Domenica 24 gennaio alle ore 15 saranno inaugurati i nuovi poli liturgici della chiesa di san Caprasio ad Aulla, tra i quali il restaurato fonte battesimale medievale che torna ad essere utilizzato dopo esser stato nascosto per secoli sotto le pavimentazioni della chiesa.
Il parroco don Lucio Filippi nell’invito alla partecipazione alla cerimonia ricorda che la chiesa parrocchiale è oggi rinnovata secondo le indicazioni della riforma liturgica promossa dal Concilio. “Consegniamo a Dio e alla comunitĂ cristiana- scrive don Lucio – questo luogo santo per la santificazione del popolo di Dio dove si congiungono la storia millenaria e il presente: oltre all’altare, centro della chiesa, giĂ consacrato e contenente le preziose reliquie di san Caprasio, è reso attivo l’antico e nuovo fonte battesimale, con l’inserimento di una grande vasca e una preziosa icona del Battista, sono predisposti il nuovo ambone: posto elevato per la proclamazione della Parola di Dio; la nuova sede del presidente, segno di Cristo Capo; la nuova sede dei fedeli: popolo celebrante e radunato attorno all’altare e all’ambone. Predisposta la cappella della Riconciliazione o Confessione, dove il Sacro Cuore a braccia aperte accoglie i peccatori. La chiesa ha un nuovo impianto di illuminazione: luce che avvolge e nobilita il popolo radunato”.
Il programma della cerimonia, dopo una breve introduzione del direttore del Museo Riccardo Boggi sui vent’anni di studi, ricerche, restituzioni , prevede la consegna di targhe di benemerenza al sen. Lucio Barani, che come sindaco finanziò i primi interventi, al maestro Rolando Paganini , autore della grande icona di San Giovanni Battista che orna il fonte battesimale, a don Marino Navalesi che di fatto fu “iniziatore” delle ricerche. Seguirà il saluto del sindaco di Aulla, Roberto Valettini.
Sarà infine don Lucio Filippi ad aprire la cerimonia religiosa celebrazione della santa Messa del fonte battesimale, dell’ambone, della sede presidenziale, della cappella della Riconciliazione.
Riceviamo e pubblichiamo da Riccardo Boggi
“Nel 1942, in pieno conflitto mondiale, quando le bombe non avevano ancora colpito Aulla, Antonio Cappellini pubblicava con la tipografia Terrile Olcese di Genova un fascicolo intitolato ‘Aulla e la sua insigne Abbazia’, una sintesi di studi giĂ noti, ma importante per portare un po’ di luce sul destino di tre grandi formelle di marmo che, dopo tante traversie, hanno finalmente trovato una definitiva collocazione museografica. Nella citata pubblicazione le tre formelle sono descritte assemblate con la didascalia ‘paliotto dell’altare della Madonna del Rosario’ che in una piantina del 1857 era collocato nella navata sinistra; dopo il bombardamento della navata il paliotto non fu piĂą ricomposto e le formelle furono depositate senza una collocazione razionale in vari angoli della chiesa.
Ora San Michele che calpesta il diavolo e la Madonna del Rosario, con ai piedi un Santo cappuccino con la bisaccia e il cuore in mano, affiancano di nuovo la Madonna della Misericordia di Savona raffigurata nella formella centrale. Le tre formelle sono di buona fattura, probabilmente databili tra seconda metà del XVI e prima metà del XVII secolo: certamente sono giunte in san Caprasio all’epoca del governo della famiglia genovese dei Centurione ai quali quasi certamente si deve la devozione, insolita in Lunigiana, alla Madonna della Misericordia di Savona.
Il 18 marzo 1536, la Madonna di Misericordia apparve al contadino Antonio Botta in una localitĂ a circa sette chilometri dal centro di Savona: l’immediato clamore trasformò il luogo in meta di pellegrinaggio e la Madonna fu acclamata patrona della cittĂ e dell’intera Repubblica di Genova. Nella formella di Aulla la Vergine, che accoglie a braccia aperte, è raffigurata scesa in terra, ha i piedi posati su una roccia dalla quale spuntano erbe e fiori, mentre il contadino Antonio Botta è devotamente posto in ginocchio, con il cappello che tiene ancora in mano, mentre sulla destra troviamo un angelo inginocchiato che regge un cartiglio con la scritta ‘Praepotens matris misericordie presidium’.
Bella è la raffigurazione di San Michele, quasi un eroe classico, con lo sguardo fiero rivolto al cielo e i capelli al vento, la bilancia tenuta in alto e la spada rivolta in basso, mentre calpesta con entrambi i piedi il diavolo, circondato da fiamme. Di piĂą difficile interpretazione è la formella raffigurante la Madonna del Rosario : è una classica apparizione tra le nuvole, reca sulle ginocchia GesĂą bambino, che si tiene attaccato al velo, e con una mano porge il Rosario ad un Santo frate ‘da cerca’ con i sandali che reca ai piedi una bisaccia e dona alla Madonna il suo cuore. Anche qui lo scultore ha raffigurato fiori e vegetali, ma l’incognita è il Santo sul cui nome ci sono diverse ipotesi da accertare. Nel progetto di allestimento del percorso di visita di San Caprasio le tre formelle sono collocate nel salone rinnovato, nei pressi della torre musealizzata, in continuitĂ con la saletta che ospita la collocazione di marmi policromi di altari, frammenti di stemmi di casa Centurione oltre alla documentazione fotografica degli arredi della chiesa così come si presentavano prima dei danni bellici”.