Riceviamo e pubblichiamo da Enzo Mastorci – CISL FP Toscana:
“Dipendente Asl o Cooperativa?” Questa è la domanda si sono sentiti fare i lavoratori e le lavoratrici del Cup, impiegati al front office dei distretti sanitari e degli ospedali, nei reparti, nelle radiologie, ai centri prelievi, da parte dalle infermiere del Monoblocco di Carrara, al momento degli esami di screening della positività o meno al COVID 19, che sta interessando tutto il personale sanitario impiegato in Asl Nord-Ovest. Se si è dipendenti Asl, indipendentemente delle mansioni svolte, verranno fatti accertamenti più approfonditi di serie A , stick e prelievo del sangue, mentre se si è dipendenti Coop accertamenti di serie B, solo lo stick test rapido. I lavoratori e le lavoratrici del Cup, sempre in prima linea, in tutto il periodo di pandemia, sono stati forniti, dalle cooperative di appartenenza, di una sola mascherina monouso e di qualche paio di guanti.
Nei limiti della possibilità di acquisto delle mascherine se ne è fatta carico la CISL FP che ha cercato di sopperire a queste mancanze strutturali delle Cooperative.
All’origine dell’espansione dell’epidemia la CISL FP aveva chiesto alla Azienda di chiudere o ridurre drasticamente i servizi CUP così come avvenuto al NOA.
Alcune Coop addirittura non hanno fornito nulla alle proprie lavoratrici, nonostante queste siano a contatto con utenza potenzialmente malata e con medici, infermieri e OSS. Diversi sono stati i casi di operatrici positive fin ora.
Oggi le lavoratrici del Cup si vedono discriminare da Asl, nonostante che, con spirito di abnegazione, abbiano continuato a prestare servizio con dispositivi di sicurezza scarsi o nulli e anche senza mascherine. Con rammarico notiamo un comportamento discriminatorio ingiustificato verso le lavoratrici e i lavoratori che svolgono un servizio amministrativo front-office essenziale, da anni, per l’azienda sanitaria, e su cui si poggia il servizio di prenotazione, prelievi, esenzioni e scelta e revoca del medico. Chiediamo ad Asl di procedere con lo screening sierologico esattamente come fa per i suoi dipendenti, essendo i dipendenti dei CUP una vera e funzionale appendice dei Servizi sanitari senza fare distinzioni tra lavoratori di serie A e serie B, perché la distinzione non è dignitosa, e non si risparmia sulla salute delle lavoratrici.
La mancanza di presidi e di attenzione da parte delle Cooperative e della ASL ha portato ad oltre il 4% la percentuale di contagio di operatrici e operatori dei CUP segno evidente che gli interventi da richiesti dalla CISL FP erano indispensabili ed urgenti. Adesso che finalmente sono partiti gli screening per il personale sanitario chiediamo che i dipendenti dei CUP siano trattati con la stessa dignità e chiediamo che non si perseveri ulteriori nel sottovalutare lì importanza ed il rischio di questi operatori perche sarebbe diabolico.
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