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Licciana Nardi, Micheli: "La giunta aumenta l'Irpef allo 0,8%"

Francesco Micheli, capogruppo in consiglio comunale di Siamo Licciana, parla della situazione delle tasse comunali post Covid-19: “Il comune di Licciana batte cassa. Dopo non essere riusciti a presentare il bilancio entro la fine dell’anno 2019, nell’ultima giunta è stato regalato ai cittadini di Licciana un aumento delle tasse comunali. La volontà della giunta è di aumentare l’addizionale comunale e portarla al massimo consentito dalla legge cioè allo 0,8.
Questo vuol dire che su uno stipendio di mille euro al mese dovranno essere versati quasi 100 euro all’anno al comune. Questa tassa verrà pagata da tutti i lavoratori, i commercianti e i pensionati che in questo momento avevano bisogno di ben altro.
Il sindaco Renzo Martelloni continua a parlare di cifre esorbitanti che ha ricevuto in regalo dai suoi predecessori ma è impreciso sulle cifre. I debiti fuori bilancio riconosciuti dal consiglio sono circa 200.000 euro, per la maggior parte riguardanti spese di corrente elettrica e gas. Oltretutto, circa 85 mila euro sono imputabili al periodo in cui Martelloni era assessore ai lavori pubblici, non male in soli due anni. Bisogna anche notare che l’aumento dell’addizionale Irpef porterà al comune entrate per circa 90.000 euro l’anno, cioè quasi esattamente la stessa cifra che la giunta precedente ha lasciato come spese fuori bilancio.

Siamo in un periodo di crisi sanitaria ed economica in cui gli abitanti dei piccoli comuni hanno bisogno di tutto il sostegno possibile per superare questa crisi e ripartire il prima possibile. Servono aiuti, strategie alternative di sviluppo, serve sostenere la produzione, il turismo e gli artigiani. Servono progetti concreti che possano ricevere finanziamenti a fondo perduto. Nel bilancio presentato non c’è traccia di tutto questo. Il sindaco conosceva benissimo la situazione economica del comune, poteva scegliere altre strade e trovare altre forme di finanziamento. È stata, invece, scelta la soluzione più semplice per finanziare le promesse elettorali: far pagare i cittadini.
In questi tempi non bastano spese di piccolo cabotaggio, servono strategie lungimiranti e concertate con gli altri comuni che sappiano capire il ruolo che Licciana e la Lunigiana avranno nel dopo Covid-19. Nella programmazione non c’è una parola che riguardi la digitalizzazione e lo sviluppo di una rete veloce che permetta lo smart working, non c’è una strategia chiara per la creazione di un’offerta culturale idonea all’emergenza, non c’è un’idea concreta di come valorizzare e sostenere la filiera agricola e dell’agriturismo, non c’è nessun riferimento chiaro alle tematiche ambientali (e anzi si spera che venga creata una riserva di biodiversità che esiste già visto che siamo in area MAB Unesco). Si trova invece la volontà di aumentare i proventi derivanti dalle multe dell’autovelox.
Dove vogliamo che vada Licciana?
La gestione dell’ordinario – conclude Micheli – non è più sufficiente quando si naviga in acque di crisi, serve una direzione chiara e lungimirante”.

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