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Camere di Commercio, Bugliani (Pd): "Fusione Massa Carrara, Pisa e Lucca, così com'è pensata, non risponde alle esigenze dei nostri territori"

“Salvare le Camere di Commercio  e difendere l’autonomia dei territori”. E’ la linea di indirizzo tracciata ieri in  Consiglio regionale dal consigliere del Pd in Regione e presidente della commissione Affari istituzionali e Bilancio  Giacomo Bugliani,  primo firmatario della mozione che riguarda le prospettive delle Camere di Commercio, con particolare riferimento a quella della Toscana Nord-Ovest. L’atto, approvato dall’aula a maggioranza,  chiede al Governo di rivedere la decisione di rideterminazione delle circoscrizioni territoriali delle Camere di Commercio e di procedere ad accorpamenti, a favore di scelte basate sulla volontà dei singoli enti.

La fusione di  Massa Carrara, Pisa e Lucca, così com’è pensata, non risponde alle esigenze dei nostri territori e per questo dobbiamo provare ad arrestare questo percorso. La Toscana che ci piace – sottolinea Bugliani– difende l’autonomia dei territori. Come si ricorderà, il decreto del 2018 prevedeva: il mantenimento delle Camere di Commercio di Firenze e della Maremma; l’accorpamento di Lucca, Massa Carrara e Pisa (Toscana Nord-Ovest), Arezzo e Siena; Pistoia e Prato. Questi accorpamenti – chiarisce  Bugliani  – non risultano omogenei, in particolare per quanto riguarda la Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest. La Regione, in sede di approvazione dell’ultimo programma regionale di sviluppo si è invece posta come obiettivo quello di individuare ambiti territoriali adeguati e omogenei”.

Il testo della mozione sottoscritto anche da altri consiglieri regionali del Pd impegna la Giunta a attivarsi in tempi rapidi, anche nelle more del pronunciamento della Corte Costituzionale, nei confronti del Governo – considerando anche la possibilità di sottoporre la questione in sede di Conferenza Stato-Regioni –  con l’obiettivo di proporre una modifica della normativa vigente, alla luce delle criticità emerse a livello generale in sede di applicazione delle norme in materia camerale, al fine di rendere volontari i processi di rideterminazione delle circoscrizioni territoriali e di istituzione di nuove camere di commercio, nell’ottica di giungere ad eventuali accorpamenti in ambiti territoriali omogenei dal punto di vista socio-economico. La questione del riordino territoriale delle Camere di commercio – spiega Bugliani – si trascina da diverso tempo. Dopo il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 16 febbraio 2018, adottato sulla base della proposta di Unioncamere, vi è stato il ricorso della Camera di commercio di Pavia al Tar del Lazio che, in data 15 marzo 2019, giudicava “rilevante e non manifestamente infondata” la questione sollevata dall’ente camerale di legittimità costituzionale per “violazione del principio di leale collaborazione nella funzione legislativa, che prevedono che l’esercizio delegato della potestà legislativa debba vedere un’interlocuzione fra Stato e Regioni che si realizzi attraverso un’intesa con le Regioni e non attraverso un semplice parere. Quindi –conclude Bugliani – ora siamo in attesa del pronunciamento della Consulta, che metterà una parola finale sulla vicenda. Intanto però credo che la Regione Toscana possa attivarsi, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, per proporre di cambiare il decreto vigente. Il punto centrale, per noi, è quello dell’omogeneità degli ambiti territoriali: crediamo fermamente che le fusioni, gli accorpamenti delle Camere di commercio debbano avvenire in forma volontaria e in relazione proprio all’omogeneità socio-economica dei territori interessati”.

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