Come peraltro preannunciato durante un’intervista radiofonica due settimane fa circa dal rappresentante del Comitato in Difesa del Diritto alla Salute Lunigiana, giovedì scorso si è svolto l’incontro con il sindaco del Comune di Fivizzano Gianluigi Giannetti.
In quella occasione Gabriele Mazzoni per il Comitato cittadino ha presentato un piano concreto e dettagliato che intende garantire un futuro certo e dignitoso alla struttura ospedaliera del Comune di Fivizzano e a tutti gli operatori sanitari che vi lavorano con passione e dedizione, nonostante le difficoltà, come spesso viene riconosciuto dai pazienti stessi.
“Questa proposta si concretizza grazie all’ascolto e al confronto con i medici specialisti gli operatori sanitari ed i cittadini, e tiene in considerazione prima di ogni altra cosa le esigenze, i disagi e le difficoltà che quotidianamente si trovano a dover affrontare le persone che vivono sul territorio, il rispetto dei diritti fondamentali, la garanzia dei livelli essenziali di assistenza, e il ruolo fondamentale, che a nostro avviso, le strutture periferiche potrebbero tornare a giocare se fossero ripensate come importanti risorse e non in termini riduzionistici di costi da sostenere, come avvenuto fino ad oggi”, sostiene Mazzoni.
“Il nostro Comitato ha inoltre evidenziato l’intenzione di continuare un’ attiva collaborazione con l’amministrazione comunale ponendo esclusivamente come obbiettivo la realizzazione di un progetto che garantisca un futuro al nostro Presidio Ospedaliero, ed un potenziamento della sanità territoriale”.
“In considerazione del momento storico che stiamo vivendo, crediamo sia opportuno non perdere l’occasione per una riorganizzazione ed ottimizzazione del P.O. di Fivizzano, che in questi anni ha subito un forte depotenziamento”.
“In primo luogo ci sentiamo di rimarcare che l’emergenza covid ha ulteriormente evidenziato l’importanza dei piccoli ospedali, e in considerazione degli aiuti economici che arriveranno dall’Europa non possiamo perdere l’occasione, forse irripetibile per investire nuove risorse e dare finalmente un’organizzazione ottimale ai nostri ospedali e alla azienda tutta.
Condividiamo l’idea di evitare strutture ospedaliere “doppione” a pochi chilometri di distanza cionondiméno continueremo ad opporci allo spreco di spazi e di risorse. Il nostro territorio ha una situazione orografica particolare non per questo possiamo non garantire i servizi ai cittadini e i livelli essenziali di assistenza”.
“Riteniamo di importanza fondamentale la presenza di un pronto soccorso in cui si possa adeguatamente ed in sicurezza stabilizzare il paziente prima di un eventuale trasferimento in un d.e.a. ( dipartimento emergenza-urgenza e accettazione)e per questo motivo non si può prescindere:
- Dalla presenza (non semplice reperibilità peraltro a tutt’oggi espletata da massa o carrara) di un anestesista-rianimatore h 24 come da dieci anni ormai richiediamo ripetutamente.
- Dalla presenza di spazi adeguati con almeno 3 posti di astanteria dove poter eseguire le osservazioni brevi e quindi accogliere e monitorare costantemente i pazienti in attesa di una diagnosi.
- Dalla creazione di un locale attrezzato per terapia sub-intensiva dove poter ricoverare i pazienti piu’ impegnati clinicamente, o per la gestione delle emergenze prima di un eventuale trasferimento.
Si potrebbe, secondo noi, prendere in considerazione lo spostamento del pronto soccorso dall’attuale location all’ingresso del centro riabilitativo don gnocchi al piano terra da sempre inutilizzato. Sempre per la sicurezza dei cittadini considerate le caratteristiche del territorio auspichiamo il miglioramento della rete di trasporti sanitari specie di emergenza con il potenziamento del servizio del 118 con personale adeguatamente preparato e la presenza di un medico sempre, sia per il trasporto assistito che per le urgenze su codici minori.
Per quanto riguarda l’attività chirurgica, arrivati a questo punto, riteniamo sia opportuno quantomeno organizzare una vera e propria day-surgery plurispecialistica che decongestioni gli altri stabilimenti ospedalieri e che, rimanendo unica attività chirurgica (senza urgenze, ne chirurgia a media ed alta complessità, e senza ricoveri) potrebbe rappresentare un fiore all’occhiello per il P.O. di Fivizzano e per l’azienda stessa. Ciò naturalmente presupporrebbe la riorganizzazione del blocco operatorio, con percorsi più snelli, sala accoglienza e post-operatoria.
Discorso a parte merita invece la chirurgia ortopedica con la presenza del centro riabilitativo don gnocchi nuovo e funzionale, comunicante con la struttura ospedaliera, la logica del buon senso ma anche del risparmio e ottimizzazione delle risorse, ci induce a proporre la creazione di un centro di protesizzazione ortopedica di eccellenza con un percorso ideale che va dalla pre- ospedalizzazione alla dimissione del paziente con intervento e riabilitazione come unico accesso. E ancora per non lasciare un territorio cosi’ vasto scoperto (pensate al disservizio per un paziente anziano che abita in un paesino lontano dal capoluogo) e sgravare gli ambulatori dell’ospedale delle Apuane dove le liste di attesa spesso sono molto lunghe, riteniamo che i servizi ambulatoriali del presidio ospedaliero di Fivizzano vadano riconsiderati e potenziati come peraltro era stato promesso dai responsabili sanitari e e dai referenti politici, (attualmente purtroppo si registra una graduale erosione di tali servizi). Riteniamo di fondamentale importanza la riattivazione dell’ambulatorio ortopedico e pediatrico su almeno 5 giorni la settimana ed un significativo potenziamento degli ambulatori di orl, oculistica, dermatologia, urologia, reumatologia, ginecologia e la riattivazione di quello di neurologia che ancora oggi risulta sospeso.
Per quanto riguarda l’ambulatorio di pneumologia, per il quale dopo la chiusura del reparto stesso, erano stati presi impegni precisi, che il comitato in un articolo sulla cronaca locale non molto tempo fa ha immancabilmente rimarcato, si ritiene necessaria la riattivazione del servizio con presenza ambulatoriale costante e rafforzata con la possibilità di tornare ad eseguire i test allergologici, broncoscopie ed eco polmonari. Si ritiene inoltre necessaria la riattivazione del servizio bpco, broncopatia cronica ostruttiva una malattia progressivamente invalidante ed ingravescente che spesso richiede ricoveri ospedalieri, ed anche per questo motivo e per le enormi implicazioni socio economiche che tale malattia comporta l’azienda aveva investito risorse negli anni passati per la realizzazione di tali ambulatori, presso gli stabilimenti di Fivizzano e Carrara con l’obbiettivo di offrire risposte diagnostiche e terapeutiche adeguate per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Un’ultima osservazione deriva dalla criticità mossa dagli addetti ai lavori sulla difficoltà a reperire personale medico e paramedico disposto a muoversi dal proprio “comodo” posto di lavoro per venire presso la struttura di Fivizzano. Crediamo che tale tendenza debba essere assolutamente invertita e ciò lo si può fare, a nostro parere, già in sede di arruolamento del personale con contratti che prevedano come assoluta priorità quella della disponibilità a muoversi sui vari presidi, compresi quelli dislocati in aree periferiche e disagiate.