L’aspettativa per l’esibizione del grande artista era evidentemente sentita. Ed il ritardo del treno, peraltro prevedibile, ne ha inevitabilmente accresciuto il clamore. Ron si è presentato con una mezz’oretta di ritardo ma è stato accolto con l’affetto e il calore che un tale personaggio merita. Un emozionatissimo Primario Andrea Mambrini, direttore del reparto di Oncologia presso l’Ospedale delle Apuane, ha tenuto gli onori di casa in una saletta policonfessionale gremita come mai si era vista prima. Un cordolo di fans entusiasti hanno accolto ed accompagnato il cantante mentre un nutrito gruppettino di infermiere, medici, oss e sanitari si erano appostati all’entrata dell’ospedale per raccogliere un selfie, un autografo o solamente una stretta di mano. Lui, Ron, sempre gentilissimo e disponibile si è concesso entusiasta.
Il tragitto fino alla saletta poi è stato altrettanto impegnativo: una sorta di zigzag fra pacche, sorrisi, baci e foto. E l’applauso della platea nel momento dell’ingresso nella saletta policonfessionale è quasi liberatorio anche se soffocato un po’ dalla calca inevitabile dei fans presenti. Il Primario Andrea Mambrini ha provato a presentare l’ospite, ma ha condotto il suo intervento elogiando soprattutto le doti umane del cantante ed invitandolo poi ad alcune riflessioni sull’importanza della musica nel coadiuvare alcune terapie mediche.
“Un uomo ed un artista che mai ha dimenticato l’importanza di sentirsi legato alle persone che soffrono – ha commentato il Dottore – trovandosi spesso coinvolto in iniziative tese appunto ad incontrare persone che vivono momenti meno entusiasmanti.” Anche Ron, alias di Rosalino Cellamare, è intervenuto ricordando alcuni episodi nei quali “il ruolo della musica, e comunque delle arti comunicative, ha orientato spiriti ed anime oppressi verso spazi più eterei e leggeri accompagnandoli in atmosfere magiche e di grande serenità”.
“Sono da alcuni anni consigliere nazionale e testimonial di Aisla, l’associazione italiana per la lotta contro la Sla – ha continuato il cantante – e questa esperienza ha contrbuito a determinare una crescita emotiva e spirituale nel mio essere. Entrare in una stanza satura di sofferenza scatena una condivisione ed un brivido che ti obbliga a alcune riflessioni profonde sul ruolo e sull’attenzione che questi ambienti pretenderebbero”.
È iniziata poi la fase più ricreativa e Ron per l’esecuzione della sua famosissima “Vorrei incontrarti fra cent’anni”, vincitrice del Festival del 1996, ha preteso la collaborazione della Dr.ssa Sara Mussi, consorte del Direttore Andrea Mambrini e cantante per diletto. “Un contributo importante – ha poi voluto concludere il Primario – che conferma, se mai ce ne fosse necessità, il ruolo della nostra Associazione. “Donatori di musica” si propone di portare attimi di leggera armonia e benessere in animi tomentati e questo cammino trova la sua sintesi proprio nell’apporto e nella collaborazione che artisti e personaggi di levatura internazionale come appunto Ron, vogliono regalarci”.