lunedì 23 Dicembre 2024

"Il lato oscuro della nostra tecnologia", John Mpaliza incontra gli studenti dell'IIS Pacinotti

Associazione Pietro Ravera Onlus Associazione Pietro Ravera Onlus | bagnone | congoHa incontrato ieri, mercoledì 13 novembre, 90 studenti e le studentesse delle terze, quarte dell’IIS Pacinotti di Bagnone, John Mpaliza, dopo aver terminato da poco la marcia per la pace “Restiamo Umani”, partita da Trento il 20 giugno scorso – Giornata Mondiale del Rifugiato – e terminata a Roma domenica 20 ottobre in piazza San Pietro.
John è stato invitato dall’associazione Pietro Ravera di Pontremoli con cui collabora da alcuni anni.
Non è la prima volta in zona: Era passato in Lunigiana la prima volta nell’estate 2011 durante Marcia “Reggio Emilia – Roma” e poi altre 2 volte per incontri con e scuole, sempre insieme all’associazione Pietro Ravera.
“Ho portato la testimonianza rispetto alle scelte di vita che ho fatto”. John infatti, dopo aver lavorato per anni come ingegnere informatico, ha istituito una fondazione, la Peace Walking Man Foundation, grazie alla quale promuove nelle istituzioni e tra la società civile la spinta verso il cambiamento e verso la pace e lo fa camminando, a volte solo a volte accompagnato da amici e sostenitori in luoghi chiave dell’Italia e dell’Europa, portando il suo messaggio. “Il titolo dell’incontro era ‘Le vittime della nostra tecnologia. Coltan, Cobalto, Congo. Il lato oscuro della nostra tecnologia’ – spiega John – C’erano diversi ragazzi dell’alberghiero e del professionale a indirizzo meccanico e ho cercato di renderli consapevoli di quelle che sono le loro responsabilità per puntare a un futuro migliore.
Ho parlato dei problemi che ci sono dietro la nostra tecnologia, in particolare al coltan contenuto nei nostri smartphone, che alimenta in conflitti in Congo.
Conflitti economici gestiti dalle multinazionali occidentali che pagano con armi e soldi i gruppi ribelli per mantenere vive le guerre tramite cui riescono a comprare a prezzi stracciati i minerali come il coltan – culumbite tantalite – che è un minerale davvero molto prezioso per i dispositivi elettronici, per la tecnologia in generale. L’altro minerale di cui abbiamo parlato è il cobalto che serve per le batterie dei telefonini e soprattutto per le batterie delle macchine elettriche. Abbiamo visto alcuni video che spiegavano le caratteristiche dei minerali, come vengono estratti e da chi, molto spesso bambini che muoiono nei crolli o si ammalano dopo anni di esposizione ai minerali nelle miniere che a volte possono essere leggermente radioattivi. Non è necessariamente il coltan ma possono essere altri minerali con cui vengono a contatto. Non tutti ne sono informati, ma anche se lo fossero non avrebbero scelta perchè quella è l’unica fonte di sostentamento. Ho spiegato ai ragazzi quindi che ci sono delle vittime da quella parte per l’utilizzo della nostra tecnologia qui.
Insomma se il Congo che produce l’80% nel mondo del prezioso minerale e il 60% di Cobalto fosse un Paese libero e sviluppato, potrebbe essere uno dei Paesi più importanti del mondo grazie al controllo e all’accesso alla tecnologia. Il Congo produce anche oro, rame, diamanti, zinco, uranio e petrolio ha la seconda foresta pluviale del pianeta, è grande 8 volte l’Italia, è attraversato dal fiume Congo e si trova nella regione centrale dei Grandi Laghi, quindi molto verde.
Invece ci sono 8 milioni di vittime in circa 23 anni create da questi conflitti, che sono economici e non etnici. E’ importante che i giovani sappiano cosa possano fare decidere delle proprie azioni. Gli ho spiegato che non possiamo fare a meno del cellulare ma possiamo scegliere di non cambiarlo ogni 6 mesi”.Associazione Pietro Ravera Onlus Associazione Pietro Ravera Onlus | bagnone | congo
“Ma se noi decidessimo di rinunciare all’utilizzo dei telefonini, di che cosa camperebbero queste persone?”, hanno chiesto gli studenti. “Ho spiegato – prosegue John – che la questione non è di abbandonare la tecnologia o demonizzarla ma di utilizzarla con consapevolezza e richiedere che dietro questa non ci sia una scia di sangue, schiavi moderni e violazioni dei diritti umani. Abbiamo parlato dell’importanza di una tecnologia sostenibile e delle 5 R: riuso, riparare, riciclo, riduzione dei consumi, responsabilità. Quindi questo vuol dire anche responsabilità verso sé stessi nell’evitare di attaccare il telefono all’orecchio e di utilizzare l’auricolare o il viva voce”.
I ragazzi hanno alla fine deciso di ragionare con gli insegnanti per pensare a un loro progetto su questi temi per fare qualcosa direttamente.
Ringrazio la scuola – ha concluso John – sicuramente non sarà l’ultimo appuntamento con questi studenti che sono stati davvero interessati e mi hanno porto molte domande, tanto da esaurire il tempo dell’incontro”.

Peace Walking Man Foundation

Biografia

John Mpaliza, conosciuto anche come “Peace Walking Man”, è un cittadino italo-congolese, attivista per i diritti umani e per la pace. Per questioni politiche, John ha dovuto lasciare la sua patria, la Repubblica Democratica del Congo nel 1991 ed è approdato in Italia nel 1993.
Laureato in Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Parma, ha lavorato 12 anni come programmatore presso il Comune di Reggio Emilia, la sua città di adozione per esattamente 20 anni. Dal 2010, John organizza marce, in Italia ed in Europa, per sensibilizzare l’opinione e le istituzioni nazionali ed internazionali sul dramma che vive il popolo congolese e, dal 30 maggio 2014, per sua scelta, si è licenziato e, di conseguenza, ha dovuto lasciare tutto, casa compresa, dedicandosi, a tempo pieno, a questa causa.
Durante e dopo le marce, egli incontra e organizza – partecipa a – conferenze con scuole, università, chiese, associazioni, organizzazioni ed enti vari, su temi inerenti alla pace, il consumo critico, sostenibile e responsabile. Dopo una Menzione speciale al Premio Volontario Internazionale 2017, promosso dal FOCSIV, John Mpaliza è stato insignito del Premio per la Pace Giuseppe Dossetti 2017.

 
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Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.

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