venerdì 28 Marzo 2025

Addio a Oliviero Toscani

Da venerdì scorso era ricoverato all’ospedale di Cecina in provincia di Livorno, non lontano da Casale Marittimo dove ormai viveva da tempo, Oliviero Toscani è morto il 13 gennaio 2025, avrebbe compiuto 83 anni alla fine di febbraio.

Figlio d’arte – suo padre, Fedele Toscani, era un celebre fotoreporter del Corriere della Sera – Oliviero sembrava destinato a una vita tra obiettivi e pellicole. Dopo aver studiato fotografia e grafica all’Università delle Arti di Zurigo negli anni ’60, ha saputo trasformare il suo talento in uno strumento per scuotere coscienze e abbattere barriere culturali.

La sua carriera ha preso il volo collaborando con riviste prestigiose come VogueElleHarper’s Bazaar e GQ. Ma è stata la lunga collaborazione con il marchio Benetton, iniziata nel 1982, a renderlo un’icona. Toscani non si limitava a vendere vestiti; le sue campagne pubblicitarie trasformavano i cartelloni in manifesti politici e sociali. Le sue immagini, spesso provocatorie, affrontavano temi come il razzismo, la religione, la guerra, la malattia e i diritti umani, costringendo il pubblico a guardare in faccia realtà scomode.

Uno dei suoi lavori più celebri è la fotografia dei tre cuori umani etichettati con le parole “White”, “Black” e “Yellow”. Questo scatto, realizzato per denunciare il razzismo, divenne un simbolo di uguaglianza. Non meno controversa fu l’immagine di un prete e una suora che si baciano, che sollevò un polverone per il suo modo diretto di sfidare i tabù religiosi.

Toscani non ebbe paura di affrontare nemmeno argomenti delicati come l’AIDS. La sua fotografia ispirata alla Pietà di Michelangelo – che ritrae David Kirby, malato terminale, circondato dalla sua famiglia – commosse il mondo. In uno scatto si condensava la tragedia di una malattia che, all’epoca, era circondata da stigma e ignoranza. Tra le campagne che fecero scalpore c’è anche quella sui detenuti nel braccio della morte negli Stati Uniti, con i loro volti che raccontavano storie di vita e di giustizia negata.

Oltre alle campagne pubblicitarie, Toscani fondò Colors nel 1990, una rivista che esplorava i grandi temi del mondo contemporaneo attraverso immagini e parole. Nel 1993 creò Fabrica, un centro internazionale per la ricerca e la comunicazione moderna, un luogo dove le idee si trasformavano in progetti.

Negli ultimi anni, il progetto Razza Umana ha segnato il ritorno di Toscani a un approccio più intimo e antropologico. Attraverso ritratti fotografici, ha esplorato la diversità umana in tutto il mondo, cercando di catturare la bellezza e la varietà dell’umanità.

Da tempo Toscani era affetto da amiloidosi, una rara malattia incurabile che provoca l’accumulo di proteine anomale negli organi, compromettendone la funzionalità. Toscani aveva rivelato la sua diagnosi pubblicamente nell’agosto 2024, raccontando di aver perso 40 chili in un anno e di affrontare la vita con lo stesso spirito combattivo che aveva sempre caratterizzato la sua arte.

Con la sua macchina fotografica, Toscani non ha solo catturato immagini, ma ha raccontato storie e acceso dibattiti. Anche grazie a lui abbiamo compreso come la fotografia può essere un linguaggio potente, capace di cambiare il modo in cui guardiamo il mondo e noi stessi. Un’eredità che continuerà a vivere attraverso le sue opere.

Redazione
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