Athamanta: “Fermiamo la devastazione. Le Alpi Apuane sono vittime di uno dei più grandi disastri al mondo”

Così il percorso nato in difesa delle Apuane alla prima mobilitazione nazionale

“Fermiamo la devastazione delle Alpi Apuane” è l’appello sabato 24 ottobre a Carrara in occasione della prima mobilitazione nazionale indetta da Athamanta, il percorso nato a Carrara in difesa delle Apuane per diffondere coscienza critica sui temi connessi al problema dello sfruttamento estrattivo del marmo. Centinaia i manifestanti che, nei limiti del momento imposti dalla crisi pandemica, hanno preso parte nella mattinata a una camminata sulle Apuane e a diverse azioni sul territorio, e nel pomeriggio a una coreografia in Piazza Alberica a Carrara, con striscioni di solidarietà per le Alpi Apuane. La mobilitazione è stata accompagnata sul territorio nazionale da azioni di solidarietà da parte di coloro che non hanno potuto partecipare in loco, ed è stata rilanciata online con la condivisione in tempo reale di tutti i contenuti.
Le azioni dislocate sul territorio carrarese hanno toccato diversi temi ritenuti da Athamanta di primaria importanza. Dicono gli attivisti: “Abbiamo voluto porre l’attenzione su diversi obiettivi: la montagna, luogo della devastazione tangibile, che deve tornare ad essere attraversata con una coscienza critica, patrimonio di tutti e non di pochi; la sede di Assindustria, per ribadire ancora una volta chi sono i mandanti di questo ecocidio, i grandi gruppi industriali e non i lavoratori del settore, ma coloro che sacrificano le nostre montagne al dio denaro senza alcun rispetto per la salute dell’ambiente e dei lavoratori; lo stabilimento Omya, multinazionale del carbonato di calcio, un mercato che ha incentivato la produzione di detrito di cava, rendendolo un vero e proprio business che autorizza la polverizzazione delle Apuane; Piazza delle Erbe, per ricordare la “rivolta delle ceste” del 1945 e per dire che sappiamo immaginare un mondo in cui lavoro e vita possano coesistere senza contrapposizioni e rimarcare che l’ amore per la propria terra è quel collante necessario alla costruzione di un fronte comune contro l’avidità degli sfruttatori.”
“Le Alpi Apuane sono vittime di uno dei più grandi disastri del mondo”, afferma Athamanta:: “negli ultimi decenni la catena montuosa apuana è stata visibilmente distrutta causando ricadute incontrovertibili sul punto di vista ambientale e sociale”.

“Ogni anno – spiegano da Athamanta – vengono distrutte oltre 4 milioni di tonnellate di montagna. Il 90% del materiale estratto è quello di scarto. La montagna, aperta a colpi di esplosivo con le cosiddette “varate”, finisce in carbonato di calcio per il settore edilizio, per le industrie farmaceutiche e cosmetiche. L’80% del marmo bianco estratto nelle Apuane fa questa fine, il 19,5% è impiegato per arredi e rivestimenti mentre l’arte pesa lo 0,5% delle estrazioni”.
Il disastro ambientale sul territorio è testimoniato da anni da numerose associazioni ambientaliste, spiegano da Athamanta: “Il bacino idrico più importante della Toscana è inquinato da polvere di marmo detta “marmettola”, idrocarburi e oli esausti; nel mentre a carico della cittadinanza ogni anno vengono addebitati 500 mila euro per il filtraggio speciale dell’acqua. Nel paradiso della biodiversità, alcune specie rischiano l’estinzione a causa della cementificazione degli alvei dei fiumi”. Così come viene costantemente messa a rischio la vita e la salute delle persone, in un territorio che anche a causa dell’attività estrattiva, è continuamente soggetto a disastri alluvionali.
“Il nostro percorso non può e non deve concludersi oggi. Quella del 24 Ottobre è una giornata simbolica, un punto di passaggio che sentivamo necessario – dicono gli attivisti – ma la lotta non si esaurisce oggi, è soltanto cominciata. La mobilitazione in corteo nazionale è rimandata a data da definirsi e verrà rilanciata quando le condizioni lo permetteranno, saremo ancora nelle piazze e nelle strade per gridare insieme: Fermiamo la devastazione!”
Athamanta lancia infine un appello: “Siamo pronti a portare la questione Apuana fuori dai confini nazionali e affiancarla a tutte quelle lotte per la salvaguardia di vita e territori presenti in tutto il mondo e, se ce ne fossero – dicono con ironia – in tutta la galassia”.