Luana aveva solo 22 anni. Lavorava in fabbrica, aveva un figlio piccolo e un’età in cui talvolta si cercano di allontanare le responsabilità dell’essere adulti. Per lei non era così. Il turno di lavoro scandiva la sua vita e lo ha fatto fino a toglierle ogni speranza.
Dal 2019 Luana era operaia in un’impresa tessile ad Oste Montemurlo, nella provincia di Prato. Ieri mattina doveva coprire un turno come tanti altri, nella sala macchine degli orditoi, strumenti comuni nell’industria tessile, ma anche tanto pericolosi.
Non si sa ancora chiaramente quello che è successo. Forse una manovra sbagliata, un guasto, un malore, la macchina si è presa prepotentemente il corpo di Luana non lasciandole scampo.
Non c’è stato alcun grido, niente, forse tutto è capitato così velocemente che la ragazza non è riuscita nemmeno a capire quello che le stava accadendo. Con lei, in quel capannone, vi era solo un collega che non si è reso conto di nulla, era di spalle, abbastanza distante, si è voltato e ha visto il corpo senza vita di Luana.
A quel punto sono scattati i soccorsi, sono arrivati gli altri dipendenti, l’ambulanza, i carabinieri, Luana però era già morta.
La vicenda ha colpito l’intera comunità del pratese, dove la giovane viveva assieme alla sua bambina, il sindaco, la titolare dell’azienda, e tantissimi concittadini hanno espresso parole di cordoglio per quanto accaduto.
Sembra assurdo, ma il 4 maggio 2021, stiamo ancora parlando di un incidente mortale sul lavoro dello stesso tipo di quelli che accadevano 50 anni fa.
Ci saranno indagini, accertamenti, perizie, persino l’autopsia, ma il problema resta uno: la sicurezza sui luoghi di lavoro, un punto su cui non si deve fare alcun risparmio e si devono inasprire i controlli. In questo Paese sono stati spesi ingenti capitali per cause o materiali di importanza molto discutibile, forse sarebbe meglio assumere più controllori per verificare che ognuno possa lavorare in modo sicuro. Bisogna capire che la digitalizzazione è importante, lo smart working è importante, ma il lavoro manuale esiste ancora e deve essere tutelato nel miglior modo possibile. A 20 o 70 anni, purtroppo, di lavoro si muore, ed è un’epidemia che non si ferma, ma a cui si dovrebbe dare molta più attenzione, mediatica e soprattutto politica. Lo dobbiamo a giovani donne come Luana.