21 Novembre 2024, giovedì

Gugù Corona Radiosa per il terzo anno. Parole rubate ad Anna e Pietro

Anna è alla ricerca di arredi. Pietro ha appena finito la lezione di giapponese, «Voglio andare in Oriente», mi ha detto. Ed io Ciaooo, lo so, siete ‘timidi’, ma ditemi com’è stato.

«Beh, molto bello. Questa volta non sappiamo bene chi ci fosse, a parte (naturalmente) Giacomo Devoto, dalla Toscana saremo stati una ventina in tutto». Golosaria (Milano), mi spiegano, è un evento molto grosso. «Per noi è un onore, Il Golosario è un punto di riferimento. È una guida che noi stessi, da clienti e ristoratori, seguiamo». La Corona Radiosa, se capisco, è il riconoscimento più alto dato dal team di Marco Gatti e Paolo Massobrio, l’altro è il Faccina Radiosa, il loro giudizio – sempre se ho capito – è molto netto. Tipo nero o bianco. Persone/Guida di riferimento, Gatti e Massobrio hanno notato il Ristorante Gugù di Bagnone praticamente appena aperto: nel 2022 la prima Corona Radiosa con premio speciale per una delle nuove aperture più interessanti dell’anno. Nel 2023 la seconda. Nel 2024 un’altra. Cioè adesso. Per Pietro «è importante, è – come si dice – gioia e stimolo: è ovviamente una cosa di cui noi ed i nostri collaboratori siamo grati, ti direi che è ri-conferma del riconoscimento primo». Cioè quale? «Quello che viene dai nostri clienti, noi cuciniamo pensando a loro. Ci fa felici vederli arrivare, cioè vedere che ci scelgono e poi vedere che tornano». Pronto, Gugù.

Accade spessissimo. «Ma lo sai che hanno già prenotato per Capodanno, non questo, il prossimo!». Quando Anna me lo dice penso che la gente sia pazza, ma ci sta, buon Gugù. Il locale ha pochi posti, è lounge mood ed intimo, ha sempre – oltre cibo e nozioni (tantissime) – buona musica (chiaro) in sottofondo. Questa è una delle cose apprezzate da Il Golosario. Sosta memorabile, aveva scritto. A Bagnone, pure: molto bello. A piacere ai critici: la cucina che combina tradizionale e contemporaneo, poi la selezione – rigorosamente a cura dei due – di vini, spesso naturali, e territorio. La qualità delle materie prime è un aspetto che Anna e Pietro ricercano molto. Che siano eccellenze o novità del momento loro provano, provano e studiano, tutto. Con i loro cioè collaboratori e in primis: Eddi, Camilla, Roberta, Tiziano. Se non li vedete, nei rari rarissimi momenti di chiusura, è per questo. Per i loro ospiti, adesso, è sulla carta in più combinazioni cioè in degustazione o meno, un menù che è esattamente l’idea di autunno di Pietro con sapori di stagione come funghi, selvaggina, zucca, tartufo e topinambur. Pietro mi dice: «Siamo sulla carne, ma torneremo al marino». Nessuno teme, meglio prenotare. Per tempo.

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