Accademia Apuana della Pace aderisce all’appello del collettivo studentesco Tirtenlà contro la riapertura di 7 cave nel comune di Massa, a difesa delle Alpi Apuane e invita a partecipare al presidio che si terrà sabato 12 giugno alle ore 17 in piazza Aranci a Massa.
L’escavazione del marmo con l’attuale tecnologia che permette livelli di estrazione inimmaginabili 50 anni fa, sta diventando emergenza ambientale per il rischio idrogeologico del sistema delle acque che approvvigionando le nostre città. Ma è anche emergenza sociale perché gli occupati sono davvero minimi a fronte di un indotto sulla lavorazione che ormai è assente su Massa e su Carrara, e perché si privilegia l’escavazione per trarre il massimo profitto in primis dagli scarti e dalla riduzione del marmo in polvere, carbonato di calcio, con grandi profitti che arricchiscono poche famiglie e lobby.
“Le nostre città di Massa e Carrara hanno già vissuto un pesante conflitto sociale ai tempi della Farmoplant, industria chimica. All’epoca, anni 80, c’è stata la contrapposizione, non reale ed esasperata, tra gli interessi dei lavoratori a difesa del posto di lavoro e gli interessi dei cittadini a difesa della salute , conflitto che amministratori non hanno saputo o voluto gestire , asserviti agli interassi della fabbrica che poi ha chiuso dopo un pesante incidente lasciando un territorio particolarmente inquinato. Ancora oggi attendiamo la bonifica di questo territorio e per eredità abbiamo un alto carico di incidenza di malattie tumorali e di morti di tumori legati anche a questo inquinamento”, si legge in una nota stampa.
“Sulla questione marmo- escavazione- tutela delle Apuane, chiediamo pertanto ai politici e agli amministratori che si intervenga in tempo, se non altro riportando l’estrazione e la lavorazione del marmo in blocchi in loco, con aumento dell’occupazione, riducendo drasticamente e regolamentando l’escavazione. Evitiamo altra distruzione in nome del profitto e fermiamoci prima”.