Dopo un mese di serrate indagini, i carabinieri hanno identificato e arrestato l’autore di una violenta rapina avvenuta a metà novembre in pieno centro città a Carrara, che ha visto vittima una donna di 47 anni. L’arrestato è un uomo di 47 anni, pregiudicato, con problemi di tossicodipendenza, che dopo aver aperto con la forza la porta di casa della vittima, l’aveva colpita con un pugno alla tempia, derubandola del portafoglio e del telefonino. L’uomo, destinatario di un ordine di custodia cautelare del gip di Massa, è stato portato in carcere con l’accusa di rapina aggravata in abitazione, violazione di domicilio e lesioni personali.
I fatti risalgono alla sera dell’11 novembre scorso, ma la notizia è giunta ai carabinieri quasi due giorni dopo, quando il marito della vittima, una donna residente a Carrara, ha telefonato al 112 per chiedere l’intervento di una pattuglia, spiegando che la moglie, scomparsa da due giorni dopo un litigio con lui, si era ripresentata a casa con il volto gonfio di botte, raccontando di essere stata aggredita e rapinata.
L’equipaggio del nucleo radiomobile di Carrara che ha raggiunto l’abitazione dei due, si è trovato davanti una donna impaurita e piena di lividi sul volto, che con voce flebile e sofferente ha raccontato la disavventura che le era capitata circa 48 ore prima, quando all’interno di un monolocale preso in affitto da pochi giorni, dove si era rifugiata per prendere tempo dal marito dopo un acceso litigio con lui, era stata assalita e rapinata da uno sconosciuto, che aveva fatto irruzione in quella casa, danneggiando la porta di ingresso.
Secondo il racconto della vittima, il malvivente, evidentemente ubriaco, le aveva sferrato un pugno alla testa procurandole una copiosa fuoriuscita di sangue dalla tempia, quindi le aveva rubato uno smartphone insieme allo zainetto con i propri effetti personali. La donna, tramortita per il colpo ricevuto, era corsa in bagno per tamponare la ferita, poi il giorno successivo, non avendo nemmeno il telefono per chiedere aiuto, era rimasta chiusa in casa sotto shock, finchè la sera del 13 novembre, tornata a casa dal marito ancora sporca di sangue, gli aveva raccontato le sue ultime ore da incubo.
I militari dell’Arma, dopo aver ascoltato l’angosciante racconto della donna e viste le sue condizioni, hanno fatto intervenire un’ambulanza che l’ha portata in ospedale, dove i medici le hanno diagnostica un trauma cranico, con cinque giorni di prognosi.
Le indagini dei carabinieri della stazione di Carrara sono cominciate dal sopralluogo e dai rilievi scientifici presso il monolocale dove è avvenuta la violenta rapina, nel cuore del centro storico di Carrara. I militari hanno trovato ancora intatte le tracce della violenta rapina, a cominciare dalla porta d’ingresso che il malvivente aveva danneggiato per fare irruzione nell’abitazione. Quando poi sono entrati nel monolocale, si sono trovati davanti una scena in stile Arancia Meccanica, con abbondanti tracce di sangue ancora presenti sul pavimento, sul letto e nel bagno, dove la donna, come da lei stessa raccontato, aveva cercato in qualche modo di tamponare la profonda ferita alla testa.
Dopo la visita in ospedale, la vittima è stata portata in caserma, dove ha raccontato nei minimi dettagli la dinamica dei fatti, soffermandosi sulla descrizione dei connotati del rapinatore, compreso il suo abbigliamento. Proprio la descrizione dei tratti somatici del rapinatore fornita dalla 47enne, ha consentito ai carabinieri di stilare un identikit, che il maggiore Cristiano Marella, comandante della compagnia di Carrara, ha diramato a tutti i comandi dell’Arma presenti nel territorio.
Nel frattempo, dal racconto della 47enne sono emersi altri dettagli che poi si sono rivelati molto importanti per le indagini. Infatti, la vittima ha spiegato che l’autore dell’aggressione lo aveva conosciuto in giro per Carrara la sera stessa in cui lei era andata via di casa dopo il litigio con il marito, quando si era avvicinato a lei con modi molto gentili, chiedendole cosa le fosse successo e poi offrendosi di aiutarla a portare lo zainetto, che appariva molto pesante. Una volta raggiunto il monolocale preso in affitto dalla 47enne destinazione, i due si erano salutati amichevolmente e quell’uomo, sempre con modi molto educati, si era dichiarato dispiaciuto per la sua vicenda personale e poi, vedendola da sola, le aveva lasciato il proprio numero di telefono per qualsiasi necessità, chiedendole a sua volta di fargli subito uno squillo, per consentirgli di memorizzare il numero.
Trovata la traccia di quello squillo sui tabulati telefonici, i carabinieri sono risaliti al numero chiamato dalla vittima della rapina, che è risultato intestato alla sorella di un noto pregiudicato di Carrara, dedito al consumo e allo spaccio di stupefacenti, già condannato per vari reati e da qualche mese scarcerato dai domiciliari, attualmente sottoposto a libertà controllata. Fra l’altro, comparata la fotografia del pregiudicato con l’identikit del rapinatore disegnato dai carabinieri sulla scorta della descrizione fornita dalla donna, è apparsa evidente la loro somiglianza. A quel punto, le indagini si sono concentrate su quell’uomo.
I carabinieri hanno scoperto che pur avendo la residenza a Carrara, il 47enne aveva lasciato l’abitazione e di lui negli ultimi tempi si erano perse le tracce. A seguire, la sua fotografia è stata mostrata alla donna che ha subito l’aggressione, che appena ha visto quell’immagine ha sgranato gli occhi e l’ha riconosciuto senza ombra di dubbio per essere l’autore della rapina. Agli uomini dell’Arma, però, quel riconoscimento non è bastato, infatti per raccogliere altre fonti di prova, sono tornati sul luogo della rapina, dove hanno interrogato alcuni vicini di casa, arrivando a scoprire che uno di loro, nelle ore precedenti l’aggressione, aveva sentito urlare per le scale un uomo in stato di alterazione che batteva i pugni sulla porta dell’appartamento al piano di sotto, quindi era sceso per intimargli di smetterla visto che non gli apriva nessuno, avvisandolo che altrimenti avrebbe chiamato le forze dell’ordine. In sede di testimonianza, il vicino appena ha visto la fotografia del 47enne destinatario delle attenzioni dei carabinieri, ha confermato che si trattava della stessa persona che aveva allontanato dalle scale.
Ritenendo di aver inchiodato l’autore della rapina, i carabinieri hanno messo insieme tutte le fonti di prova raccolte nel periodo d’indagini e le hanno prodotte al pubblico ministero Alberto Dello Iacono, il quale a sua volta ha chiesto e ottenuto dal giudice Dario Berrino un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’uomo è stato rintracciato e arrestato e ora è detenuto presso la casa di reclusione di Massa dove nelle prossime ore dovrà rispondere alle domande del giudice sui fatti che gli sono stati contestati.
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