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Giovane minacciato di notte con una scacciacani: identificato il responsabile

Ero intento a raccogliere ciliegie quando sono stato avvicinato da un uomo che mi ha puntato contro una pistola e ha scarrellato”. Con questo racconto, un 23enne della zona di Pontecimato si è presentato dai Carabinieri, che alla fine sono riusciti a dare un nome all’autore della minaccia. Il responsabile è stato trovato in possesso di una pistola “scacciacani”, del tutto simile ad un’arma vera.
La storia raccontata ai Carabinieri da un 23enne di Carrara risale all’inizio di Giugno, quando passata la mezzanotte, il giovane ha raggiunto l’abitazione dei propri familiari, nel quartiere di “Pontecimato”, per riprendere il cane che aveva affidato qualche ora prima al padre. Prima di andare via, il ragazzo si era intrattenuto vicino l’abitazione dei genitori per un’ultima passeggiata con il cane e poi, convinto dal padre, ne aveva approfittato per raccogliere un po’ di ciliegie da un albero che si trova dentro un podere poco distante, di proprietà di un loro parente che aveva lasciato anche le chiavi per aprire il cancello.
Mentre il ragazzo stavano aiutando il padre a raccogliere le ciliegie facendogli luce con il telefonino, uno sconosciuto spuntato dalla penombra lo aveva prima fissato insistentemente e poi, senza dire nulla, gli aveva puntato contro una pistola. Il giovane ha raccontato ai militari dell’Arma di essere rimasto fermo impietrito dalla paura nel momento in cui quell’uomo con la pistola in mano aveva “scarrellato” per fargli capire che aveva messo il colpo in canna, ma poi dopo alcuni istanti, aveva riposizionato l’arma dietro la schiena e si era allontanato, sempre senza pronunciare una parola.
In quei secondi di massima tensione, il ragazzo aveva intimato al padre di scendere dall’albero e poi insieme erano tornati di corsa a casa, dove lui prima di andarsene aveva atteso alcuni minuti, per sincerarsi che fuori dalla porta non ci fosse più nessuno e che la situazione fosse tornata tranquilla.
Le ricerche del responsabile da parte dei Carabinieri della Stazione “Principale” di Carrara sono iniziate la stessa mattina in cui il ragazzo ha fatto denuncia, considerato che poteva trattarsi di uno scherzo di cattivo gusto oppure di un vero e proprio atto intimidatorio. Il 23enne, ancora scosso per quanto gli era successo qualche ora prima, aveva negato di avere qualsiasi tipo di problema con qualcuno, inoltre aveva fornito una descrizione molto precisa dell’uomo con la pistola, compresi due vistosi tatuaggi sul braccio e sulla gamba, però dal sopralluogo della pattuglia inviata sul posto non era emerso alcun indizio.
La svolta per le indagini c’è stata alcune settimane dopo, quando il 23enne, mentre si trovava a casa del padre, ha rivisto dalla finestra un uomo molto somigliante a quello che l’aveva minacciato con la pistola, però quando la pattuglia è arrivata sul posto, di lui non c’era traccia. A quel punto i Carabinieri hanno allargato il cerchio delle indagini per raccogliere informazioni da tutto il vicinato, finchè hanno concentrato l’attenzione su un operaio 38enne di Carrara con qualche piccolo precedente alle spalle, che fino a qualche mese prima abitava con i suoi parenti sempre in zona “Pontecimato”. L’uomo però, negli ultimi tempi aveva trovato un lavoro che lo portava spesso fuori città, quindi si era trasferito altrove.
Appena i militari dell’Arma hanno fatto vedere la foto del presunto responsabile al 23enne che era stato minacciato con la pistola, quest’ultimo lo ha riconosciuto immediatamente.
L’epilogo della vicenda risale a pochi giorni fa, quando i Carabinieri dopo aver rintracciato il nuovo recapito del 38enne che nel frattempo si era trasferito in altra zona di Carrara, si sono presentati a casa sua con un decreto di perquisizione firmato dal Pubblico Ministero Alessia Iacopini, che ha coordinato le indagini. Nel comodino della camera da letto, i militari dell’Arma hanno recuperato una pistola a salve, praticamente identica ad un vero revolver, in quanto non aveva il tappo rosso, compresi alcuni bossoli già esplosi rimasti nel tamburo.
Il 38enne, che davanti ai Carabinieri ha negato tutto, è stato denunciato in stato di libertà per “minaccia aggravata”, mentre la rivoltella a salve è stata sequestrata.

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