Questa mattina i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale della Spezia, a conclusione di articolate indagini patrimoniali, hanno eseguito il sequestro dei beni, finalizzato alla confisca dell’ingente patrimonio di una famiglia di etnia sinti di origine piemontese residente da anni in provincia della Spezia.
L’attività condotta dai carabinieri è parte integrante delle indagini che già nei mesi scorsi avevano consentito il sequestro di beni mobili e immobili per un valore di circa 2 milioni di euro a carico di altri nuclei familiari.
Gli investigatori dell’Arma, data la pericolosità sociale delle persone coinvolte, ne hanno ricostruito i flussi economico-finanziari negli ultimi tre decenni, accertando un accumulo di una consistenza patrimoniale, sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati. I carabinieri ritengono che il denaro provenga da contro il patrimonio come furti in abitazione, rapine, truffe agli anziani, anche con la tecnica del “falso carabiniere” come documentato nel corso dell’attività “Settimo Comandamento”. L’operazione, infatti, a ottobre 2020 avevano portato all’arresto – e successivamente alla condanna – di 15 persone di etnia sinti tutti membri di un’associazione a delinquere che commetteva reati predatori nei confronti delle fasce deboli.
Il Tribunale di Genova – sezione misure di prevenzione, su richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica della Spezia in accordo con le indagini, ha emesso così un decreto di sequestro di beni per un valore complessivo di circa 800.000 euro, che i soggetti avevano intestato a prestanome pur mantenendone la disponibilità.
I militari hanno sequestrato oggi un complesso immobiliare, un’area parcheggio a Sarzana, un suv Audi, conti correnti e depositi per oltre trentamila euro, tutti immessi nella disponibilità dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale, in attesa dell’udienza prevista a febbraio prossimo presso il Tribunale di Genova.