Endometriosi e dintorni, il 28 marzo una giornata di incontri a Fivizzano

“Soffro d’Endometriosi praticamente da sempre, da quando avevo 13 anni. Un periodo lunghissimo di sofferenza. Io come molte altre donne ho girato numerosi ospedali e ho sentito il parere di svariati ginecologi, ma per loro ero troppo sensibile, avevo una soglia del dolore basso e i miei dolori erano di natura psichica. La realtà dei fatti però diceva che con il passare degli anni, le dosi di antidolorifico diventavano sempre maggiori e nonostante l’assunzione di oppiodi e morfina, il dolore persisteva, diventando oltretutto sempre più forte”.
“Tutti mi dicevano che era semplicemente il ciclo, che una gravidanza avrebbe risolto i miei problemi, almeno fino a quando una notte, in preda a dolori atroci, fui costretta a recarmi di corsa al pronto soccorso di Chicago. Li trovai nel male il mio angelo. Mi credette, comprese il mio dolore e mi allungò la sua mano. Ad accertamenti fatti mi dissero che avevo l’endometriosi e che la malattia era a uno stadio “severo che poteva avermi causato danni avanzati”.

“Il mondo cambia. La malattia aveva già raggiunto il IV stadio, l’ultimo, il più profondo, attaccando gli organi limitrofi. Avevo aderenze e nodularità in tutta la pelvi. Il periodo post diagnosi è stato devastante, non mi sentivo più donna e sono caduta in un profondo baratro, perché mi avevano avvisata sulla possibilità di infertilitá e sulla possibilità di una stomia a vita. Mi vergognavo di non funzionare più, di aver perso probabilmente la possibilità d’avere una famiglia. É stato un periodo che mi ha azzerata psico-fisicamente”.
Sara Furno, sassalbina di 28 anni, è un’ostetrica che si sta battendo per una causa che sente particolarmente.
Il giorno 8 settembre 2017 Sara è entrata in sala operatoria senza sapere come ne sarebbe uscita. Dopo 9 ore d’intervento sono riusciti a ripulirla. A 26 anni si è ritrovata senza una parte d’intestino, cosa facilmente evitabile se l’endometriosi fosse stata diagnosticata in tempo. Fortunatamente, come dice lei, tutto il resto non subì danni, in primis utero, ovaie e tube. A novembre è uscita allo scoperto, ha aperto un blog, una pagina Facebook e si è messa a disposizione delle donne. Queste stanno diventando giorno dopo giorno sempre di più, determinate a chiedere un consiglio, un parere o semplicemente una parola di conforto.
A combattere dalla sua parte per diffondere la conoscenza di questa malattia subdola e altre patologie correlate all’apparato genitale femminile che troppo spesso vengono ignorate, ma che sono fortemente invalidanti, stanno collaborando la Società della Salute di Fivizzano, il Comune di Fivizzano e l’Associazione Comuni Fioriti, in collaborazione con la Deakos, azienda parafarmaceutica per la quale Sara collabora come consulente scientifica.

“L’endometriosi è spesso sottovalutata. Per arrivare ad una diagnosi certa possono passare 7-10 anni eppure la prevalenza è di circa il 10-15% delle donne in età fertile. Ciò significa che in una classe di 20 ragazze 2 potrebbero esserne affette”. Sara ha coinvolto il Dott. Christian Pozzi, ginecologo presso “OA” di Massa Carrara poiché nel corso degli anni è stato l’unico medico ad ipotizzare la presenza di tale malattia su Sara.
Tra gli obiettivi c’è quello dell’informazione che attualmente risulta essere l’unica prevenzione per limitare i danni che l’endometriosi provoca.  “Voglio sensibilizzare le ragazze, i fidanzati, i genitori su questa brutta bestiaccia e non solo. Voglio avvertire le persone che anche se una cosa non si vede non vuol dire che non ci sia. Voglio “allarmare” le ragazze. Scoprirlo in tempo significa limitare i danni, che altrimenti, come in tantissimi casi, possono lasciare segni perenni”.
Sara si è messa a disposizione delle donne perché ci sono molte malattie silenziose che con vergogna le donne si trascinano dietro, dalla cistite alla vulvodinia, dalle vaginiti alle vaginosi, malattie delle quali si deve parlare con la massima serenità: “Perché possiamo dire di avere il mal di testa e male ad un dente e non un fortissimo bruciore vaginale, oppure una fortissima cistite, oppure dolore durante la penetrazione. Credo che siano parti del corpo anche queste, non un optional. Vedo donne che si trascinano dietro cistiti da vent’anni, prendono antibiotici a caso da una vita e non sanno dove sbattere la testa. Questo crea danni, crea antibiotico resistenze serie. Crea disagio, crea un’invalidità permanente. Basta non si può continuare così”. Il suo motto è quello d’indagare quelli che sembrano normali disturbi, affidandosi a persone in gamba, senza mai lasciarsi abbattere.
L’evento formativo è aperto a tutti ed è gratuito. Si svolgerà il giorno 28 marzo 2019 alla Biblioteca Comunale di San Giovanni di Fivizzano a partire dalle ore 9:40. Ci saranno psicologi, ginecologi ed ostetriche che tratteranno gli argomenti a 360°, concentrandosi soprattutto sull’endometriosi e la cistite, partendo dallo spiegare di cosa si tratta, fino a trattare  le nuove strategie per combatterle, con un occhio di riguardo all’aspetto psicologico.
Sara chiude dicendo “La conoscenza deve partire dalla popolazione e dai professionisti sanitari in prima linea, ostetriche, infermieri, medici di base, farmacisti. Bisogna conoscere per saper riconoscere”