Reagire con prontezza, rafforzare l’identità europea, investire per il futuro. È questa la risposta della Toscana alla nuova stretta protezionista voluta dagli Stati Uniti. A dichiararlo è stato oggi il presidente della Regione, Eugenio Giani, durante un incontro urgente con le principali associazioni di categoria convocato a Firenze per discutere dell’impatto dei dazi imposti dall’amministrazione Trump sull’economia locale.
Con al fianco l’assessore all’economia Leonardo Marras e il direttore generale Paolo Pantuliano, Giani ha presieduto il tavolo operativo promettendo che diventerà un appuntamento fisso ogni due settimane. Obiettivo: fare rete, condividere strategie, mobilitare le forze produttive della regione per affrontare insieme una crisi globale che minaccia comparti fondamentali dell’economia toscana.
“Restare fermi sarebbe un errore – ha dichiarato il presidente –. I dazi imposti da Trump non sono solo una minaccia alle esportazioni, ma un attacco alla logica stessa della cooperazione internazionale. Di fronte a questo muro, la nostra risposta dev’essere un’apertura ancora più decisa, puntando su innovazione, alleanze e presenza globale.”
La Regione ha quindi annunciato un pacchetto da 50 milioni di euro per sostenere le imprese. Si tratta di tre bandi distinti: 8,5 milioni destinati ad attrarre investimenti esteri sul territorio toscano, 12 milioni per sostenere la partecipazione delle imprese locali a fiere internazionali e iniziative di marketing, e infine 30 milioni per incentivare l’innovazione, sia di prodotto che di processo.
“La Toscana non si chiude, rilancia – ha sottolineato Giani –. Il vero atto di forza oggi è aprirsi. L’unico modo per superare questa fase è dimostrare che siamo competitivi, capaci di adattarci e pronti a conquistare nuovi mercati, anche al di fuori degli Stati Uniti.”
Particolarmente forte è stato l’appello all’unità europea. “Trattare da soli è un suicidio politico – ha ammonito il governatore –. Se l’Europa si divide e ogni Stato negozia per conto proprio con Washington, perde tutta la sua forza. Serve compattezza. Bisogna parlare con una sola voce, difendere insieme il nostro modello economico e sociale.”
L’assessore Marras ha rincarato la dose, spiegando come le relazioni commerciali tra Toscana e Stati Uniti siano molto strette, rendendo la regione particolarmente vulnerabile agli effetti della nuova politica americana. “Molti importatori statunitensi – ha spiegato – hanno già congelato gli ordini. Gli effetti sul bilancio 2025 saranno tangibili, soprattutto nei settori più legati al mercato americano come moda, chimica e automotive. Le imprese stanno già registrando un rallentamento, e se non ci sarà una risposta a livello europeo, il danno rischia di essere irreparabile.”
Dal canto suo, l’assessora alla formazione Alessandra Nardini ha messo l’accento sull’aspetto occupazionale: “Si parla di decine di migliaia di posti di lavoro a rischio. Il governo Meloni, per non entrare in conflitto con Trump, resta immobile. Noi invece dobbiamo agire. Serve un piano nazionale, come ha fatto la Spagna, per proteggere i nostri lavoratori e rafforzare le competenze attraverso percorsi di formazione avanzata.”
Al tavolo erano presenti rappresentanti di tutte le principali organizzazioni produttive e sindacali della Toscana: dalle Camere di commercio alla CGIL, dalla CNA a Confindustria, da Coldiretti a Confartigianato, fino alle cooperative e alle associazioni di categoria del commercio, dell’agricoltura e dei servizi. Una partecipazione ampia e trasversale, a testimonianza della gravità del momento.
Il messaggio che parte da Firenze è chiaro: non c’è tempo da perdere. La Toscana si prepara a sfidare la logica dei muri con investimenti, innovazione e una forte spinta europeista. In un mondo interconnesso, chi sceglie la chiusura rischia di restare schiacciato. Chi sceglie l’apertura, invece, costruisce futuro.