Il Gruppo regionale Cai (Club Alpino Italiano) Toscana e il Tam Cai Massa hanno scritto una lettera evidenziando diverse preoccupazioni per il programma Dmax “Uomini di Pietra”. La lettera è indirizzata a Giampaolo Pedrotti della Trentino Film Commission, Stefania Ippoliti della Toscana Film Commission e per conoscenza al presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, all’assessora della Regione Toscana per le politiche della Montagna Stefania Saccardi, al presidente Sat (Società Alpinisti Tridentini) Trento, Armando Tomasi e al presidente del Cai, Vincenzo Torti. Alla missiva per ora avrebbe risposto solo la Toscana Film Commission.
“Il 19 di Novembre è cominciata una serie televisiva sul canale digitale Dmax intitolata ‘Uomini di pietra’ sostenuta da Trentino Film Commission e promossa da Toscana Film Commission – si legge nella lettera – Vi scriviamo, Sig. Giampaolo Pedrotti e Sig.ra Stefania Ippoliti, per comunicarVi il nostro assoluto dissenso. In questa prima puntata la narrazione del lavoro in cava si è basata su 3 punti:
la montagna pericolosa, quasi a giustificare l’accanimento contro di essa;
la lotta contro la natura, che ricorda approcci datati che la comunità internazionale oramai condanna senza possibilità di appello;
le esigenze del mercato che va sopra a tutto, ricordando il Leviatano di Hobbes.
Su questi tre assi abbiamo assistito a 46 minuti di distruzione della montagna, di una montagna che è pericolosa, di una natura, ‘matrigna’, cattiva al punto da non far rispettare gli impegni con i clienti (Arabi, Cinesi, Inglesi e tutti palazzi lussuosi, zero arte per intenderci). Perchè bisogna soddisfare i clienti.
Abbiamo assistito ad una contrapposizione natura-uomo che innalza quest’ultimo ad eroe, al tempo stesso dominato del mercato che detta tempi e modi per vincere contro la natura. (L’appellativo “bastardo” da parte di un cavatore contro un pezzo di monte che non vuole cadere come vuole lui, è la quintessenza di tutto questo).
Tutto questo è vergognoso e antistorico. Di tutto questo ci meravigliamo delle vostre posizioni e vi proviamo a spiegare perchè.
La Trentino Film Commission, Sig. Pedrotti, ha lanciato l’iniziativa “Green Film” per stimolare la riduzione degli impatti ambientali delle produzioni cinematografiche: ” al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale” cita il vostro disciplinare. In questa produzione “Uomini di pietra”, che voi sostenete, esaltate un’attività estrattiva che inquina un ambiente unico come le Alpi Apuane.
Vi chiediamo quindi come potete far convivere nei vostri obiettivi, la sponsorizzazione di una serie televisiva che narra della distruzione della montagna (in parte dentro i confini del Parco Regionale delle Alpi Apuane) e l’iniziativa “Green film”.
Ci troviamo davanti ad un altro paradosso che qualcuno ci deve pur spiegare. Nel vostro territorio promuovete linee guida per le attività umane incompatibili con le peculiarità dei territori montani (tipo l’inquinamento acustico dei mezzi di trasporto sui passi Alpini oppure i concerti musicali tenuti in alta quota), dall’altra sostenete produzioni cinematografiche che esaltano le capacità di mezzi di lavoro di 50 tonnellate con 450 cavalli di potenza all’interno di aree protette come il Parco Regionale delle Alpi Apuane. Vi domandiamo se avete mai sentito un mezzo di questi in azione, così, per nostra curiosità.
Chiediamo poi a lei sig.ra Ippoliti di Toscana Film Commission se ha visto la serie in anteprima oppure no.
Le consigliamo la visione perché Regione Toscana sulla sicurezza in cava ci ha investito circa 2,5 milioni di euro, soldi pubblici, suoi e nostri, ha implementato risorse umane, ha messo la propria faccia per garantire maggiore sicurezza in un settore che purtroppo piange continuamente perdita di vite umane: una pochi giorni fa proprio nel bacino marmifero versiliese dove si sono girate le scene di questa rappresentazione televisiva.
Insomma da una parte di spendono soldi pubblici per la sicurezza in aziende private e dall’altra si invita alla visione di una serie che mostra cosa non si fa per la sicurezza.
Infine il patron di Henraux che dialoga a distanze ravvicinate con i suoi collaboratori, stringe mani, pacche sulle spalle, alla faccia delle precauzioni anticovid, salvo poi scoprire in una scena che la mascherina la tiene ordinatamente al polso.
Insomma tutta una serie di messaggi che andrebbero censurati senza se e senza ma.
Per questo riteniamo veramente inopportuno sia il sostegno come Trentino Film Commission, cioè Provincia Autonoma di Trento, che la promozione sul sito di Toscana Film Commission, alla produzione ‘Uomini di Pietra’.
Crediamo che un passo indietro da parte vostra sarebbe opportuno per mantenere quella credibilità che in tanti anni di storia della Provincia Autonoma di Trento avete conquistato con le vostre valli, le vostre donne e i vostri uomini che non meritano certamente le contraddizioni che avete invece mostrato in questa operazione.
Vi invitiamo inoltre, sig. Pedrotti e sig.ra Ippoliti, a visitare le nostre Alpi Apuane, le nostre valli, le nostre emergenze ambientali che sono ogni giorno messe sotto pressione (giusto per usare un eufemismo) dalle attività di escavazione. Sarete nostri ospiti”.