lunedì 23 Dicembre 2024

Umberto Crocetti e il dialogo come opportunità, a una settimana dalla presentazione ad Aulla

È passata una settimana esatta da quando il professore Umberto Crocetti, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Classico Leopardi di Aulla, ha presentato il suo libro, edito da Agorà & Co., Il dialogo. Paradossi ed opportunità. Al suo fianco la professoressa Manuela Schiasselloni, Chiara Mariotti, coordinatrice editoriale di Agorà & Co., e Alessandro Biancalani, direttore della collana in cui si inserisce questo testo nato da ricerche, incontri e un’occasione pensata, ma fortuita.

Dico così perché ha spiegato il professore di come in principio avesse accettato convinto di scrivere della “cultura del dibattito” e dell’omonimo progetto che dal 2006 coordina presso e a partire dal “Da Vinci”, il suo Istituto. E di come invece, poi, si sia trovato a scrivere proprio e appunto del dialogo, mettendo insieme tutto ciò che ha studiato, pensato ed elaborato in oltre trent’anni di insegnamento, ricerca e pensiero, a partire da quelli che lui considera suoi filosofi di riferimento. Fra questi Wittgenstein, colui che in un certo senso l’ha motivato, a “essere uomo decente”, non sottraendosi, solo per “un principio di non pubblicazione”, all’impegno preso e poi ovviamente i protagonisti, se vogliamo, di questo scritto critico che, nel trattare il dialogo, pone in dialogo Socrate e Nietzsche, come direttori-parti dell’interno ed eterno dibattimento.

Come ha detto Alessandro Biancalani il testo diventa così, in qualche modo, l’oggetto nel senso più profondo di incontro, in questo caso dei due maestri che si fanno qui protagonisti del discorso e d’incontro come accadimento; sul filo della verità, ma scopriremo per giungere a una conclusione, provvisoria, che spesso (ahinoi) non consideriamo e nell’ottica di rispondere e corrispondere a quella “conoscenza sapienziale” che nasce dall’unione della conoscenza reale a qualcosa d’altro: della dimensione fattuale delle cose al loro (e, dunque, nostro) significato. Per Chiara Mariotti che, dal suo ruolo, in qualche modo Crocetti l’ha scelto – e lo ha scelto proprio per la capacità di offrire una sintesi di quanto, dicevamo, ha negli anni prodotto, sperimentato, ridiscusso – l’autore risponde così a due importanti funzioni della filosofia che sono: il farsi strumento dialettico e il contrapporre l’opportunità allo spaesamento. E tali funzioni, potremmo dire, potrebbero dire le persone che hanno partecipato alla presentazione del libro – così come quelle che il professore l’han conosciuto – si trovano senz’altro ad ogni confronto con Crocetti, docente e uomo, dunque sicuramente anche nel suo scritto.

Perché già nel sentirlo abbiamo capito che per noi tutti, come per lui in sede di genesi e richiesta di pubblicazione del saggio, è molto facile cadere – e costantemente – in equivoco. E lo è anche nel pensare al dialogo perché “il dialogo non è quello che generalmente pensiamo”. Spiega infatti, scavando nel profondo di quanto eviscera nero su bianco, di come esso sia – anche etimologicamente – logos che attraversa e trafigge, discorso che è fatto sostanzialmente per “ammollare l’avversario”. Per farlo precipita, ispirato da Edgar Allan Poe, necessariamente, egli stesso in un gorgo per la radicata convinzione che la “discesa nel Maelström” sia destino inevitabile per chi ha vissuto la cultura tecnico-produttiva degli ultimi due secoli, per il tempo che viviamo, e per l’altrettanto radicata convinzione che “il sopravvissuto qui sia proprio l’uomo che s’affida al dialogo”. Leggendo capiremo perché è importante aver combinato due approcci in apparenza così diversi, in realtà identici, come quello ‘socratico’ e quello ‘nicciano’ e capiremo di più del loro pensiero, dell’evoluzione del pensiero filosofico, dell’evoluzione dello strumento preso – anche – a soggetto. Capiremo quanto sia importante l’onestà, in filosofia soprattutto ma non solo, e capiremo quanto sia facile, a guardare ai maestri scelti (in filosofia ma non solo), esporre, esporci ed essere esposti alla “volontà di potenza” che ci portiamo dentro; ma allo stesso tempo quanto sia prezioso, in tal senso, impegnarci per comprendere il rapporto che con tale “volontà di potenza” abbiamo, potremmo avere, avremo.

Avremo forse meno paura nel renderci conto che il dialogo è – da sempre, non solo adesso – arte della confutazione, ma se ben esercitato processo organico. E con ben esercitato possiamo intendere il giungere alla conclusione ‘socratica’ che: non dobbiamo distruggere la posizione dell’altro per affermare la nostra, ma renderci conto che non disponiamo della verità perché non ne dispone nemmeno l’altro come, del resto, nessuno. Il dialogo serve a chiarire questo, come lo stesso si propone di fare il testo. Nietzsche e Socrate s’incontrano, dialogano ancora nel dialogo crocettiano che s’apre a noi – lo ha detto esplicitamente, lo ha chiesto – per essere, anche in toto, confutato. Perché la salvezza, ci dice, non sta nella tecnica, nel logos non logos caotico, inter nos arroccato, dilagante e spesso unilaterale moderno, ma nel riconoscere che “insieme, con solidarietà leopardiana, possiamo – e dobbiamo – cercare la verità, sapendo d’essere limitati, ma anche di poter mettere, sempre, in discussione tutto”. È il potere salvifico del riconoscimento, è una possibilità, mal che vada ancora ridiscuteremo, per ritrovarci – si spera – in una nuova ridefinizione di senso, in quella reciprocità di cui abbiamo bisogno.


L’incontro è stato introdotto da Irene Ringozzi, in modalità TEDx talk, e dal dibattito attorno alla figura di Galileo Galilei di Andrea Mori e Eleonora Dezani, studenti del Liceo. A conclusione dell’evento le vincitrici delle ultime Olimpiadi Nazionali di Debate – Laura Filippi, Natalia Novoa, Marta Romanut ed Elena Tieri – hanno raccontato la loro esperienza, sottolineando gli aspetti positivi della pratica del dibattito in termini di studio, sviluppo dell’ars oratoria, formazione propria e d’una propria idea, più consapevole, perché generata dalla contrapposizione di diversi punti di vista in virtù di una verità, non più assoluta, ma in qualche modo più ‘alta’, continuamente pronta a essere riproposta, ma anche riconsiderata. Il resto è da approfondire nell’opera, reperibile per esempio via https://www.ibs.it/dialogo-paradossi-opportunita-libro-umberto-crocetti/e/9788889526361.

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.

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