangue e contattare il medico di medicina generale: si tratta dello strumento più utile, dopo il tampone, per capire se si è infetti.

Queste richieste derivano dall’estrema esposizione al contagio del personale sanitario, che dovrebbe avere la dotazione delle mascherine FFP2 e FFP3, considerate le uniche in grado di proteggere dal Covid-19. Finora ci siamo fatti carico, attraverso tutti i canali disponibili, di recuperare quanto più materiale possibile e continueremo a farlo, ma è altrettanto urgente chiederne la disponibilità attraverso un dispositivo normativo – concludono i sindaci della Lunigiana – Le misure fin qui adottate si sono rivelate del tutto insufficienti per la tutela della salute pubblica. Restiamo in attesa di un riscontro alle nostre istanze”.

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