4 Dicembre 2024, mercoledì

Cave e attività estrattiva, Marchetti e Stella (FI): "Con questo Piano brutta pagina di politica economica. Contrari ad aumento canoni e compressione libertà d'impresa"

“No agli aumenti dei canoni mentre si comprime la libertà d’impresa con mille vincoli e limitazioni: così si penalizzano l’attività estrattiva e tutto il settore cave con i suoi oltre 8 mila occupati, tra diretti e indiretti. E noi a questa modalità normativa della maggioranza di sinistra regionale siamo contrari”. A ribadire la posizione di Forza Italia su legge e Piano Cave, tradottasi in aula in voto contrario ai due provvedimenti approvati dalla maggioranza di sinistra regionale, sono i consiglieri regionali azzurri Maurizio Marchetti, capogruppo e Marco Stella, vicepresidente dell’Assemblea toscana.

La Regione con questa legge chiede di più e concede di meno – riassumono – e a questo noi non ci stiamo. Penalizzare l’attività estrattiva in virtù di pregiudizi veteroambientalisti nella salsa rossa di Rossi significa, nella nostra regione, far pagare l’arretratezza ideologica della sinistra a una porzione significativa di territorio, soprattutto quello dell’alta Toscana. A risentire delle piccole bombe a orologeria di cui la nuova legge e il nuovo Piano sono minati saranno le filiere dei materiali da costruzione, di quelli industriali e degli ornamentali. L’intero lapideo si troverà a dover scontare i limiti di un perimetro normativo parametrato ad hoc per imbrigliare la produzione, con ripercussioni sullo sviluppo d’impresa e occupazionale, oltre che sul gettito fiscale che il settore produce”.

Forza Italia ricorda di aver presentato vari emendamenti: “Ci tenevamo a dare voce alle esigenze degli imprenditori del settore – commentano – portando in aula le loro istanze. La maggioranza di sinistra le ha respinte tutte, arrivando a licenziare una legge che umilia ingiustamente gli imprenditori del lapideo. Per altro, oltre al danno, questa norma porta con sé la beffa del paradosso nel rischio che si accentuino fenomeni di impatto ambientale come il ritardato ripristino dei siti estrattivi e l’incremento dei traffici per il reperimento fuori regione dei materiali. Hanno respinto anche la nostra proposta di escludere dal computo dei volumi le parti abbattute e scavate per la messa in sicurezza del cantiere e la risistemazione ambientale non strettamente riferite alla lavorazione. Siamo all’assurdo”.

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Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.

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