Il sindaco di Podenzana sceglie di non delegare più alla Provincia la pulizia e le opere contro il dissesto idrogeologico e dichiara che il suo comune farà tutto da solo in futuro fino a quando il capoluogo provinciale non sarà pronto a garantire una manutenzione degna di tale nome.
“La lotta contro il dissesto idrogeologico è da sempre una delle nostre missioni. Abbiamo fatto studi e ricognizioni propedeutiche ed utili alla progettazione e realizzazione di importanti opere di consolidamento di versanti e Regimazione delle acque – spiega il sindaco Marco Pinelli -, insieme ad un articolato programma di manutenzioni ordinarie di pulizia delle infrastrutture di raccolta e di scolo delle acque piovane sulle strade Comunali, che hanno richiesto impegno, pazienza e sacrificio”.
“Pensiamo alle recenti ed imponenti opere lungo il Versante di Posticcio, Ceresedo, Cuncia ed Oliveto sul territorio di Podenzana Capoluogo e di Taria, Casa Manó e Sant’Andrea sul territorio di Montedivalli. Opere, alcune delle quali, eseguite per opera e con Risorse reperite dall’amministrazione Comunale su Strade Provinciali”.
“Le stesse strade Provinciali sulle quali si è consumato, negli ultimi mesi, un abbandono ed un inadeguato e tardivo intervento, accentuato e reso evidente dalle abbondanti piogge di Lunedì, per noi inaccettabile”.
“È per questo che alla Provincia abbiamo chiesto un incontro, a settembre – evidenzia il sindaco -, per comunicare che (in assenza di altre soluzioni), costi quel che costi, a casa propria il Comune di Podenzana ci penserà da sé, dall’anno prossimo fino a quando la Provincia (vuoi per l’attesa Riforma, vuoi per assegnazione di nuove risorse o per integrazione dell’organico), non sarà nelle condizioni di garantirci una manutenzione dignitosa”.
“È una situazione insopportabile, inaccettabile e dannosa per il Comune di Podenzana, frequentato da migliaia di persone nel mese di agosto – sostiene Pinelli -, ma soprattutto per la fragilità del territorio, per l’impegno dell’amministrazione nella sua difesa e per rispetto di coloro che, quotidianamente, il territorio lo vivono!”.