La Corte Costituzionale, con una sentenza storica, permette di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia. Arriva finalmente il via libera all’abbattimento dei cinghiali che con l’emergenza Covid si sono moltiplicati anche a causa dell’enorme riduzione di battute. Nella sola provincia di Massa Carrara, in particolare in Lunigiana, sulla base dei dati forniti dall’Ambito Territoriale di Caccia, gli abbattimenti di cinghiali sono crollati del 30% tra ottobre e dicembre 2020. Nel frattempo i cinghiali continuano a spadroneggiare in città e nelle campagne.
Una notizia, quella della sentenza, accolta da Coldiretti con soddisfazione. La principale associazione degli agricoltori è impegnata, da tempo, su tutti i tavoli per far valere le ragioni delle imprese agricole. “Nelle nostre campagne, gli imprenditori sono ormai esasperati dai danni continui provocati dal passaggio degli ungulati – spiega Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Massa Carrara -– mentre per le strade e nelle città non è un evento raro trovarsi faccia a faccia con uno o più esemplari, che scorrazzano indisturbati. In campagna è un continuo susseguirsi di segnalazioni, partendo dalle colture che vengono completamente distrutte dal passaggio degli animali, mentre appezzamenti di terreno vengono scavati e solcati in modo irrimediabile, muretti a secco danneggiati e in alcuni casi rasi al suolo, boschi devastati, strade consortili e mulattiere rese impercorribili, pericolo di spiacevoli incontri nei giardini pubblici, sui sentieri dell’entroterra e sulle strade carrozzabili. Non è più solo un problema per il mondo agricolo, ma per la comunità”.
La storica sentenza della Corte Costituzionale permetterà di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, altri cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, guardie giurate, a patto che siano appositamente formati. Nel pronunciarsi sul ricorso al Tar della Toscana di alcune associazioni ambientaliste la suprema corte ha riconosciuto che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere a un epocale cambio di direzione rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni che avevano aperto alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione previsto dalla legge quadro. “Ora non ci sono più alibi. – conclude il presidente di Coldiretti – Gli agricoltori devono poter difendere dalla devastazioni le culture ed il loro futuro”.
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