29 Marzo 2024, venerdì
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Aspettando la recessione

Nel consiglio direttivo Bce è aperta la discussione sulla possibilità di mettere in pausa l’incremento progressivo dei tassi, anche se finora il “partito rialzista” sembra ancora prevalere. Ma, mentre l’inflazione è ancora al centro delle attenzioni dei banchieri centrali, un altro pericolo incombe sull’economia mondiale…

In Europa, il picco dei tassi sarà raggiunto con le prossime tre riunioni della Bce. Anche se, secondo il Governatore della Banca di Francia, non è detto che l’istituto centrale incrementerà il valore ogni volta. In seguito, occorrerà tenersi sui livelli stabiliti per un certo periodo, prima di iniziare il ciclo delle discese. E’ una “proposta-ponte” fra falchi e colombe. I primi sono convinti che il rialzo dei tassi sia imprescindibile per combattere l’inflazione, ormai però ampiamente sotto controllo. Grazie al “rientro nei ranghi” delle materie prime, a fine anno non dovrebbe superare il 3%. L’alto costo del denaro però mette sotto pressione i sistemi economici dell’Europa e di altri paesi occidentali, a rischio recessione già nei prossimi mesi.

La scelta della Banca del Giappone, di mantenere la propria politica monetaria e lasciare i tassi di riferimento a -0,10%, non ha prodotto risultati differenti: anche nel Sol Levante l’inflazione sta rientrando. Ci si chiede, quindi, se la discesa dei prezzi non sia un fenomeno endogeno, indipendente (in tutto o in parte) dalle strategie delle banche centrali. Che, in Europa e negli Usa, hanno proceduto quasi all’unisono, anche se le cause del fenomeno erano differenti: materie prime per l’Ue e Gran Bretagna (in cui però ha giocato un ruolo anche il post-Brexit) e forte rialzo della spesa pubblica negli Stati Uniti. Proprio sull’entità di questa voce, punto distintivo del programma economico dell’amministrazione Biden, democratici e repubblicani si stanno confrontando per alzare il tetto al debito e scongiurare la bancarotta dello Zio Sam.

I giorni passano veloci, ma molti osservatori sono concordi nel ritenere che un accordo – anche provvisorio – sarà trovato. I mercati finora non hanno risentito delle tensioni. I listini europei sono in leggero rialzo. La situazione mostra il protrarsi di un lungo periodo interlocutorio. Neppure le trimestrali molto buone hanno avuto la forza per dare una spinta al mercato. Visti i fondati timori di recessione, sembra più facile prevedere un rallentamento del mercato. Il mese di maggio è stato funestato dalle drammatiche alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna in due diverse ondate. Dal punto di vista economico, il disastro naturale avrà prevedibilmente un forte impatto sui settori agricolo e zootecnico delle aree colpite. I raccolti ortofrutticoli delle zone allagate sono da considerarsi persi e, probabilmente, occorrerà estirpare decine di migliaia di alberi da frutto. I danni da mancata produzione, incalcolabili in un settore che viveva di esportazione nei principali paesi europei, e la ripiantumazione degli alberi distrutti, che potranno dare frutto in un lustro, metteranno in ginocchio l’economia della Fruit Valley italiana. Più marginale sarà l’impatto sul settore industriale che presumibilmente potrà riprendere la produzione in tempi relativamente brevi.

Carlo Vedani
Carlo Vedanihttps://alicantocapital.com/
Collaboratore. Amministratore delegato di Alicanto Capital
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