Correva l’anno 1997 e Fabrizio De André, assieme a Fernanda Pivano, teneva a battesimo la prima edizione del Premio Lunezia. A vincerla sarebbe stato lui stesso, con la sua Smisurata preghiera. A questo brano, considerato il “manifesto” del cantautore genovese scomparso nel 1999, Aulla ha dedicato lo spazio urbano del Belvedere: in assoluto il primo indirizzo civico d’Italia intitolato a una canzone.
Un’area non certo casuale, quella posta alla confluenza del fiume Magra e del suo affluente Aulella: simbolo dell’indimenticabile ferita subita dalla nostra città, là dove la furia alluvionale del 2011 tracimò e distrusse gli argini entrando ad allagare violentemente anche il centro storico cittadino. Un’area in seguito recuperata, riqualificata e resa, oggi, punto di osservazione eccezionale della città e delle sue cornici: Alpi Apuane, Fortezza della Brunella, Palazzo Centurione, il paesaggio fluviale. Una circostanza che non poteva non essere celebrata con tutta l’attenzione del caso e di cui l’intitolazione a Smisurata preghiera rappresenta il momento più alto.
La cerimonia di intitolazione del nuovo spazio cittadino, svoltasi sabato pomeriggio è stata introdotta dal Patron del Premio Lunezia Stefano De Martino, per proseguire con i saluti del primo cittadino Roberto Valettini.
Sono seguiti gli interventi di Riccardo Boggi e di Luciana Damiano, che si è posta in collegamento telefonico con Dori Ghezzi, moglie di De Andrè, che nel ricordo accorato della partecipazione dell’indimenticabile “Faber” al Premio Lunezia, ha ringraziato la città di Aulla per questo importante tributo al suo “Fabrizio: un autore sempre attuale di cui ogni giorno scopriamo nuovi aspetti. Perché questa è stata la sua grande capacità: scegliere le parole più giuste, più semplici, che davano l’esatto significato di quello che voleva dire”.
Nelle parole del Sindaco Roberto Valettini: “È questo un giorno molto importante per la nostra comunità, a dieci anni dall’alluvione e dopo oltre un anno di emergenza sanitaria che, seppur non ancora conclusasi, ci consente oggi di ritrovarci qui, fisicamente, a condividere queste emozioni. Perché l’inaugurazione di questa piazza è, sì, un tributo alla canzone d’autore, che con il Premio Lunezia trova ad Aulla un baluardo, ma è anche il punto di ripartenza e di rinascita di un pezzo della nostra città che questa Amministrazione ha fortemente voluto riqualificare, a partire dalla ricostruzione delle scuole, con il sostegno di Regione Toscana. Per questo, ringrazio sentitamente il Presidente Eugenio Giani che non manca mai di far sentire la Lunigiana parte integrante della Toscana. Ringrazio anche i Sindaci presenti, non solo colleghi ma anche, ormai, amici cari con i quali condivido un percorso virtuoso di affrancamento della nostra terra dalla marginalità, intesa nella sua accezione meno positiva”.
