20 Aprile 2024, sabato
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Carrara, 36enne arrestato con 300 grammi di cocaina e 6.700 euro in contanti: spacciava in un casolare nascosto nel bosco

Un duro colpo allo spaccio di droga è stato inferto dai carabinieri del nucleo operativo di Carrara, che hanno mandato a monte gli affari di uno spacciatore solitario ritenuto fra i più attivi in città, anche durante del Coronavirus. A finire in manette è stato un uomo di 36 anni originario del Marocco, trovato in possesso di tre etti di cocaina che aveva nascosto sottoterra, ma anche di un sostanzioso tesoretto proveniente dallo spaccio che aveva disseminato in vari posti segreti intorno all’abitazione.

L’operazione risale a sabato pomeriggio, quando i carabinieri di Carrara, al termine di un’indagine non facile portata avanti in piena emergenza Coronavirus, hanno messo in atto un blitz da film, per riuscire ad entrare dentro un’abitazione sperduta in mezzo alla campagna, ritenuta uno dei centri di spaccio di droga più attivi e allo stesso tempo inespugnabili degli ultimi tempi.

In quel casolare circondato da vitigni, campi incolti e boscaglia, per giunta raggiungibile solo da un sentiero in salita ripido e stretto difficilmente percorribile sia a piedi che in auto, il cittadino marocchino mai coinvolto in fatti di droga era riuscito a mettere in piedi un giro di cocaina che fruttava migliaia di euro. È stata proprio la posizione strategica di quel fabbricato, che si trova non lontano dal Castello Rosso di Facola, a rendere la vita difficile ai carabinieri di Carrara. Infatti il trentaseienne da quella casa riusciva a dominare su tutta la zona e quindi poteva controllare tutti gli arrivi e di conseguenza difendersi con largo anticipo dalle eventuali incursioni delle forze dell’ordine.

Nei giorni antecedenti il blitz di sabato, i militari dell’Arma avevano ricevuto parecchie segnalazioni di cittadini che abitano vicino via Melara, preoccupati per il crescente viavai di persone dall’aspetto poco raccomandabile che, nonostante il lockdown, erano soliti imboccare a piedi, in auto o in bicicletta, la strada che costeggia il torrente Bagnone. Prendendo spunto da quelle segnalazioni, i carabinieri hanno documentato che effettivamente in quella zona c’era un intenso traffico di presunti acquirenti di tutte le età, per la maggior parte di Carrara, diretti presso un’abitazione fatiscente che si trova in cima ad una ripida salita, dove puntualmente venivano accolti dall’uomo, che li faceva entrare in casa. I clienti si intrattenevano lì dentro per alcuni istanti e poi andavano via.

Alla fine, dopo aver raccolto tutti gli elementi e studiato la situazione, i carabinieri hanno aspettato il momento propizio per fare irruzione nel fortino del cittadino marocchino e ci sono riusciti nel migliore dei modi, visto che l’uomo non si è accorto di nulla.

Appena entrati nella camera da letto, i militari dell’Arma hanno trovato in bella mostra una distesa di banconote da 50 euro messe in fila ordinatamente sul materasso. Lo straniero, non ha dato alcuna spiegazione di quella somma di denaro, anzi, invitato a consegnare la droga eventualmente in suo possesso, ha ripetuto senza esitazione di non avere nulla e di trovarsi lì solo per coltivare la terra e accudire i polli.

Le sue parole però sono state subito smentite dal rinvenimento di alcune dosi di cocaina nella tasca di un giubbotto, mentre un bilancino di precisione e altro materiale per il confezionamento sono stati trovati dentro un’intercapedine nel muro. A quel punto, è scattata una meticolosa perquisizione che ha impegnato per alcune ore una nutrita squadra di carabinieri, fra cui il maggiore Cristiano Marella, comandante della compagnia di Carrara e il luogotenente Walter Calandri, comandante del nucleo operativo. Ispezionando l’area esterna, i militari dell’Arma si sono incamminati lungo un piccolo sentiero nell’erba alta che era stato chiaramente calpestato da poco, finchè sono giunti in un vecchio vitigno distante circa 200 metri dall’abitazione, dove le tracce si sono interrotte in corrispondenza di alcuni cespugli. È proprio in quel punto che i carabinieri hanno cominciato a guardarsi intorno e alla fine, sotto lo sguardo dell’arrestato che ha assistito a tutte le operazioni, hanno tirato fuori dal terreno un contenitore di vetro chiuso ermeticamente con dentro buste di cocaina in sassi, tenute a contatto con il riso per difenderla dall’umidità. Nel frattempo, un’altra busta con dentro un grosso sasso di droga bianca è stata trovata nella tasca di un vecchio giubbotto appeso come uno straccio all’esterno dell’abitazione.

Messa sulla bilancia, tutta la droga recuperata è arrivata a 300 grammi di peso. Ma lo spacciatore non si era limitato a nascondere solo la droga. Oltre al denaro che era sul letto, i carabinieri hanno trovato varie mazzette di banconote nascoste in giro per la casa, perfino dentro i calzini. Addirittura una mazzetta composta solo da banconote da cinquanta euro, avvolta con cura nel cellophane per non farla bagnare, è stata recuperata dai militari dell’Arma fuori dall’abitazione, sotto la pedana di una bilancia completamente arrugginita che sorreggeva una vasca per raccogliere l’acqua piovana. Alla fine, sono stati sequestrati 6700 euro in contanti.

L’uomo ha un regolare permesso di soggiorno poiché sposato con una donna italiana che vive a Gragnana ed è stato portato in caserma, dove al termine dei narcotest sulla droga trovata in suo possesso, è stato dichiarato in arresto per detenzione illecita di stupefacenti. L’esito dell’operazione è stato comunicato al pubblico ministero Alessandra Conforti, che ha dato ordine di portare il trentaseienne in carcere.
Lunedì mattina, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto, il Giudice Antonella Basilone del Tribunale di Massa, ha disposto gli arresti domiciliari e rinviato il processo ai primi di giugno. Saranno le analisi di laboratorio a stabilire il principio attivo della cocaina sequestrata, il cui valore economico al dettaglio sarebbe stato complessivamente di circa 40.000 euro.
L’impegno dei carabinieri di Carrara nella lotta contro lo spaccio e il consumo di droga resta alto, ma anche in questo campo è sempre più necessaria una forte collaborazione da parte dei cittadini, che con una semplice telefonata al 112 quando notano sconosciuti o movimenti sospetti nel proprio quartiere, così come nei parchi e nelle piazze della città, possono consentire di avviare delle verifiche e perfino delle indagini, contribuendo quindi in maniera determinante ad arginare il problema.

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