venerdì, 29 Settembre, 2023

Apuane Libere contro la devastazione nella valle del Sagro: “Comune di Fivizzano e Regione complici”

“In data odierna l’organizzazione di volontariato Apuane Libere, ha denunciato presso le Autorità competenti in materia ambientale – Carabinieri Forestali della stazione di Fivizzano, Arpat, Regione Toscana, Ente Parco delle Alpi Apuane e Ministero della Transizione Ecologica – l’esistenza di una grave emergenza ecosistemica nella Valle del Monte Sagro”.

Lo ha reso noto sabato l’associazione stessa che prosegue: “Siamo alle pendici del monte Borla nel Comune di Fivizzano, in un’area di elevatissimo pregio floristico in cui – tra le altre cose – è presente l’unico areale dell’endemismo ‘Centaurea montis-borlae’ e dove le testimonianze geomorfologiche dell’ultima glaciazione wurmiana sono eccezionalmente numerose: ciononostante si continua a prelevare ed inquinare massivamente il suolo apuano in nome del bieco profitto.

“Grazie all’instancabile presenza sul territorio dei nostri militanti ambientali – fanno sapere – abbiamo documentato, la completa distruzione di ben tre cavità carsiche, tantissime discariche abusive in area protetta, lo smaltimento illegale di rifiuti speciali, ma soprattutto l’inquinamento del Fosso di Fratteta affluente di quel torrente Lucido di Vinca che bagna Monzone ed altri paesi della Lunigiana. Nello specifico la cava – messa a reddito dal comune di Fivizzano in combutta con la Regione Toscana – viene ‘coltivata’ dalla Ditta Walton Marmi s.r.l.”. Secondo l’associazione la cava non sarebbe gestita in maniera adeguata per quanto rigurada la gestione delle acque e dei detriti.

“Il secondo sopralluogo in Lunigiana dei nostri soci volontari – spiega Gianluca Briccolani, presidente dell’associazione – ha fotografato e filmato una situazione da completo far west, che, a distanza di neanche due mesi dalla nostra prima segnalazione alle autorità, non solo è peggiorata, ma ad oggi non ci risultano neppure siano stati fatti i debiti sopralluoghi da parte degli organi preposti al controllo ed al rispetto delle leggi in materia di ambiente. Grazie alle politiche ecocide della giunta comunale di Fivizzano e della Regione Toscana, si sta distruggendo una valle di straordinario pregio naturalistico e geologico, dato che vi si affacciano ben due meravigliose cime di prim’ordine: ‘balconi’ sul Mar Ligure che il mondo ci invidia. Gli attuali piani di coltivazione – assieme a tutti quegli enti preposti ai controlli – sembrano fregarsene dei vigenti standard di protezione imposti dalla Comunità Europea; come nel caso dei Siti Natura 2000 del Monte Borla e della Rocca di Tenerano e delle Praterie primarie e secondarie delle Apuane (per coloro che non lo sapessero il sistema Natura 2000 è il principale strumento di politica europea in fatto di conservazione della biodiversità)”.

“È bene che anche il sindaco Giannetti la smetta di girarsi dall’altra parte – continua il presidente – poiché i residui liquidi del taglio della montagna, la famigerata marmettola con annesse le terre di scavo, non venendo minimamente raccolti come prescriverebbe la legge, potrebbero entrare in connessione con le numerose sorgenti idropotabili della zona, divenendo fonte di pericolo per la salute delle popolazioni lunigianesi e carrarine. In quest’ottica abbiamo inoltrato una richiesta urgente di audizione all’assessore all’ambiente della Regione Toscana Monia Monni, per informarla del comatoso stato di salute in cui versano le acque del territorio apuano e per chiedere alla giunta tutta, di aumentare fondi e personale per i controlli: visto e considerato che la nostra regione è sesta in Italia per reati contro l’ambiente”.

“Ci appelliamo infine – conclude Briccolani – a coloro che hanno il potere di riconvertire questo genere di economie distruttive, a stanziare fondi per farlo al più presto, smettendola di pensare continuamente alla riapertura di nuovi siti estrattivi dismessi da decenni (increscioso è il caso di cava Peghini sotto la Rocca di Tenerano), facendo rispettare i regolamenti europei in fatto di conservazione della biodiversità”.

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.

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