Il contesto internazionale è molto complesso. A partire dalla fulminea avanzata delle milizie jihadiste in Siria, per proseguire con l’imbarazzante annullamento del primo turno delle elezioni presidenziali in Romania. Preoccupa anche la crisi di governo in Francia, peggiorata dalla precaria situazione economica e dall’impossibilità di convocare le elezioni fino a luglio 2025. Nonostante tutto le Borse riescono a superare queste gravi difficoltà. Il Dax evidenzia un andamento da record, spinto da titoli tecnologici, finanziari e industriali. Anche Piazza Affari ha recuperato, grazie alle buone prestazioni dei finanziari. Senza i ribassi del settore auto, probabilmente le Borse correrebbero ancora di più. Ma, se le chiusure degli stabilimenti in Germania influiscono in maniera devastante sui titoli, non si può dire altrettanto di Stellantis in Italia. Perché, dopo il tonfo per le dimissioni di Carlos Tavares, il titolo ha pian piano recuperato. Il valore del comparto è comunque ridimensionato: per questo le azioni automotive potrebbero rivelarsi un investimento interessante. Alcuni rumours rivelano che la spinta verso l’elettrico potrebbe esaurirsi già nel 2025, perchè inizieranno le marce indietro dei governi di tutto il mondo, con la proposta di sgravi e contributi per chi acquista auto ed il ritorno all’endotermico e all’ibrido, accompagnato da studi per sfruttare combustibili alternativi e dal basso impatto ambientale. L’impossibilità di trovare l’energia necessaria per alimentare un numero così forte di auto elettriche potrebbero infatti convincere anche la Commissione Ue a un passo indietro. Per questo motivo, persino la Cina, sta ridefinendo le sue strategie di mobilità.
Solo lo spread ha risentito del momento negativo della Francia. E’ infatti cresciuto il differenziale tra i titoli di stato transalpini e quelli tedeschi, toccando quota 90 prima di ripiegare su numeri meno preoccupanti, mentre è sceso sotto quota 110 il rapporto Btp-Bund.
Se il differenziale tra Italia e Germania fosse salito così rapidamente come quello transalpino, a Francoforte sarebbe scattato l’”allarme rosso”. Intendiamoci: la protezione della posizione francese è più che mai corretta, ma ci si sarebbe aspettato un eguale zelo anche quando nella stessa posizione c’era l’Italia. Perché quando si difende un Paese membro, si difende prima di tutto l’Europa.
Ha suscitato scalpore il record stabilito dai bitcoin hanno raggiunto picchi difficilmente pronosticabili. Due “motori” hanno messo il turbo alle criptovalute: il successo degli Etf sui bitcoin, che hanno rappresentato il 50% di raccolta netta di Blackrock, e le dichiarazioni entusiastiche di Donald Trump. Ha contribuito anche l’effetto-moda. Che occulta una domanda più che legittima: che cosa sono davvero le criptovalute? La risposta non è ancora pervenuta, ma i loro picchi positivi e negativi ci suggeriscono che non si tratti d’altro che di investimenti ad alto rischio.