La parola è poi passata al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani:
“Ringrazio il Sindaco Valettini che con tanta passione, in questi mesi, mi ha preparato a questo momento. Siamo venuti più volte in questo luogo, ed è stata per me una bellissima sorpresa apprendere di questa intitolazione che consacra per la prima volta una canzone nella toponomastica cittadina e che fa notizia a livello nazionale. Faccio i miei complimenti ad Aulla per come ha accolto questo momento che omaggia De Andrè, sicuramente una delle figure fondamentali della musica leggera italiana che, con la sua straordinaria profondità lirica, ha lasciato una traccia inconfondibile della sua breve vita. Quello di dedicare a lui, e soprattutto ad una sua canzone, uno spazio urbano è un bellissimo regalo che viene fatto alla sua persona, in questa scelta che Roberto Valettini e il Comune di Aula hanno fatto. Ma ancora più significativo è il luogo in cui tutto questo si realizza. Ci sono dei mondi che nel loro sistema di valori attribuiscono un significato fondamentale alla confluenza di due fiumi: perché questo è un luogo evocativo che è testimonianza di valori, dove l’acqua è l’elemento primigenio della nostra vita che si incontra in due corsi che la portano verso il mare. Ricordo come il momento di quest’oggi si accompagna al ricordo, anche, di un momento di distruzione, quando dieci anni fa, il 25 Ottobre, Aulla si trovò al centro di una terribile alluvione che è stata momento di dramma e di dolore. La ricostruzione è stata graduale, e questo Belvedere ne costituisce una tappa perché nell’accordo di programma che stiamo firmando con il Comune di Aulla, la Regione, oltre ad aver fortemente contribuito a molti lavori, continuerà ancora a sostenere questo territorio. Il fatto che tutto questo si armonizzi in questo luogo così bello della Lunigiana, con alle spalle la Fortezza della Brunella e il Palazzo Centurione, e con un’intitolazione che fa notizia a livello nazionale grazie al ricordo di una personalità come quella di De Andrè, rappresenta un momento estremamente importante che è simbolo della ripresa di tutta la Lunigiana: la presenza qui di tutti i Sindaci, che ringrazio, ne è la testimonianza e rappresenta un chiaro e forte biglietto di identità di tutta la Toscana”.
Ha chiuso gli interventi Marina Pratici, poetessa e scrittrice nonché delegata alla Cultura del Comune di Aulla, che ha fornito una disamina letteraria dell’indimenticabile brano, definito dallo stesso De Andrè, nel corso di un’intervista, come la “summa” della propria opera cantautoriale. Come ha spiegato Marina Pratici: “Smisurata preghiera è il frutto di una meditata riflessione su temi sociali e politici, in cui l’autore si sofferma su questioni da sempre disseminate nelle sue opere ma che qui vengono snocciolate con lucida determinazione. Il brano poggia su due pilastri: da un lato, la natura schiettamente anarchica del cantautore che qui sottolinea a gran voce i limiti di un sistema impostato sul concetto di maggioranza; dall’altra, un’ispirazione letteraria ben precisa: il libro di poesie “Summa di Maqroll il Gabbiere. Antologia poetica” (1948-1988) del colombiano Álvaro Mutis Fabrizio, cui De Andrè guardava con ammirazione per lo stile immediato, ma sempre in evoluzione. Lo spunto dell’opera di Mutis è stato, forse, il pretesto o la scintilla che ha portato De Andrè a creare un testo che diventa una sorta di conclusione del suo pensiero e di tutti quelli che, contro il potere, lottano da una vita. Abbandonate le tante metafore e i passaggi criptici che spesso accompagnano la scrittura di De Andrè – una scrittura che combatte la pigrizia dell’ascoltatore spingendolo a una incessante e attiva ricerca – qui De Andrè da’ voce ad un vero e proprio inno asciutto dell’individuo libero che viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione, per prendere a prestito un suo verso. Una “Smisurata preghiera” rivolta a se stesso, in primis, come atto di sottoscrizione della propria prospettiva e a tutti coloro che continuano a pensare e agire al di là di quanto viene stabilito dal gruppo, per una propria ragionevole presa di posizione. Al tempo stesso una “Smisurata Preghiera” rivolta a un dio che non ha appartenenza, entità suprema, affinché volga il suo sguardo verso coloro che guardano fuori dal coro”.
Dopo la lettura del testo di Smisurata preghiera da parte di Loredana d’Anghera, si è tenuto, infine, lo svelamento della targa della piazza: un momento di grande emozione accompagnato dalle note del celebre brano.
L’iniziativa costituisce il progetto pilota di una serie di iniziative di ambito musicale per la valorizzazione dell’arte-canzone che preannunciano la prossima, attesa edizione del Premio Lunezia, in programma nel mese di Agosto.